Luglio 20th, 2010 Riccardo Fucile
ARRIVA L’EMENDAMENTO ANTI-BAVAGLIO, OVVERO UN’UDIENZA FILTRO IN CUI IL GIP, D’INTESA CON ACCUSA E DIFESA, DECIDERA’ LE PARTI PUBBLICABILI DI “INTERESSE RILEVANTE” E QUELLE INVECE SECONDARIE, PRIVATE E DA GOSSIP CHE SARANNO SEGRETATE….E’ UNA VITTORIA DI NAPOLITANO, DI FINI E DELLA LIBERTA’ DI ESSERE INFORMATI
Alla fine il governo ha ceduto, allargando le maglie del diritto di cronaca, facendo venir meno la restrizione più odiosa, il bavaglio alla stampa: saranno pubblicabili tutte le intercettazioni di “interesse rilevante”.
E’ un passo indietro clamoroso, in quanto per due anni gli uomini di Berlusconi avevano respinto ogni richiesta dei finiani in tal senso, fino ad arrivare allo scontro.
L’opera congiunta di Napolitano e Fini, unita alla tenacia di Giulia Bongiorno, presidente dela Commissione Giustizia, hanno riportato la legge a norme più ragionevoli.
L’impalcatura che era stata costruita con la legge bavaglio è completamente crollata, sostituita da norme di buon senso.
Meno di un’ora fa il governo ha presentato il suo atteso emendamento al ddl intercettazioni.
Il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato per mercoledì mattina alle 9.
Nell’emendamento presentato dal governo si afferma il principio secondo il quale, nel corso delle indagini, l’obbligo del segreto per le intercettazioni “cade” ogni qual volta ne sia stata valutata la “rilevanza”.
La documentazione e gli atti relativi alle intercettazioni sono coperti da segreto fino al momento della cosiddetta «udienza-filtro».
In questo momento del processo, infatti, si selezionano le intercettazioni depositate dal Pm e si escludono quelle relative a fatti, circostanze o persone estranee alle indagini.
Viene soppressa tutta quella parte nella quale si prevedeva il divieto di pubblicazione delle intercettazioni sino alla conclusione delle indagini.
Si sopprime anche la norma che specificava il regime delle intercettazioni allegate all’ordinanza cautelare.
Si disciplinano anche i casi in cui il giudice e il Pm, prima che ci sia l’«udienza-filtro», utilizzino le intercettazioni per emettere, ad esempio, dei provvedimenti cautelari oppure per atti che riguardano la ricerca della prova (ad esempio, un’ordinanza di custodia cautelare oppure un decreto di perquisizione). Continua »
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Luglio 20th, 2010 Riccardo Fucile
“LIBERO” TITOLA “ATTENTI O QUI SALTA TUTTO”: SI FRONTEGGIANO NEL PDL IL CORRENTONE DEI COORDINATORI, DI SCHIFANI, ALFANO, GASPARRI E CICCHITTO E QUELLO DI FRATTINI, GELMINI, CARFAGNA, VALDUCCI…. ALLA CAMERA I PRIMI SONO 55 , I SECONDI 60: C’E’ UN ASSE TRA I SECONDI E I FINIANI?…FINI PUNTA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2012: “SONO IO CHE POSSO PORTARE VIA 30 DEPUTATI A SILVIO, NON LUI A ME”
Ne parliamo da mesi, spesso presi per sognatori o illusionisti: ora la crisi del Pdl è finita sulla prima pagina di “Libero”, a firma del direttore Belpietro che scrive:
“Dentro il Pdl, tira un’aria che non mi piace. Un clima da fine regime, con i gerarchi più vicini al capo che si danno da fare per mettersi al riparo, prima che grandini. Persino in via dell’Umiltà è tutto un sussurrare di veleni e di accuse, di prese di distanza e di voltafaccia. Il segnale più evidente di quello che sta succedendo sono il proliferare di correnti che, schierate una contro l’altra, danno vita ad un’atmosfera carica di sospetti che sta paralizzando il Pdl. E il malumore dilaga nell’opinione pubblica”.
Parole e musica di Belpietro che l’ambiente lo conosce, confermano quanto scriviamo da tempo.
Cerchiamo di scendere nel dettaglio: di fronte all’asse Tremonti-Bossi e quindi alla linea che sta portando allo sfascio il Pdl, il primo a prendere le distanze è stato Fini che dalla sua conta su almeno 35 deputati e 14 senatori.
Quello che Silvio non si aspettava è che sorgessero nel Pdl altre 22 correnti che in sintesi si possono poi dividere in due grossi raggruppamenti.
Il primo è quello storico: Verdini, Bondi, Cicchitto, Schifani, Quagliariello, Alfano, Brambilla, Santanchè, La Russa, Gasparri, Matteoli e tutti gli ex An che hanno preso le distanze da Fini (o meglio dire Fini da loro)
Il secondo è quello intorno alla fondazione “Liberamente”, con Frattini, l’esperto in circoli Valducci, Carfagna, Gelmini, Prestigiacomo, Miccichè, Romani.
Entrambe le correnti hanno chiesto adesioni all’interno del Pdl in Parlamento: e qui è nata la prima sorpresa.
Il correntone 55 deputati, Liberamente 60 deputati e 30 senatori.
C’è stato poi un tentativo di La Russa di mettere il suo fedele Corsaro al posto di Chiara Moroni come tesoriere, subito respinto da Liberamente.
Vi è poi una marea di parlamentari che stanno alla finestra in attesa degli eventi.
Quali differenze tra i due gruppi?
Il primo, indebolito dagli scandali, non vuole cedere il passo.
I secondi vogliono un coordinatore unico nuovo e sono già chiamati criptofiniani , in quanto farebbero gioco di sponda con Fini a favore di un ritorno alla legalità nel Pdl.
Se prevalesse questa linea però, per gli ex An sarebbe la morte politica: Fini non è tipo da perdonare. Continua »
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Luglio 20th, 2010 Riccardo Fucile
NEL GIORNO DI BORSELLINO, IL PDL SI SPACCA… FINI : “NON FU SOLO STRAGE DI MAFIA E MANGANO NON E’ UN EROE”…GRANATA: “C’E’ CHI OSTACOLA LE INDAGINI”… SCHIFANI STA IN CASERMA, ALFANO A ROMA A MESSA, BERLUSCONI CON LE “BELLE LAUREATE”…FINI AFFRONTA LA CONTESTAZIONE E NE ESCE TRA GLI APPLAUSI
Nel giorno più difficile, quello del 18° anniversario della strage di via D’Amelio, è andata in scena la spaccatura verticale del Pdl sulla questione morale.
Una giornata tesa, tra cortei e contestazioni, autorità del governo defilate e parenti di Borsellino che avevano invitato le istituzioni a fare un passo indietro.
Mentre il ministro della Giustizia, il siciliano Alfano optava per una messa a Roma in ricordo dei caduti, mentre Schifani se ne stava chiuso in caserma a Palermo nel timore di contestazioni, mentre il premier preferiva raccontare barzellette sui carabinieri alle “belle laureate” di Novedrate, alla fine la faccia ce l’ha messa solo il presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Avrebbe potuto limitarsi a raccogliere il consenso dei suoi 500 militanti che sono poi sfilati in corteo nella fiaccolata serale indetta da Azione Giovani in ricordo di Borsellino.
Ha preferito andare in via D’Amelio dove lo attendeva il popolo delle “agende rosse” che reclamano la verità sulla strage.
Ha incassato i primi fischi di contestazione, con qualche manifestante che gridava “vergogna” alle istituzioni, poi ha rotto ogni cerimoniale e si è avvicinato ai giovani del comitato e ha cominciato a rispondere alle loro domande.
Un dialogo sfociato in un applauso quando il presidente della Camera ha detto che “Mangano non è un eroe”.
I manifestanti hanno ringraziato Fini per la sua presenza, intervallando il colloquio con il Presidente della Camera con slogan come «Fuori la mafia dallo Stato».
A una domanda circa le iniziale contestazioni, Fini ha risposto: “Non mi risulta. Piuttosto – ha aggiunto – mi sono fermato a parlare con dei ragazzi animati da una certa passione e da un grande desiderio di verità . Erano divisi, come è normale, tra chi apprezzava la presenza del presidente della Camera, anche perchè credo di avere un percorso di coerenza contro la criminalità , e coloro che contestavano che all’interno dello Stato possono esserci presenze di tipo mafioso”.
“Sapere che sulle indagini sulle stragi ci sarebbero stati depistaggi mi suscita indignazione”. Così Fini ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano quali sentimenti susciti in lui sapere che pezzi dello Stato potrebbero avere bloccato le inchieste sull’eccidio di via D’Amelio. Continua »
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Luglio 20th, 2010 Riccardo Fucile
DOPO DUE ANNI CHE STA AL GOVERNO, A BRUNETTA VIENE IN MENTE DI CENSIRE LE AUTO BLU E SCOPRE CHE SONO 90.000….GIA’ UNO STATO CHE INTERPELLA GLI ENTI E SI SENTE RISPONDERE SOLO DAL 35% DOVREBBE MANDARE I CARABINIERI A VERIFICARE… LA MANCANZA DI CREDIBILITA’ GENERA ABUSI: A QUANDO I FATTI?
Sono due anni che Brunetta censisce, analizza, manda questionari da compilare in giro, sbotta contro fannulloni veri o presunti, stila deliberazioni uso media.
Peccato non abbia mai fatto una cosa semplice: mandare degli ispettori in giro per le varie amministrazioni italiane a verificare delibere, trattative private, concorsi pubblici, favoritismi interni e appalti.
Se provate a segnalare al ministero di Brunetta un fatto poco chiaro e meritevole di approfondimento, se non addirittura dei documentati sospetti su concorsi taroccati, non interviene nessuno.
Se hai qualche conoscenza scopri la verità : non esistono ispettori da mandare in giro per fare verifiche.
Questa è la verità inconfutabile.
Non a caso, nei primi mesi, grazie alle sparate antifannulloni, Brunetta era il ministro che godeva di maggiori consensi: quando la gente si è accorta che le sue sono solo chiacchiere è sceso nella mediocrità .
Perchè è ridicolo parlare di dipendenti fannulloni, quando i primi a dare il cattivo esempio sono tanti dirigenti: sia perchè se facessero il proprio dovere non ci sarebbero impiegati nullafacenti, sia perchè questa categoria ha raggiunto spesso un grado dirigenziale grazie solo agli appoggi politici. Chiunque abbia avuto modo di frequentare per qualche anno una amministrazione locale e vedere le delibere di promozioni e consulenze, si è reso conto del meccanismo delle carriere.
Chi ha appoggi politici va avanti, chi non li ha finisce nel fantozziano sottoscala.
E questi sarebbero i dirigenti tarocco che dovrebbero poi dare “i voti”, secondo Brunetta, ai dipendenti in modo obiettivo?
Ma non parliamo di meritocrazia, suvvia: ogni dirigente ha la sua “cordata di favoriti” e se uno osa segnalare qualche favoritismo ha finito di vivere.
Questo è il meccanismo perverso che lega dirigenti- amministratori politici e che va spezzato, restituendo dignità alla Pubblica Amministrazione italiana e ai lavoratori onesti, altro che brunettiane chiacchiere. Continua »
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