Luglio 27th, 2010 Riccardo Fucile
SI PARLA DI UN IMMINENTE MANDATO DI ARRESTO PER VERDINI: LA BANCA D’ITALIA HA CHIESTO IL COMMISSARIAMENTO DEL SUO ISTITUTO PER IRREGOLARITA’
Abbiamo un coordinatore del Pdl indagato per associazione a delinquere, associazione segreta e corruzione nell’inchiesta sull’eolico dalla procura di Roma, per corruzione negli appalti per la ricostruzione dalla procura dell’Aquila, ancora per corruzione per la Scuola Marescialli dalla procura di Firenze.
Per evitare un mandato di arresto che molti comunque ritengono imminente, Denis Verdini ieri ha cercato di separare le sue sorti da quelle della banca di cui era presidente.
Al contempo la Banca d’Italia ha chiesto il commissariamento del Credito cooperativo fiorentino per garantire i correntisti e i risparmiatori, tra sviste sugli affidamenti, mancate segnalazioni di operazioni sospette e prelievi in contante agli sportelli.
Mentre Verdini subiva un interrogatorio fiume a Roma, la procura di Firenze gli ha contestato l’ultimo reato: mendacio bancaria per aver registrato dati falsi per i fidi agli amici.
In questa situazione, i vertici del Pdl, invece che preoccuparsi degli sviluppi della vicenda personale e politica di Verdini, dedicano il loro tempo ad attaccare Fini che ieri ha espresso alcune considerazioni “scandalose”.
Che qua riassumiamo.
“La questione dell’etica deve essere la nostra bandiera, la difesa della legalità è anche non prestare il fianco alle polemiche. C’è da chiedersi se mantenere incarichi di partito per chi è indagato è una questione di opportunità politica, non capisco per quale motivo Cosentino si sia dimesso dal governo ma non dall’incarico di coordinatore campano”.
Precisa poi Fini: “Quando si pone la questione morale non si può essere considerati provocatori e non si può reagire con anatemi o minacciando espulsioni che nulla hanno a che vedere con un grande partito liberale di massa”.
E conclude: “Le leggi non possono servire per tutelare i furbi e garantire loro un salvacondotto. Devono servire ai cittadini. Per compiacere la Lega e qualche allevatore leghista in stato di illegalità da anni, si è messo un emendamento in Finanziaria che comporterà sanzioni europee che dovreno pagare tutti”.
I giornali parlano di un Berlusconi furibondo: “Non voglio più incontrarlo nella mia vita, nessuno dovrà più parlarmi di lui (questo sembra difficile n.d.r.), per me è morto”.
Nulla di nuovo: le solite reazioni a ogni critica, le solite minacce di “cacciare tutti”, la solita incapacità di capire che i problemi sollevati da Fini sono politici e la consueta abitudine a pensare di essere “dio sceso in terra” e tutti gli altri dei coglioni. Continua »
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Luglio 27th, 2010 Riccardo Fucile
SU QUALCHE SITO DI SIMPATIZZANTI DI MINZOLINI APPAIONO INCITAZIONI ALLA “ELIMINAZIONE FISICA” DI FABIO…SU “LIBERO”, TRE PAGINE DI KILLERAGGIO SUL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, MA I POVERETTI NON TROVANO NULLA
Fabio Granata dà fastidio alla mafia da tempo, non a caso è stato disposto il raddoppio della sua scorta.
Il deputato finiano che chiede legalità al Pdl e misure contro i collusi e i condannati per reati mafiosi, non solo viene minacciato di deferimento ai probiviri del partito, ma in contemporanea con le minacce della criminalità organizzata, è scattata un’operazione di killeraggio mediatico con lo scopo evidente di delegittimarlo.
Un copione già visto e che ha portato in passato alla eliminazione fisica di tanti servitori dello Stato scomodi.
Sarà una coincidenza, ma ieri, su siti di simpatizzanti del direttore del Tg1 Minzolini, sono apparsi messaggi che incitano a far fuori fisicamente Granata. Si tratterà di squlibrati probabilmente, anche perchè far parte di un sito che inneggia a Minzolini non depone certo a loro favore, ma il fatto resta emblematico del clima che si vuole creare a danno di una voce libera che reclama legalità .
Ma ecco che, appostati su tetti dell’informazione di regime, scatta oggi il killeraggio di “Libero” che ha sguinzagliato ben 4 giornalisti per scavare nella vita privata e politica di Granata, con il chiaro intento di metterlo in cattiva luce.
I poveretti hanno scavato, scavato, ma alla fine si sono solo mangiati della terra.
Nella vita privata non hanno trovato una mazza.
Ma vi relazioniamo degli “infamanti atti” che avrebbero scovato contro il Granata politico.
1) Il 28 settembre 2000, Forza Italia vuole tenere una convention nel teatro antico di Taormina.
La Regione dice di no, in quanto sono consentiti solo gli eventi culturali. Sapete chi era l’assessore alla cultura che si è macchiato di tale reato?
Fabio Granata, ovvio.
2) Ponte sullo Stretto: Granata è reo di aver sempre detto che “dal punto di vista ambientale è meglio che non vi sia, da quello strutturale è inutile”.
Guai a contraddire chi ha interesse a fare spottoni.
3) Nel 2002 Granata blocca i contributi alle scuole private siciliane perchè vuole vederci chiaro.
4) Nel 2005 si oppone a Tremonti che vuole vendere le spiagge: “la Sicilia non è in vendita, vendetevi le rive del Po” è la risposta di Fabio.
5) Nel 2008 risponde a muso duro a Brunetta sugli enti lirici e a a Bondi sui beni culturali, invitandoli “ad occuparsi di altri settori e di far conoscere i provvedimenti prima agli enti interessati invece che ai giornali”
6) Nel 2009 contesta giustamente il reato di clandestinità (“non può essere un reato in sè”), il piano casa (privo di garanzie di finanziamento), la tassazione dei soliti noti (“si metta a punto piuttosto una tassa di solidarietà per i contribuenti più ricchi”).
7) “Il paladino della questione morale è un baby pensionato con tre lavori” titola il secondo articolo di Libero.
Quali sarebbero? Continua »
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Luglio 27th, 2010 Riccardo Fucile
E’ UNO DEGLI INCREDIBILI PARADOSSI DEL MAGGIORE PARTITO ITALIANO: DUE ANNI PER ANNUNCIARE UN TESSERAMENTO CHE POI NON E’ MAI INIZIATO REALMENTE… MANCANO PURE UN REGOLAMENTO CONGRESSUALE E LE NORME PER LE VOTAZIONI NEI CONGRESSI LOCALI… CI VORRA’ UN ANNO PER FISSARE DELLE REGOLE
Fini reclama un congresso nazionale da mesi, Alemanno chiede che si svolgano quelli provinciali, Berlusconi non li desidera entrambi perchè si dovrebbe parlare di politica, argomento a lui indigesto.
Le 22 correnti filo-premier lo desiderano e lo temono al tempo stesso, perchè sancirebbe il peso reale delle varie componenti.
Ma tutti fanno finta che si possa svolgere a breve, cosa impossibile perchè per far votare gli iscritti, in primo luogo si dovrebbe averne.
Dopo una lunga fase di discussioni su “partito leggero o strutturato”, durata due anni, dal 1 gennaio in teoria è partita la campagna tesseramento, salvo bloccarsi subito, in assenza di una scadenza congressuale fissata.
Non solo: nessuno ha pensato di inserire nello Statuto un regolamento congressuale.
Lo statuto del Pdl, infatti, si limita a stabilire che “il congresso nazionale, che definisce e indirizza la linea politica del Pdl, si riunisce in via ordinaria ogni tre anni (quindi il prossimo dovrebbe essere nel 2012), è convocato dal presidente nazionale su delibera della direzione che ne stabilisce il luogo, la data e l’ordine del giorno”.
Inoltre “il congresso è convocato senza indugio quando ne faccia richiesta all’ufficio di presidenza almeno il 40% dei membri del consiglio nazionale”.
Nulla si dice però sulle norme che dovrebbero regolare i voti ai delegati, i congressi locali e la presentazione delle diverse mozioni.
In pratica, se si dovesse anche convocare un’assise nazionale, tra inizio del tesseramento, congressi locali ed elezione dei delegati, non sarebbe possibile organizzare un bel nulla prima di un anno. Continua »
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