Luglio 25th, 2010 Riccardo Fucile
L’AUMENTO E’ DEL 3,9% RISPETTO ALL’ANNO SCORSO… LE CITTA’ MAGGIORMENTE COLPITE SONO NAPOLI, ROMA E CAMPOBASSO… LA UIL: “COL FEDERALISMO FISCALE SI STA INIZIANDO A INTRODURRE NUOVE TASSE, PIUTTOSTO CHE A RAZIONALIZZARE LA SPESA PUBBLICA”
Le tasse locali pesano su lavoratori e pensionati mediamente 805 euro l’anno e nel 2010 risultano in aumento del 3,9%.
E’ quanto risulta da una indagine della Uil che ha analizzato l’andamento tra il 2009 e il 2010 delle imposte e delle tasse locali nelle 21 città capoluogo di Regione e che rappresentano il 13% del totale dei contribuenti italiani.
“L’accelerazione da parte del governo nell’emanare i decreti attuativi del federalismo fiscale, rischia di ottenere risultati opposti a quelli attesi”, sostiene il sindacato.
Agli 805 euro annui si arriva sommando addizionali regionali e comunali Irpef e la tassa sui rifiuti solidi urbani.
In particolare per le addizionali regionali Irpef, l’importo medio è di 420 euro annui, per le addizionali comunali Irpef di 175 euro e per la tassa sui rifiuti di 210 euro annui.
Il campione di riferimento dell’indagine è una famiglia composta da due lavoratori dipendenti con due figli a carico e un reddito imponibile di 36.000 euro.
Nonostante il blocco delle aliquote imposto nel 2009, l’aumento è del 3,9% rispetto all’anno precedente.
Le città maggiormente colpite dagli aumenti sono Napoli, dove la famiglia campione versa nelle casse degli enti territoriali 1.154 euro medi annui, Roma con un prelievo di 1.075 euro e Campobasso con un prelievo di 1.037 euro. Continua »
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Luglio 25th, 2010 Riccardo Fucile
GLI ASSASSINI SONO RAGAZZI DI PROVINCIA BENESTANTI: AMMAZZANO BARBONI, PROSTITUTE, OMOSESSUALI PER “RIPULIRE IL MONDO”… RIVERSANO SUGLI ALTRI IL “MALE OSCURO” DI UNA ESISTENZA SENZA PROBLEMI ECONOMICI IN QUEL NORD EST CHE PARTORISCE BENESSERE E DELITTI, CON IL SOLO MITO DEL LAVORO E DEL DENARO
Un altro serial killer di prostitute, stavolta dal nome esotico, Ramon Berloso, 35 anni,
catturato appena in tempo: stava programmando il suo terzo omicidio, dopo quello di Ilenia e Diana, sarebbe toccato a una escort di Udine.
Per l’occasione aveva acquistato una nuova balestra, arma con cui trafiggeva le vittime, dopo averle tramortite a bastonate.
E’ una violenza senza nome, quella del Triveneto: quella locomotiva d’Italia che partorisce industrie, benessere e delitti, tra valli e colline fino al delta del Po.
Delitti maturati in famiglia e sulla strada, tra le mura di case padronali e nei casolari sperduti di campagna.
Gli assassini sono sempre loro, ragazzi di provincia di buona nascita, benestanti, che nel freddo della nebbia di provincia, scelgono di riversare sugli altri quel “male oscuro” che hanno nella testa e nel cuore.
Durò sette anni il terrore di Ludwig in Veneto, un bilancio complessivo di 15 morti e 39 feriti, ma gli investigatori non hanno mai escluso che i morti potessero essere almeno 28.
Ludwig erano Marco Furlan, padovano, e Wolfang Abel di Dusserdolf, ammazzavano barboni, prostitute, omosessuali perchè “dovevano ripulire il mondo”, così scrivevano nei loro farneticanti volantini.
Furlan era figlio del primario del Centro ustionati di Verona e alcune delle vittime furono arse vive, a cominciare da un barbone che dormiva in una vecchia auto.
Condannato a 27 anni, ora Furlan è libero dall’aprile 2008.
A metà degli anni ’90 riempì le cronache invece Gianfranco Stevanin, figlio di una famiglia padovana di proprietari terrieri: divenne un serial killer di prostitute, scannate, fatte a pezzi e seppellite nella campagna veneta. Continua »
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Luglio 25th, 2010 Riccardo Fucile
ITALIANI SEMPRE PIU’ POVERI: SECONDO I DATI ISTAT, IL POTERE D’ACQUISTO E’ CALATO DEL 2,5%…LE NUOVE PAROLE D’ORDINE SONO RINVIARE, RINUNCIARE E RISPARMIARE
Le famiglie italiane sono sempre più povere e il risparmio è ormai un miraggio.
Nel 2009 i redditi sono diminuiti del 2,6% rispetto all’anno precedente e il potere d’acquisto, considerando la variazione dei prezzi, ha subito una flessione del 2,5 per cento.
E’ quanto emerge dagli ultimi dati presentati dall’Istat sui conti economici nazionali.
Variazione negativa anche per i consumi finali delle famiglie sia in termini nominali, -1,9%, sia in quantità -1,8%.
Nonostante il crollo dei consumi, le famiglie non sono state in grado di risparmiare: la maggiore flessione del reddito disponibile, infatti, ha determinato una riduzione della propensione al risparmio, che si è assottigliata nel 2009 di ulteriori 0,7 punti percentuali, giungendo all’11,1%: il valore più basso registrato dall’inizio degli anni Novanta.
Il risparmio delle famiglie italiane, calcolato considerando la componente accumulata nelle riserve dei fondi pensione, come pure il trattamento di fine rapporto (Tfr) maturato, è diminuito dell’8,4% rispetto al 2008, quando era aumentato dello 0,7%.
A lanciare l’allarme, sugli effetti della crisi, è anche la Confcommercio che, in collaborazione con il Censis, ha pubblicato il rapporto “Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane”.
Nel documento emergono i segnali di una ripresa debole e di nuove paure con cui confrontarsi.
Vacanze più brevi, spese rinviate, e una famiglia su quattro obbligata a rinunciare anche all’essenziale.
Ovvero, cautela e ancora cautela prima di aprire il portafoglio o “strisciare” la carta di credito.
Parole d’ordine: rinviare, risparmiare o rinunciare.
In primis ad andare a cena fuori, come ha deciso di fare nell’ultimo anno ben il 60% degli italiani.
I consumi restano stagnanti anche nella prima parte del 2010, dicono i dati di Confcommercio.
Per l’immediato futuro non si prevede una robusta ripresa (oltre il 68% manterrà stabili le spese nei prossimi mesi); prevale un clima di prudenza che spesso porta a rinviare alcune spese in programma, in particolare quelle per ristrutturare l’abitazione (per il 17,2%) e quelle per l’acquisto di nuovi elettrodomestici (14%). Continua »
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