IL GOVERNO FA RETROMARCIA SULLE INTERCETTAZIONI: FINI VINCE ANCORA
ARRIVA L’EMENDAMENTO ANTI-BAVAGLIO, OVVERO UN’UDIENZA FILTRO IN CUI IL GIP, D’INTESA CON ACCUSA E DIFESA, DECIDERA’ LE PARTI PUBBLICABILI DI “INTERESSE RILEVANTE” E QUELLE INVECE SECONDARIE, PRIVATE E DA GOSSIP CHE SARANNO SEGRETATE….E’ UNA VITTORIA DI NAPOLITANO, DI FINI E DELLA LIBERTA’ DI ESSERE INFORMATI
Alla fine il governo ha ceduto, allargando le maglie del diritto di cronaca, facendo venir meno la restrizione più odiosa, il bavaglio alla stampa: saranno pubblicabili tutte le intercettazioni di “interesse rilevante”.
E’ un passo indietro clamoroso, in quanto per due anni gli uomini di Berlusconi avevano respinto ogni richiesta dei finiani in tal senso, fino ad arrivare allo scontro.
L’opera congiunta di Napolitano e Fini, unita alla tenacia di Giulia Bongiorno, presidente dela Commissione Giustizia, hanno riportato la legge a norme più ragionevoli.
L’impalcatura che era stata costruita con la legge bavaglio è completamente crollata, sostituita da norme di buon senso.
Meno di un’ora fa il governo ha presentato il suo atteso emendamento al ddl intercettazioni.
Il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato per mercoledì mattina alle 9.
Nell’emendamento presentato dal governo si afferma il principio secondo il quale, nel corso delle indagini, l’obbligo del segreto per le intercettazioni “cade” ogni qual volta ne sia stata valutata la “rilevanza”.
La documentazione e gli atti relativi alle intercettazioni sono coperti da segreto fino al momento della cosiddetta «udienza-filtro».
In questo momento del processo, infatti, si selezionano le intercettazioni depositate dal Pm e si escludono quelle relative a fatti, circostanze o persone estranee alle indagini.
Viene soppressa tutta quella parte nella quale si prevedeva il divieto di pubblicazione delle intercettazioni sino alla conclusione delle indagini.
Si sopprime anche la norma che specificava il regime delle intercettazioni allegate all’ordinanza cautelare.
Si disciplinano anche i casi in cui il giudice e il Pm, prima che ci sia l’«udienza-filtro», utilizzino le intercettazioni per emettere, ad esempio, dei provvedimenti cautelari oppure per atti che riguardano la ricerca della prova (ad esempio, un’ordinanza di custodia cautelare oppure un decreto di perquisizione).
In questi casi, saranno il Pm e il giudice a dover selezionare quali conversazioni dovranno essere trascritte, in quanto “rilevanti”, per adottare la misura cautelare o l’atto d’indagine.
Nell’emendamento sono poi indicate tutte le modalità tecniche per selezionare le intercettazioni rilevanti e si stabilisce il divieto di trascrivere parti di conversazioni che riguardano fatti, circostanze o persone estranee alle indagini.
Giudice e Pm potranno poi disporre, con decreto motivato, l’obbligo del segreto, quando il contenuto delle conversazioni trascritte potrà ledere la riservatezza delle persone coinvolte.
I difensori potranno estrarre copia delle trascrizioni e potranno trasferire le registrazioni su un supporto informatico.
I finiani cantano vittoria per l’emendamento presentato: “Cade così il bavaglio per la stampa – si è affrettata a commentare Annamaria Siliquini – è una vittoria del Parlamento”.
“Oggi è una bella giornata per il parlamento e per il Paese”, ha poi aggiunto. “È successa una cosa normale”, ha sottolineato, “c’è stato dialogo, confronto, anche acceso, ma avevamo chiesto al governo di venire a lavorare in Parlamento e abbiamo vinto noi. Noi finiani lavoriamo perchè il parlamento abbia questa rilevanza”.
Per i falchi berlusconiani una sconfitta cocente.
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