Marzo 4th, 2013 Riccardo Fucile
OGGI LA SENTENZA PER IL FACCENDIERE ACCUSATO DI ESTORSIONE AI DANNI DELL’EX PREMIER… L’ACCUSA HA CHIESTO CINQUE ANNI DI RECLUSIONE
Oggi la sentenza per Valter Lavitola.
Il processo è il tentativo di estorsione ai danni dell’ex premier Silvio Berlusconi. L’accusa sostenuta dai pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock hanno chiesto 4 anni di reclusione per il faccendiere.
Il verdetto del Tribunale di Napoli cade proprio mentre infuria la tempesta delle rivelazioni del senatore uscente Sergio De Gregorio ex socio di Lavitola che ha svelato ai pm che fu Silvio Berlusconi attraverso proprio l’ex direttore dell’”Avanti!” a convincerlo di lasciare la maggioranza del governo guidato da Romano Prodi e passare con la Casa della Libertà per la somma cash di tre milioni di euro.
La sensazione è di un’accelerazione inarrestabile dei fatti, dello scioglimento dei ghiacciai, del “si salvi chi può”.
A momenti si potrebbe scoperchiare il pentolone di segreti inconfessabili, intrighi internazionali, accordi di potere per il potere.
Gli scenari sono a dir poco inquietanti.
I mondi sembrano apparentemente lontani ma sono più vicini di quello che si immagina.
Per ora ci sono schermaglie, messaggi cifrati e lanciati come un sasso in uno stagno.
Ci si studia da lontano: è una contrattazione di segreti e verità nascoste. In tempi non sospetti — in un precedente post dello scorso 20 dicembre – Maria Lavitola, sorella di Valter, aveva detto tra le righe qualcosa: “C’è una verità che non è ancora venuta fuori e che non so se mai verrà fuori. In tutta questa vicenda si gioca sul ‘non detto’, sulla gestione dei segreti e delle menzogne”.
Maria adesso non è sorpresa delle notizie che stanno venendo fuori e anzi rilancia: “Il senatore De Gregorio conosce molti fatti — racconta sibillina — come del resto mio fratello. Ci sono cose inquietanti che sono accadute in questi anni, ne sono una testimone inconsapevole. Mi ritrovo — ad esempio — nella mia abitazione faldoni della Finmeccanica, documenti che sono transitati dagli uffici delle società di mio fratello a uffici importanti. Una miriade di carte che neppure ne conosco i contenuti. Più volte ho fatto presente la cosa alla Guardia di Finanza”.
“Ci sono stati passaggi ingenti di denaro — aggiunge — cifre che spaventerebbero chiunque e questo è un dato acquisito. Il silenzio di molti è stato comprato”.
“Che saranno pochi anni di carcere se c’è la certezza dei diretti interessati che un giorno vivranno di rendita recuperando su qualche banca estera o conto protezione il denaro?”.
“Un esempio è mio fratello — accusa- durante la latitanza ha acquistato diverse proprietà tra cui una fazenda e sistemato le sue cose”.
Maria Lavitola non parla tanto per farlo.
Le sue dichiarazioni hanno contribuito a fare chiarezza e scrivere qualche pagina di verità nell’inchiesta giudiziaria che scava negli affari e negli interessi che legano a doppia mandata suo fratello con l’ex premier Silvio Berlusconi.
Ora la sensazione è della caduta degli Dei.
“C’è un sistema di potere molto ampio e parlo di molti onorevoli e senatori anche di lungo corso — sottolinea — che hanno costruito corsie preferenziali dove far scivolare gli affari che non hanno odore. Mondi lontani sono più vicini di quanto sembra”.
“Mi viene da fare un esempio come la commercializzazione del pesce surgelato da parte di mio fratello. Cosa davvero curiosa e singolare. Mi ha molto incuriosito anche quando scattarono le ispezioni ai carichi: ogni surgelato venne controllato. Chissà perchè!. Chissà veramente a cosa serviva questa attività …”.
Arnaldo Capezzuto
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: Berlusconi, Giustizia | Commenta »
Marzo 4th, 2013 Riccardo Fucile
IN ITALIA CINQUEMILA ORGANISMI PRIVATI A PARTECIPAZIONE PUBBLICA… ASSUNZIONI CLIENTELARI, CONSULENZE INUTILI, SPRECHI… SOTTO ACCUSA ANCHE L’USO DEI FONDI EUROPEI
“Le participate sono il vero cancro degli enti locali, un passato di cui non ci si riesce a liberare, con
incarichi e consulenze dai compensi fuori mercato che non hanno prodotto niente”.
E’ l’affondo di Tommaso Cottone, procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della giustizia contabile al quale ha partecipato anche il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino e della sezione Campania Fiorenzo Santoro.
Nella sua relazione Cottone si sofferma sul fenomeno partecipate ricordando che su scala nazionale in oltre 5mila organismi privati, partecipati dagli enti locali, l’indebitamento è valutato intorno ai 34 miliardi di euro con fenomeni di cattiva gestione che si sono concretizzate “in assunzioni di massa illegittime e clientelari; in consulenze inutili; in sprechi per acquisti di forniture inutili e a prezzi fuori mercato”. In Campania “il fenomeno ha proporzioni assai vaste e ha prodotto danni ingentissimi al patrimonio regionale e degli Enti locali”.
Nella relazione vengono ricostruiti i procedimenti attivati a partire da quello riguardante la Sapna, società che si occupa dei rifiuti voluta da Luigi Cesaro, ex presidente della provincia di Napoli e di nuovo deputato Pdl.
Lo stesso Cesaro è coinvolto nel procedimento e nel sequestro conservativo.
Il danno pubblico è pari a un milione e mezzo di euro per consulenze inutili.
“Si è proceduto all’affidamento — ricostruisce la relazione — degli incarichi senza alcuna ricognizione delle risorse disponibili e con motivazioni inconsistenti”.
Da sottolineare anche l’atto di citazione per 43 milioni di euro nei confronti di amministratori e funzionari statali, tra questi l’ex governatore Antonio Bassolino, per il contratto tra la società Jacorossi e il commissiariato per l’emergenza bonifiche.
I rivoli di spreco e inefficienza sono enormi, risorse che sarebbero tornate utili per dare risposte alla crisi economica.
Basti pensare ai fondi europei.
Il loro utilizzo, circa 12 miliardi e mezzo di euro quelli destinati alla Campania per i periodi 2000-2006 e 2007-2013: “Rimane — spiega Cottone — il piຠdelle volte fonte di sprechi e illeciti”. Tema, quello dei fondi europei, che il procuratore affronta anche nella sua relazione nel capitolo “Finanziamenti pubblici ovvero l’economia assistita”. Il procuratore denuncia: “La nostra Regione soffre sempre delle stesse disfunzioni e, paradossalmente, le contraddizioni si rivelano sempre più forti. Le deviazioni, le furbizie e le frodi sono elevate a sistema”.
Viene evidenziato l’apporto produttivo di piccole imprese che garantiscono occupazione, ignorate da ogni legge di finanziamento.
Sui fondi europei, proprio su indicazione della Corte di Conti, la Regione Campania, con il governatore Stefano Caldoro, ha avviato un report per verificare stato ed effetti dei finanziamenti concessi.
Non manca un affondo sull’abusivismo edilizio e l’inerzia delle amministrazioni locali in una regione che assiste, in ogni campagna elettorale, alle promesse del Pdl di aprire nuovamente il condono del 2003 e sanare così gli abusi.
Nella relazione del procuratore Cottone c’è anche un passaggio sul caso della biblioteca dei Girolamini che ha subito sistematiche spoliazioni e furti di testi tra il giugno 2011 e l’aprile 2012.
Nel procedimento penale è indagato anche l’ex senatore Pdl Marcello Dell’Utri per concorso in peculato.
Il danno patrimoniale calcolato è pari a 19 milioni e mezzo di euro.
Nello Trocchia
argomento: sprechi | Commenta »
Marzo 4th, 2013 Riccardo Fucile
VOTA PD SOLO IL 26,3% DI UNDER 30 E IL 22,15 DEGLI STUDENTI… IL PDL ANCORA MENO: L’11,8 TRA GLI STUDENTI, MA IL 37,45 TRA PENSIONATI E ULTRASESSANTENNI
Il centrosinistra che regge bene in tutte le fasce d’età , un elettorato del centrodestra che invecchia e soprattutto un fortissimo successo del Movimento 5 Stelle tra le fasce più giovani degli elettori.
Sono questi i dati principali forniti dall’analisi sociologica del voto elaborata dall’Istituto di ricerca Tecnè, che ha suddiviso il voto per classi di età e per condizione occupazionale degli elettori, mostrando quanto profonda sia la frattura generazionale emersa da queste elezioni.
Una frattura che divide nettamente gli elettori con un futuro se non certo quantomeno stabile (lavoratori dipendenti, pensionati) dagli elettori a cui il futuro è stato sottratto (studenti, disoccupati): i primi hanno espresso la loro preferenza per i partiti classici (Pd e Pdl), mentre i secondi hanno votato in massa il Movimento 5 Stelle, come dimostra il 54,8% fatto registrare da Grillo tra gli studenti ed il 41,1% tra i disoccupati.
Secondo Carlo Buttaroni, direttore di Tecnè, le analisi e i sondaggi svolti prima del voto non sono stati in grado di prevedere questo risultato proprio a causa della sua unicità , a causa degli strumenti vecchi sui quali si basavano.
Può comunque moderatamente sorridere il Partito democratico, il cui elettorato proviene da una fetta trasversale della popolazione, stabile attorno al 30% degli elettori con più di trent’anni e omogenea per occupazione.
Un campanello d’allarme è il preoccupante cedimento nella fascia più giovane (solo un 26,3% tra chi ha meno di trent’anni, contro il 37,9% del M5S) e soprattutto tra gli studenti, dove un 22,1% non può essere considerato un risultato soddisfacente.
Chi invece trova nelle urne voti sempre più datati è il centrodestra, che raccoglie un misero 11,8% tra gli studenti contro un 37,4% tra i pensionati (e una percentuale praticamente uguale tra gli elettori ultra sessantenni), con percentuali che migliorano con l’aumentare dell’età degli elettori.
argomento: elezioni | Commenta »
Marzo 4th, 2013 Riccardo Fucile
SPARISCONO LE TABELLE CON GLI STIPENDI DI GOVERNATORI E CONSIGLIERI REGIONALI, CHIAMALA SE VUOI TRASPARENZA
Ma come è venuto in mente a quelli della Conferenza delle Regioni di rimuovere dal sito la tabella con
gli stipendi e le diarie dei governatori e dei consiglieri?
Diranno: ora ci sono link delle leggi locali. Cliccate a caso: uno scroscio di commi, codicilli, subordinate…
Non è trasparenza: è una presa in giro dei cittadini.
Prima potevano confrontare vicepresidente e vicepresidente, assessore e assessore… Ora no.
Davano fastidio le tabelle insolitamente chiare? Le hanno tolte per toglier acqua ai pesci dell’«antipolitica»?
È sbalorditivo che dei «professionisti» (presunti) non capiscano i danni che fanno alla politica con errori così madornali.
Di questi tempi, poi…
Tutti lì a chiedersi sgomenti: e ora, cosa fare?
Cambiate, è la risposta.
Il risultato delle urne, oltre a un mucchio di problemi, offre a un sistema in crisi l’occasione di sterzare prima dell’abisso.
Facendo finalmente cose indispensabili non per tirar su una diga contro l’ondata grilliana ma per recuperare un rapporto decente coi cittadini.
Proprio il trionfo di Grillo, senza manifesti, spot o camion-sandwich, smonta la tesi abusata che «i costi della politica» (esagerazioni e privilegi compresi) siano «i costi della democrazia».
Non è così.
Mentre il Pil precipitava sotto ai livelli del 2001, i costi del Palazzo hanno continuato a salire: del 65% in un decennio le spese correnti del Senato, del 43% il costo del consiglio regionale del Lazio solo dal 2007 in qua.
Mentre imponevano agli italiani tagli drastici e immediati, «loro» contenevano o rimandavano i propri.
Tanto che i consiglieri uscenti stanno facendo le pratiche per vitalizi regionali che qua e là si possono avere ancora a 50 anni.
Proprio l’obbligo di recuperare la fiducia dei cittadini nella politica impone misure urgentissime anti Casta. Intorno cui cercare intese.
Certo, alcune richiedono modifiche costituzionali.
Ma se c’è la volontà , si è visto sull’obbligo del pareggio di bilancio, si fanno in fretta.
Per rivendicare la propria centralità il Parlamento deve cambiare se stesso.
Siamo gli unici al mondo a imporre a un governo di guadagnarsi due fiducie in due Camere.
Non ce lo possiamo più permettere.
I parlamentari devono far chiarezza sugli stipendi loro e dei collaboratori. Fanno un lavoro importante, hanno diritto a buste paga decorose.
Ma basta con le ambiguità sui collaboratori. E basta con l’andazzo dei due mestieri insieme, magari usando il ruolo parlamentare a favore dei clienti privati.
Nei Paesi seri chi fa il deputato fa quello e basta. Così magari s’attacca meno alla poltrona. Vale per Roma, vale per le Regioni.
Ancora: va spezzato quel rapporto anomalo costruito da una classe politica mediocre con la burocrazia.
Più gli eletti sono scadenti, più devono affidarsi a burocrati (spesso strapagati) che diventano gli unici in grado di fare e poi interpretare gli atti.
E dunque hanno interesse a rallentare ogni svolta vera che li renda meno indispensabili.
Ma il punto di partenza, insieme con atti di rottura quali l’abolizione delle Province visto che tranne la Lega si dicono tutti d’accordo, deve essere la trasparenza.
Tutto online. Senza furbizie.
Dai bilanci (leggibili però…) degli organi costituzionali a quelli delle municipalizzate, dai finanziamenti ai partiti fino ai patrimoni di ministri e parlamentari: gli italiani devono poter sapere come sono spesi i loro soldi e da chi.
Non sarà semplice?
Non lo sarà neanche per i cittadini recuperare la fiducia perduta.
Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella
(da “il Corriere della Sera“)
argomento: la casta | Commenta »
Marzo 4th, 2013 Riccardo Fucile
IL PATRON LUXOTTICA: “GRILLO PREMIER? PERCHE’ NO?”…ANCHE IL LEADER DEL ’77 LO HA VOTATO “CONTRO LA DITTATURA FINANZIARIA”
Ci mancava solo l’«entusiasmo» dell’odiata (da Grillo) banca d’affari americana Goldman Sachs per il successo dei 5 stelle.
Già , perchè tra professori veri e onorevoli trombati che s’improvvisano tutor dei grillini, imprenditori da 7 miliardi l’anno, ex leader di estrema sinistra, cantanti e attori, ormai la corsa a salire sul carro grillino sta diventando un piccolo tsunami.
Una moda, anche
E così si assiste al coming out del leader del ’77 bolognese Franco Bifo Berardi, che ha votato 5 stelle «per tentare di mettere un freno alla dittatura finanziaria».
Guarda caso, è lo stesso partito cui guarda con simpatia il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio, uno che ha sempre ammirato il Cavaliere.
«Grillo premier? Perchè no? Non credo sia più stupido di quelli che abbiamo avuto fino adesso. E poi ho molta fiducia nei giovani e aspiro al cambiamento», ha spiegato
Nel nord-est non è certo un’opinione isolata.
Del resto, il comico e il fedelissimo Casaleggio, in campagna elettorale, avevano organizzato incontri con gruppi di imprenditori proprio in Veneto.
E il guru aveva molto insistito su temi come l’abolizione dell’Irap, cercando di fare leva sulla delusione per le promesse mancate, in tema di fisco, di Pdl e Lega.
Alcuni, come il leader della Confartigianato veneta Giuseppe Sbalchiero, avevano mostrato subito la loro simpatia, ma non è stata certo la regola
Anche nel mondo dello spettacolo, da sempre serbatoio di appelli ed endorsment pro-sinistra, s’affollano le dichiarazioni d’amore.
Dario Fo seguiva le mosse grilline fin dalla Woodstock a 5 stelle del 2010 a Cesena e dunque si può considerare un precursore.
Celentano aveva fatto capire le sue simpatie prima del boom, mentre Fiorella Mannoia, presenza assidua delle piazze di sinistra negli ultimi vent’anni, ha fatto “coming out” solo dopo il voto: «Sarò sincera, sono contenta per il M5S», ha scritto in un tweet da Cuba.
“Sono di sinistra. È per questo che non ho votato Pd», ha replicato alle critiche dei suoi fans. Anche Franco Battiato, impegnato come assessore nella giunta Crocetta in Sicilia, ha spezzato una lancia: «Beppe ha un’intelligenza politica notevole. Rivoluzionaria», ha detto.
«Questi non sono come i sessantottini, stavolta mi pare che il cambiamento sia più serio».
Ieri sulla spiaggia davanti la sua villa al mare in toscana, accanto al comico è comparso lo scrittore Stefano Benni, amico di vecchia data, che già aveva collaborato col blog grillino.
Intanto, da varie parti, spuntano docenti ed esperti, soprattutto di economia e ambiente, che si professano fedeli dei 5 stelle.
Sul Fatto quotidiano (giornale certo non antipatizzante) compaiono anche le autocandidature dell’ex Idv Franco Barbato e dell’ex ministro Pecoraro Scanio per fare da tutor alla nuova truppa parlamentare.
Un affollamento di esperti o presunti tali che provoca la reazione stizzita di Grillo: «I contributi sono sempre bene accetti, ma non l’utilizzo del M5S per promuovere se stessi…».
(da “il Fatto Quotidiano”)
argomento: Grillo | Commenta »
Marzo 4th, 2013 Riccardo Fucile
ENRICO CAPPELLETTI, CAPOLISTA M5S IN VENETO, NEL 1996 FU CANDIDATO DELLA LEGA NORD NEL COLLEGIO DI PADOVA… NEL 1998 ALLE COMUNALI DI ALIGNASEGO BATTE’ OGNI RECORD: PREFERENZE ZERO
“Noi non abbiamo mai chiuso le porte a nessuno, nè al centrosinistra nè al centrodestra qualunque
fosse stato il risultato delle elezioni. E siamo pronti ad un confronto con il Pd sulle cose da fare. Se ci verranno presentate proposte condivisibili, l’accordo, il nostro sostegno non mancherà , anzi sarà facile se ci sarà buona volontà di trovare punti in comune”.
Nella polemica post elettorale in cui Grillo nega qualsiasi fiducia al Pd, ad aprire al confronto col centrosinitra è il capolista in Veneto per M5S Enrico Cappelletti.
Un candidato che il Pd di Padova aveva attaccato nei girni scorsi su twitter con l’hashtag #riciclato5stelle visto che “nel 1996 era il candidato della Lega Nord — trombato — nel collegio 15 di Padova Centro.
Nel 1998 riesce a battere ogni record pigliando 0 preferenze alle comunali di Albignasego”.
Cappelletti aggiunge che “le cose da fare sono chiare: conflitto di interessi, legge sulla corruzione da rifare, costi della politica, e la priorità assoluta: la riforma della legge elettorale. E soprattutto misure urgenti per il lavoro e lo sviluppo. Anzi — precisa — se potessimo essere noi a presentare queste proposte se ci venisse detto ‘presentateci le vostre proposte’, lo faremmo subito, domani mattina”.
E “sui punti di questo programma l’accordo è possibile ed auspicabile”, assicura il neosenatore vicentino che annuncia: “Già lunedì prossimo decideremo sui capigruppo alla Camera e al Senato“.
E’ il nuovo che avanza…
(da “il Fatto Quotidiano“)
argomento: Grillo | Commenta »