Marzo 4th, 2017 Riccardo Fucile
“SIAMO TORNATI AI PEGGIORI RITI ROMANI, CON I COSTRUTTORI CHE FANNO PAGARE LE INFRASTRUTTURE A TUTTI NOI MENTRE LORO INCAMERANO I PROFITTI”
Dopo l’ennesimo rinvio sullo stadio della Roma a Tor di Valle oggi Giovanni Caudo, ex assessore della Giunta Marino, in un’intervista a Repubblica Roma critica il nuovo progetto dei grillini:
Caudo, ma Raggi ha tagliato gran parte delle cubature.
«Ora ammettono che le opere pubbliche erano la controparte per la edificabilità aggiuntiva, ma dicono che non servono. Hanno trovato il regalo da fare alla Roma».
Che cosa non va nel nuovo piano?
«Altro che progetto 2.0, questo sembra Windows 98, ritorno al passato, ai peggiori riti romani, con i costruttori che fanno pagare le infrastrutture a tutti noi mentre loro incamerano i profitti. Proprio il modello che Berdini ha sempre denunciato. Peccato che è lui il primo colpevole delle fanfaronate che hanno costruito l’humus per una scelta così scellerata. Invece di studiare le carte si è messo a fare altro: tramare contro la Raggi».
Che ne sarà dei trasporti?
«Marino voleva far arrivare allo stadio con treni o metro il 50% dei tifosi. Come si fa a dire che è innovativo un progetto che ora su 900 milioni di investimenti ne dedica solo 10 al trasporto su ferro, adegua una stazione e forse compra due treni per una linea? ».
Le infrastrutture saranno pronte per l’inaugurazione dello stadio?
«Dei 195 milioni di opere pubbliche esterne a quelle strettamente indispensabili allo stadio ne saranno spese per opere contestuali all’apertura circa 60, il resto è rimandato alla fatidica fase due. Il privato intanto però nella fase uno fa quelle private, tutte».
Ma le cubature previste non erano eccessive?
«Se i grillini dovevano arrivare al governo del Campidoglio per convincerci che 18 palazzine (in realtà di sette piani) sono meglio di tre grattacieli, potevamo anche farne a meno. E pensare che i privati avevamo accettato la sfida di un progetto architettonico di qualità . Sulle infrastrutture Di Maio ha detto che stanno cercando i soldi pubblici, forse spostano i fondi del Ponte dei Congressi su quello per lo stadio. Almeno lui parla chiaro, la sindaca invece prende in giro i romani».
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 4th, 2017 Riccardo Fucile
AGGANCIATO IL CAPOCENTRO DELLA CIA A ROMA PER UN APPALTO…L’EX GENERALE DELLA FINANZA CHE SI PRESENTA COME TRAMITE CON I SERVIZI SEGRETI… IL TENTATIVO DI SPIARE IL PM… IL CAPOTRENO CHE AVVERTE DELLA MICROSPIA
Come sempre a un certo punto spuntano le barbefinte. 
I rapporti con l’intelligence e i servizi segreti fanno parte anche dell’inchiesta Consip, come di tutte le grandi e piccole storie di questo paese.
Alfredo Romeo infatti puntava ad appalti nell’ambito della Marina militare e cercava contatti con ex militari vicini ai servizi. Come al solito in questi casi, la questione si dipana tra due ambiti lontanissimi: quello della spy story e quello del millantato credito.
I rapporti servivano a fare affari oppure a tessere tele di conoscenza da sfruttare alla prima occasione utile.
Scrive La Stampa
Un appalto da 10 milioni di euro bandito dalla Marina militare degli Stati Uniti. Le mire dell’imprenditore Alfredo Romeo andavano ben oltre le grandi metropoli italiane, dritte fino agli Usa.
Romeo, e il suo braccio destro, l’ex An Italo Bocchino, erano certi di aver trovato l’uomo giusto: Robert Gorelick, ex capo della Cia in Italia.
Bocchino ha un ruolo chiave nella vicenda: è lui a chiedere a Marco Mancini, oggi personaggio di vertice dell’Aisi, un incontro con Gorelick. Dopo aver preso informazioni sull’ex Cia, Bocchino, riferisce subito a Romeo: «Gorelick adesso è capo di una società italiana che lavora nel privato, negli States ha lavorato per Obama e poi lavora per conto dei servizi».
I servizi segreti ed il rapporto con l’intelligence sono un chiodo fisso per Romeo. Il 27 settembre scorso, infatti, racconta a Bocchino di aver incontrato (su suggerimento del giudice di Napoli Antonio Panico) Fabrizio Ferragina, un ex della Finanza considerato vicino ai servizi.
«Mi ha detto che è uno vicino a Matteo Renzi, uno del “Giglio d’Oro” — spiega Romeo a uno scettico Bocchino -. Mi ha detto (Ferragina) che dalle intercettazioni emerge che Lotti parla bene di me». Bocchino spiega a Romeo che «Ferragina è uno dei 30 consulenti/fonti del generale Frastanesi e guadagna 7/8 mila euro al mese per fare questo lavoro».
I discorsi si spostano poi nuova mente sugli Stati Uniti: Romeo conclude spiegando al suo super consulente che «Ferragina dice che se vince la Clinton può diventare il numero uno».
Con Bocchino Romeo parla del fatto che l’ex amministratore delegato di Consip Domenico Casalino (da lui considerato suo tutore negli appalti della concessionaria pubblica, sostituito da Luigi Marroni con il quale cercava il contatto tramite Renzi sr) è amico sia dell’assessore della Giunta Raggi Daniele Frongia che di Andrea Mazzillo, responsabile al Bilancio; il nome di Mazzillo compare in uno dei biglietti vergati dall’imprenditore e ripescati dai carabinieri nella discarica comunale.
Frongia spiega al Fatto: “Casalino l’ho conosciuto nel 2014 in virtù dei nostri ruoli. Da quanto ne so non si è mai candidato ad assessore con noi”. Mazzillo invece non ha risposto al quotidiano.
Il Corriere circostanzia meglio la storia del solito ex generale:
Sempre Bocchino è uno degli intermediari con alcuni uomini dei servizi segreti, non solo italiani; c’è pure il capocentro della Cia a Roma, che s’incontra con lui. Ma Romeo ha rapporti diretti con un ex generale della Finanza che sostiene di essere dei Servizi e che – riferisce l’imprenditore a Bocchino, sempre a bassa voce, tra parole incomprensibili – gli avrebbe detto: «Tu stai con questo elenco di dieci persone di Renzi… che ti tutelo perchè appena arrivano notizie su di te la prima cosa che si fa, m’ha spiegato la gerarchia interna, arriva al capo, il capo parla con Renzi perchè si tratta della tutela del presidente… e quindi tu stai tranquillo, finchè dura lui tu sei tranquillo lì, conosciuto come uno protetto da Renzi».
Il capotreno che aiuta Romeo
Anche Il Messaggero parla di contatti Marco Mancini, alto vertice, sebbene non più operativo, dell’Aise, il servizio segreto estero, e addirittura racconta di un tentativo di controspionaggio giudiziario, con l’ipotesi di mettere delle microspie nell’ufficio di Woodcock:
Bocchino afferma che per questa sorta di operazione di “controspionaggio giudiziario” sono state individuate due persone: «Uno dipende dalla società produttrice e uno sarà un carabiniere fuori servizio…un amico che m’ha accompagnato, e quello dirà , piglierà una scusa. Perchè Elisa con Vudcoc (Woodcock, ndr) ha chiesto a questi in via informale».
I due continuano in elucubrazioni attinenti le intercettazioni e gli eventuali dialoghi tra loro potuti captare durante il periodo in cui hanno avuto il virus spia installato.
Aspettano poi notizie da Robert Gorelick, capo occidentale in tutta Europa (risata)…perchè adesso questo sta nel privato lavora, è uscito dall’occidente ha fatto il capo per la sicurezza di Obama, è il capo in Italia di una società di spionaggio privato un paio di incontri privati anche una società americana che fa roba del genere che poi lavora per conto dei Servizi.
Infine c’è il capotreno.
Ovvero un dipendente delle Ferrovie dello Stato che a quanto pare è a conoscenza del tentativo da parte di chi indaga di rubare il telefono di Romeo per installarvi una microspia; il tentativo fallisce e il capotreno, già che c’è, racconta tutto a Romeo il quale poi lo dice a Bocchino:
E’ il 15 novembre scorso, l’imprenditore sta salendo alla stazione di Napoli, quando viene fermato dal capotreno. «Mi dice- ricorda Dottò, io non ce la faccio più, glielo devo dire, perchè per affetto, perchè lei prende il treno sempre una volta a settimana. Lei è un signore, una persona perbene, poi quando io le chiesi di fare un colloquio a mia moglie lei me lo fece fare subito… poi non è andato va bene…però io glielo devo dire…lei è stato oggetto di un’aggressione sul treno ma che non era prevista così, era prevista molto più grave. Lei ha perso il primo treno, ha perso il secondo treno, ha perso il terzo treno e quelli si sono trovati…spiazzati».
A quanto pare il ferroviere si riferisce ai carabinieri che stanno indagando su Consip e vogliono installare un virus spia sul cellulare dell’indagato che però non arriva a partire perchè in ritardo.
Il capotreno G. V., evidentemente avvertito dalle forze dell’ordine di stare al gioco, decide invece di raccontare tutto all’imprenditore napoletano e per questo finisce indagato.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 4th, 2017 Riccardo Fucile
IL GOVERNATORE DICE NO ALLA SOSPENSIVA DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI E I TEMPI SI RESTRINGONO
Nel rompicapo che è ormai diventata la procedura che dovrebbe dare il via libera al progetto dello stadio della Roma, era prevedibile che le implicazioni politiche venissero a galla in tutto il loro peso, proprio a ridosso delle scadenze previste dalla legge.
Cosa che puntualmente si è verificata al termine della riunione della Conferenza dei Servizi, nella quale c’era da valutare la richiesta di sospensiva avanzata dai proponenti per poter presentare il progetto rivisto alla luce dell’accordo raggiunto col comune di Roma la settimana scorsa.
Con un rimpallo di responsabilità tra Regione e Campidoglio.
La Regione Lazio (cui la Conferenza dei servizi fa capo), infatti, non ha concesso la sospensiva, e ha calcato la mano sull’atteggiamento a suo avviso ambiguo del Comune, che ieri ha inviato una lettera al presidente Nicola Zingaretti in cui si prospettava un appoggio alla stessa, motivandolo col fatto che il parere negativo dato in precedenza non poteva dirsi definitivo, proprio in virtù degli ultimi sviluppi.
Il problema è che poi in conferenza il rappresentante dell’ufficio tecnico del Comune non ha potuto fare altro che confermare ufficialmente il parere negativo del Campidoglio, non avendo elementi ulteriori al vecchio progetto.
Virginia Raggi non ci sta specificando con una nota che il parere negativo del Comune si riferiva al vecchio progetto “con oltre un milione di metri cubi di cemento: “Entrando nel merito della mancata sospensione della conferenza dei servizi, risulta che siano stati gli uffici della Regione Lazio a non volerla concedere, diversamente da quanto assicuratoci nei giorni precedenti – spiega – Spiace che in Regione qualcuno cerchi di strumentalizzare questa vicenda che abbiamo sbloccato dopo sei anni di immobilismo. Nuovamente si cerca di fermare il cambiamento e creare confusione con vecchi trucchi, privando così la città ed i cittadini di una opportunità di crescita e sviluppo eco-sostenibile”.
La morale della favola è che, con la decisione di fissare al 30 marzo il termine ultimo per la presentazione del nuovo progetto e del nuovo parere secondo quanto concordato in Campidoglio il 24 febbraio, la palla passa ora nel campo della giunta capitolina, che dovrà nello stesso lasso di tempo mettere mano alla delibera della giunta Marino con cui si accordava la pubblica utilità al progetto originale dello stadio, e soprattutto ottenere dal Consiglio comunale un via libera non privo di rischi, dati i mal di pancia manifestati da alcuni consiglieri grillini “ortodossi” anche alla versione senza grattacieli del progetto-stadio.
Il capogruppo di M5S al Comune Paolo Ferrara ha già tenuto a tranquillizzare la sindaca, affermando di non credere che il progetto sia a rischio e che l’ok dell’aula Giulio Cesare dovrebbe arrivare nei tempi richiesti dalla Regione.
L’impressione, però, è che si tratta di un passaggio critico, per il buon esito del quale Beppe Grillo forse dovrà mettere in conto una nuova missione romana.
E in caso di ok alla nuova delibera di pubblico interesse, nulla garantisce che non occorra una nuova Conferenza dei servizi, se la Regione ritenesse che gli elementi a disposizione non sono sufficienti per arrivare a una decisione per il 5 aprile, come stabilito oggi.
In tal caso, la procedura ripartirebbe da zero e richiederebbe almeno altri sei mesi. Intanto, c’è da registrare il probabile avvio dell’iter della costruzione di uno stadio di proprietà di un altro club: si tratta di quello della Fiorentina, il cui progetto sarà presentato il 10 marzo a Palazzo Vecchio, alla presenza del sindaco renziano Dario Nardella, che tra l’altro ha assicurato la cessione alla società viola di terreni di proprietà del Comune.
Con un occhio al bene della squadra cittadina e, forse, un altro alle primarie del Pd.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 4th, 2017 Riccardo Fucile
PRESUNTI ILLECITI, PRESUNTI REATI E PRESUNTI COLPEVOLI: LO STATO DI DIRITTO E’ ANDATO A PUTTANE
Negli ultimi giorni abbiamo appreso di vari filoni di indagine; di vari, presunti illeciti commessi “ora”
da “questo” politico, “ora” da quell’altro.
E’ stata emessa anche qualche sentenza di condanna “in primo grado”. Un quadro “indiziario”, insomma. Cose, in fin dei conti, tutte ancora da accertare in modo definitivo.
E’ vero che certi fatti, se confermati all’esito dell’intero iter processuale previsto dal nostro ordinamento giudico-processuale, sarebbero cose estremamente gravi. Indegne. Ma è davvero ammissibile che, “nell’attesa”, in Italia, nella “Patria del Diritto”, ci si debba sempre abbandonare all’irrazionalismo del gossip giustizialista?
In tutta sincerità , la trovo una cosa più indegna dei presunti colpevoli…
Quando la “tua” visione, quando il massimo che “sia fare” è cavalcare (soltanto) una categoria dello spirito — come l’onestà — pur di provare a raggiungere il potere, ovviamente “ti riduci” a vivere di urla, di giustizialismo indecoroso, di indegne farneticazioni deliranti.
Non “accetti” e non rispetti le regole. Del garantismo e della stessa Carta Costituzionale, te ne freghi.
È un Paese davvero orrendo quello nel quale bisogna ricorrere alle mere categorie dello spirito pur di sentirsi qualcosa… Se proprio “insistete”, però; se proprio continuerete a ritenerla “l’unica via”; e se vorrete almeno provarci “ad elevarvi” — ed anche soltanto un po — io ve ne consiglierei altre, però…
La libertà , il decoro, la decenza, l’etica, il rispetto, anche per l’avversario, anche per il “nemico”.
“Ululare” è cosa da “lupi”. È cosa da lotta senza quartiere. È cosa semplicemente vergognosa. Non fa onore a nessuno, e non fa onore nemmeno a quel Paese e a quel popolo che si dichiara di amare.
Questa sera ho letto e riletto le dichiarazioni rilasciate oggi da Matteo Renzi sulla vicenda processuale relativa alla Consip e che sembra coinvolgere anche il padre… «Se mio padre è colpevole mi auguro che abbia il doppio della pena», ha dichiarato.
Sono stato davvero “colpito”… Le sue dichiarazioni sono state pesanti e perfettamente coerenti con quelle da Lui rilasciate in altri “momenti” che ha Istituzionalmente vissuto (come nel caso delle dimissioni presentate la sera stessa dell’esito negativo sull’ultimo Referendum).
Le sue idee, la sua visione politica, non mi piacciono. La sua correttezza sul caso specifico, le sue dichiarazioni, gli fanno onore, però.
La “lotta politica”, la stessa dialettica tra cittadini, non possono essere così “avvelenate”. Non possono essere così basse ed allucinanti.
La Costituzione è costata lacrime e sangue. Certi principi sono alla base di qualsivoglia “Ordinamento Giuridico su base territoriale” che voglia anche soltanto immaginare di porsi come Stato di Diritto.
Dimenticarlo per cedere all’idiozia è un “crimine”.
Uno dei peggiori che si possa commettere…
Salvatore Castello
Right BLU – La Destra Liberale
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