Destra di Popolo.net

BOSSI ATTACCA SALVINI: “COSI’ PORTA LA LEGA ALLO SFASCIO”

Marzo 11th, 2017 Riccardo Fucile

IN UN RISTORANTE DI PONTIDA CON I FEDELISSIMI: “IL NORD HA AVUTO 100.000 IMPRESE FALLITE IN UN ANNO E QUESTO VA A NAPOLI COME SE POTESSE REGALARE CHISSA’ CHE”

“Sono un pò depresso”, dice Umberto Bossi. Perchè Salvini “porta la Lega a Napoli, capitale di Pulcinella. L’ho fatta io, la Lega: mi dispiace vederla andare a scatafascio. Il Nord ha avuto centomila imprese fallite l’anno scorso, questo va a Napoli come se potesse regalare chissà  cosa …”.
Parole dure, affidate al telefono all’agenzia Agi.
E nello stesso giorno in cui Matteo Salvini ‘scende’ a Napoli, fra polemiche e scontri di piazza, il patriarca della Lega Umberto Bossi ha accettato un invito a pranzo in un ristorante di Pontida da parte di un gruppo di irriducibili nordisti.
Menù fisso (20 euro) a base di garganelli alle noci, casocelli (pasta tipica bergamasca) col ragù e maialino alle verdure con polenta.
Il pranzo – i cui inviti erano stati diffusi nei giorni scorsi su Facebook sotto il titolo ‘Pontida nel cuore’ – si è tenuto nella sala al piano superiore del ristorante, chiusa ai cronisti.
La tavolata al ristorante ‘La Marina’, sui colli davanti al pratone in cui ogni anno si svolge il raduno leghista in provincia di Bergamo, era per una sessantina di persone. Ma nessun dirigente del movimento. A quanto riferito da alcuni dei partecipanti, da Bossi c’è stato un richiamo alla vocazione nordista della Lega, contro la scelta nazionalista di Salvini, che viene suggellata proprio dalla visita odierna del segretario a Napoli. Per Bossi andando avanti così sostanzialmente la Lega “andrà  a sbattere”.
Infine, una battuta durante il suo intervento al pranzo di Pontida: “Io sarei andato a Bari, i pugliesi che sono venuti al Nord sono laboriosi e si sono integrati. La capitale del sud moderno è Bari”.

(da “La Repubblica”)

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INTERVISTA A DE MAGISTRIS: “SCONTRI COLPA DI MINNITI CHE NON MI HA ASCOLTATO”

Marzo 11th, 2017 Riccardo Fucile

“SALVINI POTEVA FARE LA SUA PROPAGANDA RAZZISTA IN UNO SPAZIO PRIVATO, NON IN UN POSTO RICONDUCIBILE ALL’AMMINISTRAZIONE”

Intorno alla vicenda Salvini alla fine a Napoli è stata guerriglia urbana.
“Vorrei riproporre – dice all’ANSA il sindaco Luigi de Magistris – le immagini del corteo: un fiume di diecimila persone che partecipavano ad una manifestazione pacifica, dove prevalevano unicamente l’orgoglio dei napoletani, l’ironia e il forte contenuto politico dell’iniziativa. Le immagini finali feriscono la potenza politica di quella manifestazione, dagli alti contenuti democratici. Prendo le distanze dai violenti che non incarnano lo spirito autentico, pacifico, della città  che io rappresento”.
Di chi le responsabilità ?
“Di chi ostinatamente non ha voluto ascoltare il messaggio di buon senso del sindaco e dell’amministrazione. Noi non abbiamo mai detto ‘no Salvini a Napoli’. Il sindaco ha semplicemente espresso la contrarietà  ad un’iniziativa assolutamente inopportuna: la presenza alla Mostra d’Oltremare, in un luogo dell’amministrazione o comunque riconducibile all’amministrazione, di un esponente politico, Salvini appunto, che si è distinto per atteggiamenti xenofobi e razzisti. E che, all’insegna dello slogan ‘Napoli colera’, ha fatto della sua vita politica un atto di fede contro Napoli e il sud. Ma qualcuno non ha voluto sentire ed ha alzato a dismisura il livello dello scontro. Salvini avrebbe potuto benissimo essere a Napoli e fare la sua propaganda politica xenofoba e razzista in un altro luogo privato, non riconducibile all’amministrazione. Non ci sarebbe stata l’imposizione nei miei confronti, che ho solo difeso la città “.
E’ scontro ora tra Lei e lo Stato?
“A Napoli io sono il sindaco, dunque sono lo Stato. Approvo le scelte opportune, critico quelle sbagliate, come quella del ministro Minniti, che ha voluto imporre Salvini alla Mostra d’Oltremare. Per me parlano i miei trascorsi di non violento, di magistrato, di napoletano orgoglioso di esserlo e al servizio della gente. Proprio per questo anche oggi, come sempre, prendo le distanze da ogni forma di violenza. Napoli ha mille problemi e non aveva proprio bisogno di queste tensioni”.
Perchè non ha partecipato al corteo?
“Non era il corteo del sindaco. Era stato indetto da pezzi della città  vera, ed è stato un corteo molto bello. Fino a quando episodi violenti hanno sporcato la forza politica di quell’iniziativa. E’ assolutamente necessario distinguere tra i veri napoletani e i violenti che nulla a che fare con Napoli e la sua storia”.
Sindaco, si sente un po’ responsabile?
“Assolutamente no. Io fin dal primo momento ho avuto parole chiare e nette, e la mia storia non può essere messa in discussione. La responsabilità  per quello che è accaduto va cercata in chi, forse non senza motivo, ha voluto alzare il livello dello scontro”.
Ha sentito il ministro Minniti?
“Oggi no”.
Ieri?
“Mi fermo qui…”.

(da agenzie)

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DI MAIO E LE ALLEANZE M5S DOPO LE ELEZIONI

Marzo 11th, 2017 Riccardo Fucile

“ALLEANZA BASATA SU PUNTI PROGRAMMATICI”: CHIAMIAMOLI ACCORDI SOTTOBANCO CON ALTRI PARTITI

«Se arriveremo primi, dovremo dimostrare di essere una forza di governo capace di coalizzare in Parlamento»: Luigi Di Maio sdogana le alleanze per il MoVimento 5 Stelle secondo quanto racconta un retroscena firmato da Francesco Verderami per il Corriere della Sera oggi.
Un cambio di prospettiva tangibile che riecheggia le parole di Massimo Bugani: «Al Senato — aveva detto — con la legge attuale si può lavorare sul programma e vedere chi ci sta. Altre forze potrebbero darci un appoggio esterno. Ovviamente il governo sarebbe del M5S, però coinvolgendo altri partiti su punti programmatici chiari e condivisibili».
L’idea di Di Maio, secondo il Corriere, non si discosta di molto. E prevede un’alleanza su punti programmatici senza trattative per i ministeri e con nuovi strumenti di dialogo parlamentare che permetterebbero di concretizzare i risultati elettorali e sventare la possibilità  di una (nuova) Grande Coalizione tra la sinistra, il Partito Democratico e Forza Italia:
«Coalizzare» altre forze in Parlamento sarà  inevitabile per il Movimento, uno stato di necessità  dettato dal sistema tripolare e dai due modelli elettorali di Camera e Senato che – questa è la previsione dei grillini – non verranno riformati e forse nemmeno armonizzati. A quel punto, senza una maggioranza autosufficiente «dovremmo assumerci la responsabilità  di ricercare un’intesa per evitare il vuoto», sostiene Di Maio, che per superare ostilità  e scetticismo scarta «le logiche di transazione del passato» e assicura che «sperimenteremmo nuovi strumenti di dialogo parlamentare».
«Avverrebbe tutto alla luce del sole», «non faremmo accordi sui ministeri», «verificheremmo solo se c’è la compatibilità  di altri gruppi con il nostro programma», ripete il vice presidente di Montecitorio: parole d’ordine che servono a tutelare l’identità , ad attutire il colpo e ad esorcizzare la nemesi.
Perchè c’è il rischio che i grillini subiscano ciò che subì Bersani per mano loro nel 2013, sebbene quella proposta sia stata sempre derubricata come «un generico tentativo di far partire un modesto governo».
E alla sfida di governo i Cinquestelle si stanno preparando, così da essere pronti in autunno: l’approssimazione con cui si è gestita la vittoria a Roma ha offerto un’immagine di inaffidabilità  che pesa e che andrà  cancellata.
Certo, rimane l’incognita di conoscere come la base prenderà  una decisione del genere, che comunque verrà  negata fino all’ultimo secondo prima della chiusura delle urne per cercare di massimizzare il risultato elettorale.
Ma ad oggi, con il sistema elettorale attualmente in vigore e uscito dalle sentenze della Corte Costituzionale, nessuna forza sembra in grado di puntare alla maggioranza assoluta in entrambe le camere, anche se c’è la possibilità  che il premio di maggioranza scatti per chi arriva al 41% a Montecitorio.
Se poi anche la legge elettorale dovesse essere cambiata alla vigilia delle elezioni, come del resto è già  successo, tutto potrebbe tornare in gioco.

(da “NextQuotidiano”)

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MINNITI HA FATTO BINGO: SCONTRI A NAPOLI, LA POLIZIA SPARA LACRIMOGENI, SALVINI CAZZATE ALLE TRUPPE CAMMELLATE

Marzo 11th, 2017 Riccardo Fucile

IL MIRACOLO TUTTO IN FAMIGLIA: IL MINISTRO DEGLI INTERNI EX PCI RIESCE A MANGANELLARE ESTREMISTI DI SINISTRA PER REGGERE IL MOCCOLO A UN EX COMUNISTA PADANO… LA FATTURA DEI DANNI MANDATELI AL VIMINALE

Guerriglia urbana a Napoli ma poteva andare peggio.
Un intero quartiere, Fuorigrotta, sotto assedio, con la polizia armata agli incroci stradali e manifestanti incappucciati che tentano ripetuti assalti. Salvini parla all’interno del Palacongessi davanti a 800 simpatizzanti cammellati da fuori regione e nella città  la tensione è altissima.
Tutto parte intorno alle 17 con due bombe carta lanciate vicino al commissariato di polizia di Fuorigrotta.   Due esplosioni e la situazione precipita velocemente.
Gli agenti in assetto anti-sommossa presidiano l’ingresso di Viale Kennedy e le altre vie laterali che portano alla Mostra d’ Oltremare a Napoli dove è   in corso il comizio del leader della Lega Nord.
I manifestanti arrivano e partono i lanci di pietre e petardi contro in cordone di forze dell’ordine. Il corteo viene spinto verso piazzale Tecchio e davanti la stazione dei Campi Flegrei.
La polizia risponde con un fitto lancio di lacrimogeni. Partono anche gli idranti contro i contestatori, che continuano a bersagliare i poliziotti con petardi e bombe carta.
I manifestanti indossano le maschere di pulcinella, rovesciano cassonetti, lanciano molotov. Alcuni sono armati di bastoni, potrebbero essere componenti del tifo ultrà . La polizia cerca di contenerli su più fronti. Intanto l’incitamento a sfondare il cordone arriva anche via megafono ed è un continuo susseguirsi di sassaiole, corse contro le forze dell’ordine e risposte con un idrante nel tentativo di disperdere la folla.
Gli scontri si moltiplicano. Violente frizioni anche in via Giulio Cesare. Terrore tra la gente che cerca rifugio nei palazzi circostanti. I negozianti abbassano le saracinesche.
Un’ora di assalti e cariche. Poi la tregua. Alle 18 sembra tornare la calma.
Le strade rimangono ricoperte di cocci di bottiglie infrante, cassonetti dei rifiuti rovesciati, segnali stradali divelti,   immondizia data alle fiamme e pozzanghere d’acqua (laddove sono intervenuti gli idranti) .
La rappresentazione in famiglia è finita.

(da agenzie)

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LA COALIZIONE DI CENTRODESTRA SI FARA’, SALVINI RINUNCIA ALLE PRIMARIE E RINVIA IL CONGRESSO, CRESCE IL MALCONTENTO DELLA BASE VERSO DI LUI

Marzo 11th, 2017 Riccardo Fucile

LA STRATEGIA DI BERLUSCONI E LA MEDIAZIONE DELLA MELONI PER ARRIVARE A UN COMPROMESSO TEMPORANEO… “SE NON CONFERMA MARONI, SALVINI E’ MORTO”

Tra Berlusconi e Salvini non c’è mai stata simpatia e i due, oggettivamente, non si sopportano. Ma la politica più che con sentimenti e risentimenti si fa sulla base di convenienze e rapporti di forza.
E negli ultimi colloqui tra i due — frequenti – si è parlato di un’alleanza e anche di come superare quegli ostacoli che in pubblico sembrano insormontabili, ovvero le famose primarie.
In un certo senso, Salvini è “costretto” all’alleanza.
Dice una fonte alta della Lega: “Se non si votasse in Lombardia, Matteo andrebbe anche con una lista sovranista candidandosi premier, tanto sa che non vince, perchè lui è consapevole che non può fare il premier. Ma se rompe con Berlusconi è un casino in Lombardia e nel Nord, non se lo può permettere”.
Ecco il primo punto. In Lombardia si vota nel 2018 ed è possibile un election day assieme alle politiche.
Maroni, così come Zaia, come gli amministratori del Nord rappresentano la Lega pragmatica e di governo, più territorio che talk: “Se non conferma Maroni — prosegue la fonte — Salvini è morto”.
Il secondo aspetto è che non si può dire che il Matteo leghista abbia la Lega in pugno.
Si spiega così il perchè slitta il congresso della Lega. I maligni sospettano che dietro l’attivismo di Bossi ci sia il sostegno, anche “finanziario” di Berlusconi per indebolire Salvini e convincerlo a trattare.
Sia come sia, basta parlare con i leghisti del Nord per capire come nelle sezioni il malcontento verso l’attuale segretario sia notevole.
E c’è un motivo se, ormai, nessuno più parla delle famose “primarie” che Salvini aveva convocato in aprile.
O se, negli ultimi giorni, il leader della Lega ha confidato a qualche amico quale sia il suo vero obiettivo, in caso di vittoria: fare il ministro dell’Interno, posto perfetto ritagliarsi un ruolo “sovranista” sull’immigrazione.
Ma al tempo stesso l’obiettivo rivela che la consapevolezza di essere un po’ unfit to lead (il paese). E si capisce anche perchè Giorgia Meloni, una cresciuta a pane e politica, nelle ultime uscite ha già  fatto proposte che rappresentano una mediazione avanzata: ha proposto la lista unitaria del centrodestra dove possibile, non ha drammatizzato sulle primarie, anzi ha proposto di affidarle a una legge (un modo per tenere la bandiera senza farle) e ha evitato frontali su Berlusconi.
La trama c’è (anche se non si vede).
Anche per scavallare la questione delle primarie: ogni partito indica il candidato premier, quello che arriva prima lo fa. Che poi sarebbe l’idea che sempre la Meloni ha messo nero su bianco nella sua proposta di legge elettorale.
Una “coalizione” non è un matrimonio indissolubile. È una necessità .
Dice un ex ministro di Berlusconi, in un colloquio a microfoni spenti: “Parliamoci chiaro, se andiamo da soli andiamo sotto il dieci. Con la coalizione, ognuno massimizza il gruppo parlamentare. Se vinciamo bene, se non vinciamo apriamo dopo alle larghe intese”.
Ecco, l’afrodisiaco rivitalizza l’alleanza, non l’amore. Il centrodestra non è morto, anche se non si vede.

(da “Huffingtonpost”)

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VASI DI FIORI DEL CENTRO AFFIDATI AI PROFUGHI: LA REAZIONE DEI COMMERCIANTI E’ ENTUSIASTA

Marzo 11th, 2017 Riccardo Fucile

AD ALESSANDRIA L’ASCOM HA ARRUOLATO SEI VOLONTARI: CAFFE’ OFFERTI DAI NEGOZIANTI…ORA PARMA VUOLE COPIARE L’IDEA

Questione di punti di vista, di approcci, situazioni: anche l’integrazione può diventare semplice se i protagonisti incrociano gli sguardi in un contesto inaspettato.
Via Dante, Alessandria, giovedì mattina: i commercianti notano la presenza di alcuni ragazzi di colore vicino ai loro vasi; hanno spugnetta in una mano, spruzzino nell’altra.
L’espressione di disagio si trasforma in un sorriso: «Cosa fate?». Chi sa l’italiano abbozza una spiegazione, poi ci pensa la «tutor» Simona Forlini ad aggiungere le parole che mancano: «Sono richiedenti asilo gestiti da Social Domus, che Ascom ha arruolato per la manutenzione dei vasi del Green Design. Da me in vivaio hanno imparato le tecniche, lavoreranno tre mattine a settimana».
E lo sguardo da sorpreso diventa di riconoscenza.
Dopo pochi minuti e qualche centinaio di metri, altri vasi e altre facce stupite, questa volta sono quelle di Bruna Lesina e Dora Cordara, che escono rispettivamente dalla lavanderia La Perfezione e dal negozio Portobello.
Scena simile: «Cosa succede?», spiegazione lampo. E le signore, subito: «Ma possiamo offrire il caffè a questi bravi ragazzi?».
E così fanno: insieme, si dirigono nel bar più vicino, pagano sei caffè e li portano, fuori, ai giovani giardinieri con pettorina gialla e zainetto nero, continuando a ripetere «che bella cosa».
Due signore che offrono sei caffè ad altrettanti richiedenti asilo, che si preoccupano di capire se hanno messo lo zucchero o no. Senza vasi di mezzo, l’avrebbero mai fatto?   Passo indietro: per la prima volta, un’associazione di commercianti arruola una squadra (sei persone) di richiedenti asilo per tenere puliti e rigogliosi i vasi del centro storico; sono quelli colorati del progetto Green Design, pensato per migliorare l’arredo urbano di Alessandria.
Si firma una convenzione con l’associazione di promozione sociale Social Domus, che seleziona ragazzi ventenni che arrivano da Nigeria e Afghanistan.
In pochi giorni, Simona Forlini insegna a usare zappette e concimi, ieri era il primo giorno di «lavoro» (non vengono pagati, sono volontari) su strada.
E non strade qualunque: Alessandria è una città  che ha problemi con l’accoglienza, ma che prova a superarli con idee come questa.
«Ero in via Dante qualche ora fa – ha raccontato Davide Valsecchi di Ascom per il Centro ieri pomeriggio alla presentazione ufficiale dell’iniziativa – e sono particolarmente soddisfatto di quello che ho visto: ragazzi che lavorano e commercianti che sono riconoscenti. Sono contento anche che si possa trasformare in un metodo».
In sala, i rappresentanti della Confcommercio di Parma che ascoltano e studiano come «copiarlo». «Questo – spiega Anna Pagella di Social Domus – è un esempio di sinergia tra pubblico, privato e sociale, in più regala una possibilità  di inserimento reale per i ragazzi e li fa accettare dalla comunità ».
L’integrazione, questa volta, passa da un fiore.

Valentina Frezzato
(da “La Stampa”)

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“MAI CON SALVINI”: CORTEO A NAPOLI, IN TESTA UNA RUSPA

Marzo 11th, 2017 Riccardo Fucile

TRA POCHI MINUTI LA PARTENZA ALLA VOLTA DELLA MOSTRA D’OLTREMARE

Sono già  in piazza Sannazzaro i manifestanti che tra pochi minuti partiranno alla volta della Mostra d’Oltremare.
Al corteo «mai con Salvini» partecipano numerose sigle di comitati cittadini che oggi manifestano il loro disappunto rispetto alla visita del leader leghista.
«Noi non dimentichiamo il passato – dichiara il presidente della III Municipalità  Ivo Poggiani – e tutto il suo odio verso di noi. Oggi intendiamo manifestare tutto il nostro disappunto. Napoli non vuole Salvini e oggi lo ribadiremo con forza».
Tante le sigle, le associazioni e i movimenti in piazza.
I manifestanti hanno portato anche una ruspa, alla quale è stato affisso un ironico «foglio di via dal Sud» per Salvini. Bandiere del movimento «Dema» riconducibile al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, del Regno delle Due Sicilie, immancabili i cori anti Lega e anti-Salvini.
I manifestanti sono già  diverse centinaia.

(da “il Mattino”)

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