VASI DI FIORI DEL CENTRO AFFIDATI AI PROFUGHI: LA REAZIONE DEI COMMERCIANTI E’ ENTUSIASTA
AD ALESSANDRIA L’ASCOM HA ARRUOLATO SEI VOLONTARI: CAFFE’ OFFERTI DAI NEGOZIANTI…ORA PARMA VUOLE COPIARE L’IDEA
Questione di punti di vista, di approcci, situazioni: anche l’integrazione può diventare semplice se i protagonisti incrociano gli sguardi in un contesto inaspettato.
Via Dante, Alessandria, giovedì mattina: i commercianti notano la presenza di alcuni ragazzi di colore vicino ai loro vasi; hanno spugnetta in una mano, spruzzino nell’altra.
L’espressione di disagio si trasforma in un sorriso: «Cosa fate?». Chi sa l’italiano abbozza una spiegazione, poi ci pensa la «tutor» Simona Forlini ad aggiungere le parole che mancano: «Sono richiedenti asilo gestiti da Social Domus, che Ascom ha arruolato per la manutenzione dei vasi del Green Design. Da me in vivaio hanno imparato le tecniche, lavoreranno tre mattine a settimana».
E lo sguardo da sorpreso diventa di riconoscenza.
Dopo pochi minuti e qualche centinaio di metri, altri vasi e altre facce stupite, questa volta sono quelle di Bruna Lesina e Dora Cordara, che escono rispettivamente dalla lavanderia La Perfezione e dal negozio Portobello.
Scena simile: «Cosa succede?», spiegazione lampo. E le signore, subito: «Ma possiamo offrire il caffè a questi bravi ragazzi?».
E così fanno: insieme, si dirigono nel bar più vicino, pagano sei caffè e li portano, fuori, ai giovani giardinieri con pettorina gialla e zainetto nero, continuando a ripetere «che bella cosa».
Due signore che offrono sei caffè ad altrettanti richiedenti asilo, che si preoccupano di capire se hanno messo lo zucchero o no. Senza vasi di mezzo, l’avrebbero mai fatto? Passo indietro: per la prima volta, un’associazione di commercianti arruola una squadra (sei persone) di richiedenti asilo per tenere puliti e rigogliosi i vasi del centro storico; sono quelli colorati del progetto Green Design, pensato per migliorare l’arredo urbano di Alessandria.
Si firma una convenzione con l’associazione di promozione sociale Social Domus, che seleziona ragazzi ventenni che arrivano da Nigeria e Afghanistan.
In pochi giorni, Simona Forlini insegna a usare zappette e concimi, ieri era il primo giorno di «lavoro» (non vengono pagati, sono volontari) su strada.
E non strade qualunque: Alessandria è una città che ha problemi con l’accoglienza, ma che prova a superarli con idee come questa.
«Ero in via Dante qualche ora fa – ha raccontato Davide Valsecchi di Ascom per il Centro ieri pomeriggio alla presentazione ufficiale dell’iniziativa – e sono particolarmente soddisfatto di quello che ho visto: ragazzi che lavorano e commercianti che sono riconoscenti. Sono contento anche che si possa trasformare in un metodo».
In sala, i rappresentanti della Confcommercio di Parma che ascoltano e studiano come «copiarlo». «Questo – spiega Anna Pagella di Social Domus – è un esempio di sinergia tra pubblico, privato e sociale, in più regala una possibilità di inserimento reale per i ragazzi e li fa accettare dalla comunità ».
L’integrazione, questa volta, passa da un fiore.
Valentina Frezzato
(da “La Stampa”)
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