Marzo 21st, 2017 Riccardo Fucile
E IN 970.000 LE DONNE SONO UNICA FONTE DI REDDITO… MAGGIORI DIFFICOLTA’ PER CHI HA PIU’ FIGLI E I MONO-GENITORI
In Italia è rimasta stabilmente sopra il milione la conta delle famiglie senza lavoro e quindi senza stipendio.
Sono, per la precisione, 1.085.000 i nuclei che secondo la statistica dell’Istat sono composti da persone abili al lavoro, ma in cerca di occupazione.
Una piaga che colpisce particolarmente il Sud, dove si situano 587mila casi: più della metà .
Rispetto allo scorso anno non cambia pressochè nulla: si passa da 1 milione 92 mila a 1 milione 85 mila (-0,7%). Si tratta di “case” dove tutti i componenti attivi, che partecipano al mercato del lavoro, sono disoccupati.
Non è detto che siano in assoluto senza un reddito, ma se quest’ultimo cìè arriva da altre fonti (come possono essere rendite o pensioni) e non dall’impiego.
I dati sono stati ricavati dalle tabelle pubblicate dall’Istituto di statistica, come media dei risultati che l’Istat raccoglie trimestralmente nell’indagine sulle forze di lavoro: si riferiscono all’intero 2016.
Le famiglie che non possono contare su alcun reddito sono il 6,6% di quelle presenti sul mercato del lavoro, ovvero 16,5 milioni. Il contraltare a quel milione di famiglie “a zero occupazione” sono i 13,9 milioni in cui tutte le forze lavoro sono impiegate.
Come sono fatte queste famiglie senza redditi da lavoro?
Sono in 448 mila casi coppie con figli, e 290 mila sono famiglie con un solo componente, single, più spesso uomo che donna (178 mila contro 113 mila).
Seguono 222 mila nuclei mono-genitore (e stavolta sono più donne, 192 mila) e 80 mila coppie senza figli.
Analizzando il tasso di disoccupazione delle persone tra i 25 e i 64 anni e incastrando i dati con il loro ruolo in famiglia, si nota come i valori più alti si registrino per i mono-genitori (12%), stanno invece decisamente meglio i single (8,4%).
Accendendo un faro su chi fa parte di coppie con figli, si sottolinea come all’aumentare della prole salga anche il tasso di disoccupazione (7,3% se c’è solo un figlio, 7,7% se due e 10% per tre o più). I coniugi o conviventi senza bambini si fermano al 7,6%.
Emerge poi la difficile situazione delle donne, che in molti casi sono la fonte di reddito principale. In 970mila famiglie, con e senza figli (e coniugi o conviventi tra i 25 e i 64 anni), la donna risulta infatti occupata a tempo pieno o part time, mentre l’uomo è in cerca di occupazione o inattivo (pensionato o comunque fuori dal mercato del lavoro).
Ci sono poi 192 mila famiglie monogenitore, dove c’è solo la mamma ed è disoccupata: quindi secondo i criteri statistici è in cerca di lavoro. La cifra è in aumento rispetto all’anno precedente (+5%).
(da “La Repubblica”)
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Marzo 21st, 2017 Riccardo Fucile
“PRIMA GLI ITALIANI E’ UN MARCHIO REGISTRATO DA NOI, NESSUNO PUO’ USARLO”… CASAPOUND VUOLE PORTARE IN TRIBUNALE SALVINI, MELONI, ALEMANNO E STORACE… IN MANCANZA DEI VOTI, ORA I SOVRANISTI LITIGANO SUL SIMBOLO
C’era un tempo in cui Casapound e Matteo Salvini andavano d’amore e d’accordo nella creazione del fascioleghismo del Terzo Millennio.
Poi qualcosa si ruppe, o meglio: Matteo Salvini è andato in Israele e nell’occasione li ha scaricati, sostenendo di non avere più rapporti con loro da due anni.
Oggi Casapound Italia si vendica con questo comunicato:
‘Prima gli italiani’ diventa un marchio, e un simbolo, registrato e ad usarlo potrà essere solo CasaPound Italia. Lo abbiamo fatto per evitare che gli elettori vengano ancora una volta truffati da chi parla di preferenza nazionale e poi porta i voti a un centrodestra che è schiavo del Partito Popolare Europeo di Angela Merkel. Ci riferiamo in primo luogo a Matteo Salvini, che ha proposto di costituire, in vista delle elezioni politiche, una ‘federazione’ con Fi e Fdi dal nome ‘Prima gli italiani’: un’operazione con la quale il leader della Lega e la sua degna compare Giorgia Meloni ancora una volta si inchinano a Silvio Berlusconi, già pronto al governo di coalizione Nazareno Bis come nel 2013, e svendono la Nazione per un seggio in parlamento.
Siamo pronti a portare in tribunale chiunque presenti un simbolo/marchio con scritto dentro ‘Prima gli italiani’: Esiste un simbolo registrato (di nostra proprietà ) che si chiama ‘Sovranità /Prima gli italiani’. Un simbolo che è già stato presentato alle elezioni in passato e che anche questa volta useremo per impedire di utilizzare la parola ‘Sovranità ‘ nel simbolo a qualunque formazione, compreso il movimento degli ineffabili Alemanno e Storace.
I voti sovranisti non andranno al Ppe: CasaPound è impegnata in prima linea per impedire qualunque tentativo in questo senso operato dagli zombie di un centrodestra ormai fantasma.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 21st, 2017 Riccardo Fucile
IMPONENTE CORTEO PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA E IN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE… LA RISPOSTA DELL’ITALIA MIGLIORE ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA
È partito il corteo con il quale Libera celebra a Locri la XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
“Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare”.
Lo ha affermato don Luigi Ciotti, prima dell’inizio della cerimonia in piazza a Locri.
In testa al corteo ci sono i familiari delle vittime che reggono due striscioni di Libera con lo slogan della Giornata di quest’anno: “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”.
Dietro di loro una grande bandiera della pace portata da ragazzi migranti minorenni giunti in Calabria a bordo di barconi nei mesi scorsi.
A seguire i gonfaloni, le autorità e migliaia di persone giunte da tutta Italia.
Una giornata che coinvolge centinaia di scuole, enti ed associazioni.
Il corteo, la cui partenza è slittata di circa mezz’ora proprio per il grande afflusso di persone, andrà dalla zona nord del lungomare della cittadina per raggiungere la piazza centrale. Dopo l’iniziativa di domenica scorsa con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e le scritte ingiuriose comparse ieri su alcuni muri di Locri, quella di oggi e’ la giornata della memoria che apre le porte all’impegno.
In testa al corteo ci saranno don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, in prima linea nei progetti per la legalità ; il presidente del Senato, Pietro Grasso, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
Dopo l’arrivo nella piazza del paese è prevista la lettura dei nomi delle 950 vittime innocenti della mafia, con il presidente di Avviso pubblico, Roberto Montà , don Luigi Ciotti e un familiare delle vittime di mafia.
Nel pomeriggio spazio ai seminari e agli approfondimenti e poi un’assemblea degli studenti contro le mafie.
(da agenzie)
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Marzo 21st, 2017 Riccardo Fucile
NON BASTAVA LA FOTO CON UN CRIMINALE, RAZZI REPLICA MA INCIAMPA IN UN ERRORE ORTOGRAFICO
Antonio Razzi colleziona contatti pericolosi.
Da anni considera il dittatore nordcoreano Kim Jong-un un amico personale, ora si fa un selfie con Bashar al-Assad, il leader siriano che mezzo mondo considera un genocida.
Il senatore di Forza Italia, componente della commissione Esteri di Palazzo Madama celebre per l’imitazione di Maurizio Crozza e per le sue esternazioni spesso accompagnate da errori grammaticali, viene subissato di critiche per quei sorrisi con l’uomo forte di Damasco. E replica da par suo.
“Il talk fesso offende solo le menti”, replica Razzi su Twitter a chi si dice indignato per quei sorrisi “con il genocida”.
Poi il senatore offre una lettura geopolitica della missione, ma inciampa sull’italiano: “L’incontro con Assad può servire ha costruire un ponte di pace”.
(da agenzie)
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Marzo 21st, 2017 Riccardo Fucile
ALLA PRIMA ESPERIENZA IN UN DIBATTITO TV, IL CANDIDATO “OLTRE LA DESTRA E LA SINISTRA” STUPISCE TUTTI E TIENE TESTA ALLA LE PEN A MUSO DURO
Oltre tre ore di confronto dall’istruzione al terrorismo, si va persino ai tempi supplementari per parlare di istruzione, pensioni, laicità , terrorismo, immigrazione. Finalmente la campagna per le presidenziali entra nel vivo, a un mese dal voto, con un dialogo aperto e diretto tra i cinque principali candidati.
Dopo gli scandali giudiziari e le tante polemiche, i protagonisti della corsa all’Eliseo sono costretti a snocciolare le loro proposte.
Il format televisivo andato in onda ieri sull’emittente privata Tf1 è una novità , finora i dibattiti tra candidati si svolgevano solo prima del ballottaggio.
Ma in questa campagna elettorale i cui i due principali partiti di governo rischiano di non essere presenti al secondo turno anche i media si devono adattare.
Quello che aveva più da perdere era il nuovo favorito Emmanuel Macron, che secondo un sondaggio qualche ora prima del dibattito starebbe addirittura superando Marine Le Pen nei sondaggi (25,5 contro 25% al primo turno).
Il leader centrista, che non ha mai fatto una campagna elettorale, ha tenuto testa alla rivale annunciata Marine Le Pen, veterana di questi dibattiti rispetto a un “debuttante” come lui.
“Non voglio essere vice Cancelliera di Merkel” ha esordito lei, con una battuta sulla recente visita di Macron a Berlino. “Se non sbaglio, monsieur Macron, è favorevole al burkini?” ha attaccato la presidente del Front National dopo un’inizio un po’ ingessato. “Non mi faccia dire cose che non ho mai detto, non ho bisogno di un ventriloquo” risponde l’ex ministro che poi aggiunge: “Il burkini è un problema di ordine pubblico, non di religione. Smetta di voler dividere i francesi”.
Molto attaccata anche Le Pen, che è sembra impacciata sui temi economici, denunciando gli avversari “ultraliberali”, con Benoit Hamon e Jean-Luc Mèlenchon che si sono guardati perplessi.
Per giustificare la proposta di Brexit la leader del Front National ha mostrato un grafico sul calo della produzione industriale di Francia, Italia e Spagna, dopo l’ingresso nell’euro.
L’ex premier Fillon l’accusa: “Lei vuole distruggere il potere d’acquisto dei francesi con il ritorno al franco”. Lei risponde vantando i meriti del Brexit e allora Macron ribatte: “Come mai i promotori del referendum britannico sono poi andati a nascondersi lasciando tutto da fare ai conservatori?”.
Il fondatore del movimento En Marche ha giocato in pieno il suo ruolo da moderato, davanti a un Fillon sempre più a destra, che vuole abbassare a sedici anni la maggiore età per i reati penali.
“Non parliamo di guerra civile” ha detto Macron che, a sorpresa, si è schierato con il gauchiste Mèlenchon sulle cause sociali della delinquenza.
Anche Hamon cerca di placare Le Pen sul boom della criminalità : “Lei è una drogata della cronaca nera, con una visione falsata” commenta il candidato socialista. “Ho gli occhi aperti” risponde lei.
Stesso scontro sull’immigrazione con Macron, Hamon e Mèlenchon quasi sulla stessa linea, ovvero l’inutilità della chiusura totale delle frontiere e l’esagerazione dei dati sulla presunta “invasione” di rifiugiati.
“Su 100 persone che fuggono dalle guerre solo 4 vengono in Europa” precisa Macron. Mèlenchon sottolinea che bisogna combattere alla radici le cause delle migrazioni, un “esilio forzato” provocato da guerre militari e commerciali.
Ma la parentesi che mette la sinistra accanto a Macron dura poco.
Hamon – forse una delle sorprese della serata – si mostra molto aggressivo sul tema del finanziamento del movimento En Marche, alludendo alle lobby che sarebbero dietro al giovane candidato centrista.
“Garantisco che sarò un Presidente indipendente senza conflitti di interesse” risponde Macron, incalzato dal socialista che chiede di divulgare i nomi dei suoi grandi finanziatori. Anche Le Pen insinua di nuovo sul passato da banchiere del rivale.
“Se lei ha qualcosa di concreto da rimproverarmi si rivolga alla giustizia” risponde Macron che, come previsto, si è trovato al centro non solo politicamente ma anche nel tiro incrociato degli attacchi.
(da “La Repubblica”)
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