Maggio 13th, 2022 Riccardo Fucile
“SE AVETE A CHE FARE CON UNA PERSONA LEGATA AI MEZZI DI INFORMAZIONE IN RUSSIA NON AVETE A CHE FARE CON UN GIORNALISTA, MA CON L’ENNESIMO SERVO DI PUTIN. O È TERRORIZZATO O HA A DISPOSIZIONE INFINITE POSSIBILITÀ MONETARIE”
Il costo della propaganda russa. un tema affrontato a PiazzaPulita, il programma di Corrado Formigli in onda su La7, la puntata è quella di giovedì 12 maggio. Ospite in collegamento ecco Alexander Nevzorov, giornalista dissidente russo, il quale punta il dito contro Vladimir Putin e svela come funziona la macchina della propaganda dello zar. Una macchina oliata con un’infinità di rubli, stando a quel che sostiene.
“Cari miei fratelli italiani, cercate di capire: se avete a che fare con una persona che in un modo o nell’altro è legato ai mezzi di informazione in Russia non avete a che fare con un giornalista, ma con l’ennesimo servo di Putin”, premette Nevzorov, arrivando dritto al punto.
E questo “servo di Putin”, riprende, “è o terrorizzato o ha a disposizione infinite possibilità monetarie. Voi nemmeno vi immaginate le cifre con le quali Putin paga la propaganda. Parliamo di quantità cosmiche, enormi”, rimarca.
E ancora: “Vi suggerisco di non perdere tempo ad ascoltare i propagandisti del Cremlino, mai: dovete capire che al di là delle menzogne da queste persone non sentirete mai altro. Un cadavere può essere conservato solo in formaldeide, altrimenti si macera: ecco, il putinismo può conservarsi solo all’interno di forti menzogne”, conclude Nevzorov.
(da agenzie)
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Maggio 13th, 2022 Riccardo Fucile
LICENZIATI E ARRESTATI NUMEROSI ALTI UFFICIALI RITENUTI RESPONSABILI DEL FALLIMENTO DELL’OPERAZIONE
Secondo un alto consigliere del presidente ucraino Zelensky, il
comandante in capo dell’esercito russo, il generale Valery Gerasimov, sarebbe stato sospeso, mentre un gruppo di alti ufficiali è stato licenziato o arrestato nel pieno di un’epurazione ai vertici.
Oleksiy Arestovych, veterano dell’intelligence militare e parte della cerchia ristretta del presidente Zelensky, ha dichiaro mercoledì che Gerasimov – il capo di stato maggiore dell’esercito russo – è stato sospeso mentre Putin cerca comandanti di alto livello da incolpare per la sua errata invasione dell’Ucraina.
Arestovych, parlando ieri sera con l’avvocato e politico russo dissidente Mark Feygin su YouTube, ha dichiarato: «Secondo le informazioni preliminari, Gerasimov è stato di fatto sospeso. Stanno decidendo se dargli il tempo di aggiustare le cose o no».
Ha aggiunto: «Anche il comandante del primo esercito di carri armati del distretto militare occidentale, il tenente generale Sergei Kisel, è stato arrestato e licenziato dopo che il primo esercito di carri armati è stato sconfitto vicino a Kharkiv».
Secondo il canale Telegram gestito dal ministero dell’Interno ucraino, altri due comandanti dell’esercito sono stati licenziati a causa di pesanti perdite sul campo di battaglia. Agli arresti, sempre secondo la fonte, anche il comandante della flotta del Mar Nero e il suo vice ammiraglio.
Arestovych ha sottolineato che la sua informazione è «preliminare», ma arriva dopo che Gerasimov non si è presentato lunedì durante la parata russa del Giorno della Vittoria a Mosca, a cui era ampiamente previsto che partecipasse. Secondo quanto riferito, il generale sarebbe stato ferito da schegge in Ucraina dopo che Putin lo ha inviato lì per invertire la guerra.
L’esercito di Putin – una volta proclamato il secondo migliore al mondo – ha subito una serie di umilianti sconfitte sul campo di battaglia in soli due mesi di combattimenti in Ucraina: più di 20.000 soldati sono morti, centinaia di carri armati sono stati distrutti, la sua nave ammiraglia del Mar Nero è stata affondata.
«Dopo il fallimento in Ucraina – repressioni ed epurazioni nell’esercito russo», ha detto ieri un post del feed Find Your Own Telegram, gestito dal ministero dell’Interno di Kiev. «Il comandante della flotta del Mar Nero, l’ammiraglio Igor Osipov, è stato rimosso dal suo incarico e arrestato. [Ci sono] azioni investigative in relazione al… primo vice comandante della flotta, il vice ammiraglio Sergei Pinchuk».
«A causa delle ingenti perdite di personale, armi e equipaggiamento militare, [la Russia] ha silurato: il comandante della 6a armata, tenente generale Vladislav Ershov; il comandante dell’esercito di carri armati del distretto militare occidentale, il tenente generale Sergei Kisel e uno dei vice comandanti». «[Anche] il comandante del 22° corpo d’armata del distretto militare meridionale, il generale maggiore Arkady Marzoev».
Se confermata, segnerebbe la più grande epurazione di alti comandanti militari durante il conflitto finora e rappresenterebbe un’ammissione tattica da parte di Putin che l’invasione è stata in gran parte un fallimento.
(da Daily Mail)
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Maggio 13th, 2022 Riccardo Fucile
NELLA MISSIONE RUSSA IN ITALIA DI AIUTI PER IL COVID ANCHE DUE PRESUNTI GIORNALISTI PARTICOLARI
Durante l’ormai famosa missione russa di aiuti in Italia per il Covid, oltre a medici militari, uomini del Gru (i servizi segreti militari russi) e generali esperti nella guerra batteriologica in teatri di guerra sporca (Siria), la Russia inviò anche due giornalisti particolari.
Un report del Robert Lansig Institute, finito all’intelligence americana e italiana, recitava testualmente: «La squadra schierata in Italia comprende due dipendenti del canale televisivo Zvezda, che fa parte del ministero della Difesa russo. Tra loro c’è Konstantin Khudoleev, che parla inglese, francese e tedesco, è stato ferito in precedenza in un’esplosione durante il suo dispiegamento in Siria, e compilava rapporti (per la Difesa russa).
Un altro dipendente di Zvezda è Vyacheslav Amelyutin, un cameraman, che è stato uno dei giornalisti precedentemente espulsi dall’Estonia per aver realizzato una campagna di propaganda. Proprio come Khudoleev, aveva lavorato anche in Siria.
Analizzando i precedenti incarichi di entrambi i giornalisti di Zvezda, si può ritenere che facciano parte dell’intelligence militare russa che prende parte a “psy ops”, operazioni psicologiche». Anche in quell’occasione i russi riuscirono a evitare che giornalisti italiani filmassero le loro operazioni nel Bergamasco, e ottennero talvolta che fossero proiettati – in alcuni tg italiani – i loro video. Realizzati da questo cameraman, che l’intelligence estone considera un operativo dei servizi.
L’intelligence italiana – che ha spinto con Copasir e Commissione di Vigilanza per intervenire dinanzi al problema di una «disinformazione russa in atto» – sa tutto questo, e sa molto altro. Di fronte a una serie di dati di fatto e documenti preoccupanti, e anche di nomi e ricorrenze, è stata l’intelligence a mobilitare il Copasir (non quest’ ultimo che si è mosso di testa sua con presunte volontà censorie).
Questi dati risultano, peraltro, sia ai servizi italiani sia a quelli americani, che hanno fornito ampio materiale ai colleghi alleati. Una tv russa, innanzitutto, è al centro delle “ops” in Italia anche oggi: sempre la stessa, Zvezda. È riuscita a inviare una sua dipendente, Nadana Fridrikhson, con frequenza notevole su La7 e anche a Raitre (lei ha negato di essere una spia).
Un altro nome finito all’attenzione è quello di Petr Fedorov, frequente ospite di La7, capo di RTR, la costola internazionale di Vgtrk. Vgtrk è esattamente uno dei tre broadcaster a cui Ursula Von der Leyen si è riferita così: «Sono portavoce che amplificano in modo aggressivo le bugie e la propaganda di Putin», e rientrano nel sesto pacchetto di sanzioni europee. La Bbc ha riportato che sotto sanzioni cadono sia Rossiya tv, sia Rtr Planeta.
La tv di Fedorov è bannata in Europa, ma lui appare fisso in Italia in tv. Discorso analogo per la star di Channel 1, Vladimir Solovyov – peraltro, personaggio sotto sanzioni anche personali, con congelamento degli asset e sequestro di due sue ville miliardarie sul lago di Como.
I servizi hanno ricevuto segnalazioni, dalle intelligence alleate, anche su Julia Vitazyeva, che lavora per NewsFront, organizzazione sotto sanzioni del Tesoro americano, che la definisce testualmente «un canale di disinformazione e propaganda con sede in Crimea, in particolare focalizzato sul supporto delle forze armate della Russia in Ucraina». Per gli Usa, non sono giornalisti.
Qual è il canale attraverso cui arrivano in tv in Italia? Gli analisti hanno pochi dubbi che un ruolo di intermediario con le tv italiane sia giocato dall’ambasciata russa.
L’intelligence ovviamente sta seguendo anche una serie di account social, filorussi o direttamente russi. Come quelli che hanno diffuso la falsa grafica sui bunker sotterranei di Azovstal.
(da La Stampa)
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Maggio 13th, 2022 Riccardo Fucile
TRA POCO UNO NON POTRA’ NEANCHE USUFRUIRE DELLE TOILETTE PUBBLICHE SENZA AVER FORNITO PRIMA I DOCUMENTI, SIAMO AL DELIRIO
Il governo russo ha presentato un disegno di legge per costringere le
app che offrono un servizio taxi a fornire ai servizi di sicurezza (Fsb) l’accesso in tempo reale ai dati dei passeggeri.
«Il documento prescrive l’obbligo per i servizi di prenotazione dei taxi di fornire all’Fsb un accesso remoto automatizzato ai sistemi informativi e ai database utilizzati per ricevere, archiviare, elaborare e trasmettere la prenotazione dei taxi», si legge in una dichiarazione pubblicata mercoledì 11 maggio dalla Camera bassa della Duma, il parlamento russo.
Il deputato Adalbi Shkhagoshev, membro della Commissione per la sicurezza della Duma, ha detto all’agenzia di stampa RIA Novosti che «questa è una misura molto difficile da attuare, ma ciò non significa che non sia necessaria». Finora, l’Fsb poteva ottenere tali informazioni solo attraverso una richiesta formale ai servizi di taxi, che avevano il diritto di rispondere entro 30 giorni.
L’idea di modificare l’accesso ai dati privati dei cittadini era stata avanzata già a fine marzo dal ministero dei trasporti russo. «Molti temono che l’Fsb possa ricevere informazioni sui passeggeri in qualsiasi momento e in tempo reale, ma nessuno monitorerà questi dati dalla mattina alla sera», aveva detto all’epoca Irina Zaripova, presidente del Consiglio nazionale per lo sviluppo dei taxi. «Ma quando si tratta di sicurezza nazionale, molto spesso ci sono situazioni in cui è successo qualcosa e gli agenti dell’Fsb hanno bisogno di questi dati praticamente entro un’ora, per risolvere un crimine o prevenirlo», aveva specificato.
(da agenzie)
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Maggio 13th, 2022 Riccardo Fucile
COPASIR: “FIGURE APPARENTEMENTE INDIPENDENTI AL SOLDO DI PUTIN”
Alcuni report dell’intelligence italiana suggeriscono che in Italia la macchina della disinformazione russa è in azione.
E ci sono prove e nomi di un’attività di inquinamento pianificata dal Cremlino fin dal luglio 2021. Ovvero quando è stata concepita l’«Operazione speciale» di Vladimir Putin in Ucraina.
Secondo La Stampa, che ne parla oggi in un articolo a firma di Niccolò Carratelli e Michela Tamburrino, si tratta di una strategia di comunicazione affidata non solo ad agenti segreti o “spie”, ma a veri giornalisti, accademici, imprenditori. Tutti arruolati nel programma orchestrato da Mosca.
Siamo di fronte a una «ingerenza messa in campo da attori statuali», ha detto il presidente del Copasir Adolfo Urso al termine dell’audizione dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes.
Le armi della propaganda russa sono, secondo il dossier, gli ospiti russi intervistati sui media. Che sono quasi sempre espressione diretta del Cremlino ed agiscono secondo precise direttive per inquinare il dibattito attraverso le fake news anche sui social network.
Ma anche figure apparentemente indipendenti avrebbero invece legami con il regime di Putin. Intanto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera oggi Urso spiega che i 13.416 casi di infiltrazione censiti dalla task force europea provano l’esistenza di «una centrale della disinformazione che opera da anni alle dirette dipendenze del Cremlino. Basti ricordare come Russia e Cina agissero per farci credere che i loro vaccini fossero i migliori al mondo e che i sistemi autoritari fossero più adeguati a fronteggiare il virus. Ora sappiamo la verità».
Per il presidente del Copasir un altro rischio sul tavolo è quello degli attacchi hacker che dovrebbero «essere configurati come atto terroristico. Credo inoltre necessario attribuire direttamente al presidente del Consiglio il potere di disporre che, a fronte di una azione configurata come pregiudizio per la sicurezza nazionale, possa disporre ogni misura proporzionata per il suo contrasto. E va realizzato al più presto il cloud nazionale della Pubblica amministrazione, una politica nazionale sui cavi marittimi e terrestri per fare del nostro Paese un nodo centrale nella rete globale che sempre più connetterà Europa e Occidente con Asia e Africa».
(da agenzie)
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Maggio 13th, 2022 Riccardo Fucile
“MI AVEVANO ORDINATO DI SPARARE”
Si è aperto a Kiev il primo processo per crimini di guerra a carico di un
soldato russo dall’inizio del conflitto in Ucraina.
L’imputato è il sergente Vadim Shyshimarin, 21 anni, accusato di aver ucciso un civile di 62 anni nel villaggio nord-orientale di Chupakhivka sparandogli alla testa. Rischia l’ergastolo.
Shyshimarin è comparso in una piccola gabbia di vetro nell’aula del tribunale di Kiev, piena di giornalisti.
L’uccisione di cui è accusato risale ai primi giorni della guerra, il 28 febbraio: Shyshimarin, un membro di un’unità di carri armati catturata dalle forze ucraine, ha ammesso di aver sparato al civile in un video pubblicato dal servizio di sicurezza ucraino.
“Mi è stato ordinato di sparare”, ha detto Shyshimarin, “gli ho sparato un colpo. Lui è caduto. E siamo andati avanti”.
Per alcune azioni commesse nei primi giorni immediatamente dopo l’invasione potrebbero essere condannati anche altri due soldati russi accusati di aver utilizzando un lanciarazzi multiplo da 122 mm montato su un camion sovietico per bombardare case ed edifici civili nel villaggio di Kozacha Lopan, nel distretto di Kharkiv.
Avverrà in contumacia invece il processo di un altro soldato accusato di aver ucciso un uomo in un villaggio nella regione di Brovarsky e di aver violentato la moglie mentre minacciava lei e il figlio minorenne. “Ora non sappiamo dove sia – ha affermato la procuratrice – forse sta ancora combattendo, forse è a riposo, forse è morto. Non lo sappiamo, ma vogliamo perseguirlo in contumacia”.
Venediktova la scorsa settimana ha dichiarato che la Russia ha commesso quasi 10.000 crimini di guerra dall’inizio della guerra.
(da agenzie)
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Maggio 13th, 2022 Riccardo Fucile
IL PATETICO TENTATIVO DI SMINUIRE LE MOLESTIE SUBITE DALLE RAGAZZE DI RIMINI… MA CHI VUOLE CHE TI FISCHI DIETRO SE NON PER LE SCIOCCHEZZE CHE DICI?
È stata scelta da Luca Zaia, dopo la sua rielezione alla guida della Regione Veneto, come guida di uno degli Assessorati che dovrebbe lavorare per migliorare il substrato culturale in termini di Pari Opportunità.
Ma questo concetto, strettamente attuale soprattutto per quel che riguarda i diritti delle persone, si è perso dietro a un fischio.
Perché l’Assessora di Fratelli d’Italia Elena Donazzan è riuscita, in poco meno di un minuto, a sminuire le denunce delle donne che hanno parlato di molestie subite dagli Alpini durante l’adunata di Rimini e poi si è lasciata andare in un commento sulla bellezza di essere “fischiata dietro”.
L’Assessora alle Pari Opportunità della Regione Veneto (che già in passato si era resa protagonista di uscite fuori luogo, come quando cantò la canzone fascista “Faccetta Nera” in Radio) , intervistata da una televisione locale, ha pronunciato queste esatte parole: “Io credo che chi vuole gettare fango e polemiche lo faccia veramente con una grave colpa. E dovrebbe vergognarsi, soprattutto se abita nelle zone dove gli Alpini sono molto presenti. C’è una denuncia su una manifestazione così, ce ne saranno pure due o tre? Beh, vediamo chi è che si è macchiato di questo. Sono quasi certa che non si tratti di Alpini. E poi, perdonatemi: se uno mi fa un sorriso, mi fischia dietro e son bella io son pur contenta”.
Prosegue, dunque, il tentativo di gettare polvere sotto il tappeto. Una dichiarazione arrivata, inoltre, fuori tempo massimo.
Nella giornata di ieri, infatti, persino il Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini ha chiesto scusa per il comportamento di alcuni iscritti durante l’evento di Rimini. Perché dopo le denunce social, sono arrivate quelle alle forze dell’ordine (ricordiamo che la legge dà un massimo di 90 giorni dai “fatti” per poter denunciare l’accaduto e quindi l’indignazione per il clamore social era del tutto priva di contesto).
Ma oltre al concetto di catcalling, l’Assessora alle Pari Opportunità del Veneto dà per certo che chi si è reso protagonista di questi gesti (che lei stessa sminuisce) non fa parte degli Alpini. Ovviamente senza fornire prove a sostegno di questa sua tesi.
(da NextQuotidiano)
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Maggio 13th, 2022 Riccardo Fucile
PRIMA DI SFUMARE CON LA PUBBLICITA’, IL CONDUTTORE SBOTTA
Una discussione a distanza, il lancio della pausa pubblicitaria che –
però – parte con un istante di ritardo, con un microfono che sfuma troppo tardi. E così, durante la diretta di “Dritto e Rovescio”, su Rete 4, la regia non è riuscita a non mandare in onda il “vaffa” pronunciato dal conduttore Paolo Del Debbio nei confronti della sua ospite in collegamento: la giornalista russa Yulia Vityazeva.
La giornalista russa dell’Agenzia Newsfront aveva criticato la presenza negli studi di Rete 4 di alcuni ospiti nel pubblico che avevano mostrato davanti alla telecamera la bandiera gialloblù dell’Ucraina.
“Allora, in questo studio ci sta chi voglio io, se voglio io. Se lei ci vuole stare, ci sta. Sennò se ne va a casa. Ci vediamo dopo la pubblicità”. Una reprimenda che sembrava essersi conclusa lì, con l’annuncio della fine dell’anteprima della puntata di “Dritto e Rovescio”, prima di entrare nel clou con gli altri approfondimenti della trasmissione di Rete 4.
Ma, forse pensando che l’audio fosse stato già sfumato dalla regia e che il collegamento in diretta fosse stato interrotto, il conduttore e giornalista si è lasciato andare in uno sfogo. “Ma vaffan…, va”.
E lo scontro prosegue anche al ritorno in diretta. La giornalista Yulia Vityazeva, infatti, vuole parlare a ruota libera proponendo quella che ormai è la classica narrazione russa di quel che sta accadendo in Ucraina da quasi tre mesi. Un tipo di versione (che aveva tentato di presentare anche qualche giorno fa a “Di Martedì“, su La7) che viene contestata da Del Debbio che sottolinea come questo tipo di propaganda non possa trovare spazio e debba essere contestata.
(da agenzie)
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Maggio 13th, 2022 Riccardo Fucile
IL PATTUGLIATORE ERA UTILIZZATO PER TRASPORTARE ARMI E RIFORNIMENTI ALIMENTARI ALLE TRUPPE RUSSE
Dopo l’incrociatore Moskva, la Russia perde un’altra nave militare nelle acque del Mar Nero. Questa volta a essere colpita dai missili ucraini, è stata la Vsevolod Bobrov. Dopo l’attacco, a bordo della potente imbarcazione (e di ultima generazione, varata nel 2016 ma entrata in servizio solamente pochi mesi fa) utilizzata come mezzo di supporto militare è scoppiato un incendio.
Si tratta di un altro duro colpo alle infrastrutture mobili utilizzate dai militari inviati dal Cremlino per pattugliare la zona Sud dell’Ucraina.
Il missile ha colpito la Vsevolod Bobrov non distante dalla costa dell’isola dei Serpenti, luogo diventato simbolo della resistenza ucraina. Secondo quanto spiegato dal portavoce del sindaco di Odessa, a bordo dell’imbarcazione – un pattugliatore militare in possesso della Marina russa – è scoppiato un rogo a causa dell’esplosione. Non sono quantificabili, al momento, i danni perché – come già accadde con il Movska – dal Cremlino non è arrivata alcuna conferma ufficiale. Fonti ucraina, invece, parlano di attacco andato a segno e nave militare costretta a essere rimorchiata fin sulle sponde del porto di Sebastopoli, in Crimea.
Dopo il danno inflitto alla Marina Russa con i missili che hanno colpito l’incrociatore Moskva, l’aver messo fuori uso la Vsevolod Bobrov su cui il Cremlino (attraverso i suoi cantieri navali) aveva investito moltissimo sembra essere un altro chiaro ed evidente segno di come i piani iniziali di Mosca stiano lentamente naufragando.
Perché il pattugliatore colpito, oltre a poter ospitare oltre 100 persone, ha una capacità di carico imponente anche per il trasporto di derrate alimentari e militari. Inoltre, sul ponte c’era anche lo spazio per ospitare gli elicotteri militari russi.
(da agenzie)
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