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COME STA PUTIN? SECONDO IL CANALE TELEGRAM DI CONTROINFORMAZIONE RUSSA “GENERAL SVR” DA MARTEDI’ SCORSO “TUTTI I RAPPORTI PASSANO ATTRAVERSO IL CONSIGLIERE DELLA SICUREZZA PATRUSHEV”

Maggio 20th, 2022 Riccardo Fucile

LA FONTE SCRIVE: “ATTENDIAMO CON IMPAZIENZA QUANDO IL MEZZO CADAVERE DI PUTIN VERRA’ MOSTRATO IN PUBBLICO”

Come sta Vladimir Putin? Secondo il canale telegram “General SVR”, che per primo ha parlato dei problemi di salute del presidente russo, «da martedì tutti i rapporti passano attraverso Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa».
Il canale di contro informazione presumibilmente gestito da un ex generale dei servizi segreti esteri russi noto con lo pseudonimo di “Viktor Mikhailovich” parla da mesi dei problemi di salute di Putin, e aveva annunciato che il presidente si sarebbe dovuto presto operare e che il comando, in quei giorni, sarebbe passato nelle mani di Patrushev. Sembra che il momento sia arrivato.
Scrive la fonte: «Per la maggior parte delle questioni che richiedono il permesso o il parere del presidente, ora Patrushev prende personalmente la decisione e informerà Putin nel suo rapporto finale. Non c’è eccezione nemmeno per il primo vice capo dell’amministrazione presidenziale, Sergei Kiriyenko, che tradizionalmente ha accesso diretto al presidente» e che «ora riferisce e riceve incarichi e raccomandazioni da Patrushev».
«Lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha avuto solo due conversazioni telefoniche da martedì. Allo stesso tempo, i presunti incontri e discorsi di Putin di martedì, mercoledì e giovedì sono “cibo in scatola”». Il canale aveva infatti avvisato che durante l’operazione del presidente e i giorni di convalescenza i funzionari statali avevano preparato filmati, video, dichiarazioni per simulare la presenza di Putin, quello che il canale chiama “cibo in scatola”.
«Attendiamo con impazienza quando il mezzo cadavere di Putin verrà mostrato al pubblico» si augura “General SVR”, «alcuni personaggi stanno già iniziando a preoccuparsi e non capiscono davvero chi prende le decisioni chiave ed è responsabile della situazione nel Paese. Le decisioni prese da Patrushev possono e saranno senza dubbio percepite dalle persone al potere in modo ambiguo e, senza garanzie di sostegno a queste decisioni da parte del presidente, tutto scivolerà rapidamente in una crisi politica».
«Ora il regime in Russia si basa esclusivamente sull’autorità del presidente e sulle sue garanzie per le élite. E come partito di Zhirinovsky, il regime di Putin senza Putin è una merda noiosa e informe, in cui né Patrushev né nessun altro possono essere la base e il nucleo».
(da agenzie)

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“I RUSSI NON RISPARMIANO NEANCHE I BAMBINI DAGLI STUPRI”

Maggio 20th, 2022 Riccardo Fucile

LA COMMISSARIA UCRAINA PER I DIRITTI UMANI: “IN 100 HANNO DENUNCIATO VIOLENZE CONTRO I MINORI. 200 HANNO DENUNCIATO STUPRI E, DI QUESTI, 60 SONO STATI COMMESSI SU MINORI. SONO 25 I CASI DI PERSONE TENUTE RINCHIUSE IN UNO SCANTINATO”

La commissaria parlamentare per i diritti umani dell’Ucraina Lyudmyla Denisova accusa oggi in un’intervista a La Stampa i soldati russi di aver commesso stupri e violenze sulla popolazione civile. Secondo Denisova sono 80 mila le denunce presentate e le violenze sessuali contro le donne fanno parte di una strategia che ha come obiettivo il genocidio del popolo ucraino.
«A partire dal 24 febbraio abbiamo attivato una linea verde. È attiva 24 ore su 24. Sono arrivate 43 mila telefonate per denunciare crimini su 82mila persone. Dopo la liberazione di Bucha del 31 marzo abbiamo iniziato a ricevere anche segnalazioni sulle difficoltà psicologiche delle vittime delle violenze. Abbiamo istituito un’altra linea telefonica».
E i numeri sono impressionanti: «Sono arrivate 1100 telefonate per denunciare torture, stupri, violenze. In 400 ci hanno anche confessato di volersi uccidere. In 100 hanno denunciato violenze contro i minori. 200 hanno denunciato stupri e, di questi, 60 sono stati commessi su minori. Ieri (mercoledì, n.d.r.) in appena un’ora, dieci persone hanno denunciato. Otto erano minorenni».
Denisova, che aveva documentato anche 25 casi di persone tenute rinchiuse in uno scantinato e sistematicamente violentate a Bucha, dice anche che per molte rimaste incinte è diventato difficile ottenere l’interruzione di gravidanza: «È capitato per esempio a una ragazza di 14 anni violentata da tre russi e rimasta incinta. In Ucraina il medico le aveva consigliato di non abortire perché sarebbe diventata sterile. La giovane ha poi parlato con uno psicologo e alla fine ha deciso di abortire comunque ma all’estero per evitare che i suoi conoscenti lo sapessero. È andata in Polonia dove ha ottenuto l’interruzione di gravidanza».
(da agenzie)

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IN UCRAINA C’È LA GUERRA E IN ITALIA IL GOVERNO RISCHIA DI CADERE SUI BALNEARI. NON CI RESTA CHE PIANGERE

Maggio 20th, 2022 Riccardo Fucile

LA FURIA DI DRAGHI CONTRO FORZA ITALIA E LEGA: CONSIGLIO DEI MINISTRI PER ISOLARE SALVINI… LA LEGA SI SPACCA. I MINISTRI DEL CARROCCIO NON SEGUONO IL LORO SEGRETARIO E DICONO SI’ ALLA QUESTIONE DI FIDUCIA

La convocazione arriva improvvisa: «Consiglio dei ministri straordinario alle 18». Sulla chat dei ministri nessuno ne sa niente, «cosa vorrà dirci Draghi?». Uno dei pochi che avrebbe potuto rispondere alla domanda è Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera: il premier è pronto a minacciare la crisi se non si risolve la questione dei balneari.
Finita la seduta a Montecitorio Draghi avvicina Barelli, i due si conoscono per aver condotto la complicata trattativa sul catasto, finita con un accordo che stavolta sembra lontano. La mattinata tutto sommato è andata più liscia del previsto, ma il presidente del Consiglio ha un altro cruccio che riversa all’interlocutore: «Sono molto preoccupato per il ddl Concorrenza, sono trascorsi mesi e non si è risolto niente».
La conversazione comincia in Aula, ma si forma un capannello e allora Barelli e Draghi si isolano e continuano a parlare, prima nelle stanze del governo dietro al Transatlantico e poi nell’ascensore che porta al piano sotterraneo che conduce a Palazzo Chigi.
Il dirigente berlusconiano, sebbene non segua direttamente il dossier dei balneari (l’imbuto si è creato al Senato) tenta di rassicurare il premier: «Le soluzioni si sono sempre trovate e si troveranno anche stavolta, serve buona volontà, ma è importante che ce la mettano tutti». Sottinteso, anche il governo. Parole che Draghi ascolta con attenzione, ma che non bastano a rassicurarlo, tanto che dopo qualche ora arriva la convocazione del Consiglio dei ministri.
Che fosse una giornata complicata tra governo e maggioranza, specie con i partiti del centrodestra, lo si poteva immaginare già di prima mattina. Alle 8 a Palazzo Chigi va in scena un incontro, tra i relatori del ddl Concorrenza (Paolo Ripamonti e Stefano Collina), gli esponenti del governo (i ministri Massimo Garavaglia, Federico D’Incà, la sottosegretaria Caterina Bini e il viceministro Gilberto Pichetto) e il sotto segretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli.
La proposta leghista di spostare le gare per le spiagge al 31 dicembre e di aumentare gli indennizzi per i concessionari uscenti viene respinta: «Sarebbe una spesa enorme per lo Stato», dice Garofoli.
Lo stallo è certificato e le posizioni si radicalizzano. Il governo chiede che la commissione industria del Senato cominci a votare le parti meno controverse del ddl concorrenza, lasciando per ultima la questione dei balneari in attesa di un accordo. Una proposta respinta dal centrodestra.
La tensione sale quando Anna Maria Bernini e Massimiliano Romeo, i capigruppo di Forza Italia e Lega in Senato, diffondono una nota: «Sul tema delle concessioni balneari sono necessari ulteriori approfondimenti per arrivare a un testo condivisibile e quindi condiviso».
Uno stop che irrita il presidente del Consiglio che a quel punto convoca i ministri, in forma urgente. Ai colleghi Garavaglia racconta che nel corso della mattinata aveva avvisato Massimiliano Romeo, il capogruppo della Lega (il suo partito), «Draghi si è stufato», chiedendo di abbassare la tensione. Un consiglio che rimane inascoltato.
Il treno ormai è in corsa e il premier non ha intenzione di fermarlo. Anzi, sceglie di drammatizzare. Quando si trova i ministri davanti, saluta, apre la seduta e si limita a leggere freddamente un testo, il cui senso è: si trovi un accordo in commissione industria, oppure il governo metterà la fiducia sul testo base del 3 dicembre, che gran parte della Lega e delle associazioni di categoria ritiene inaccettabile.
Draghi indica anche una scadenza precisa: 31 maggio. Ci sono dieci giorni per trovare un accordo, poi se le cose dovessero andar male, un minuto dopo il premier sarebbe pronto a salire al Colle.
Lo stesso ministro del Turismo interviene per fotografare la situazione. Il ricorso alla fiducia va approvato dai membri del governo e nessuno fa obiezioni, nemmeno il capodelegazione Giancarlo Giorgetti si mette di traverso.
Si apre così un nuovo fronte nel Carroccio che poi è sempre lo stesso: da una parte i ministri e dall’altra Matteo Salvini. Il segretario pur evitando gli ultimatum utilizzati nel corso della trattativa sul catasto, quando arrivò a minacciare apertamente la crisi, non può cedere sui balneari, non solo per la pressione delle associazioni (che la Lega ha rappresentato da sempre), ma anche per la costante minaccia rappresentata da Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia, infatti, è pronta a utilizzare l’argomento in una campagna elettorale nella quale ha messo la Lega nel mirino. Salvini avrebbe quindi bisogno di una sponda da Palazzo Chigi, ma stavolta rimane isolato. Nemmeno i suoi ministri lo seguono.
Una situazione non diversa da quella vissuta da Forza Italia. Da una parte Maurizio Gasparri e Anna Maria Bernini danno battaglia al Senato, dall’altra, Maria Stella Gelmini dice: «Bene aver ascoltato le categorie, bene aver accolto diverse proposte dei balneari, ma ora bisogna correre per rispettare gli impegni del Pnrr».
Oggi si apre a Napoli la convention di Forza Italia, l’aria da resa dei conti interna rischia di far passare in secondo piano quello che doveva essere l’evento: il ritorno di Silvio Berlusconi sotto al Vesuvio.
(da agenzie)

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LO ZIO CHE ROMPE 4 COSTOLE AL NIPOTE PERCHE’ E’ GAY: “NON VOGLIAMO RICCHIONI IN FAMIGLIA”

Maggio 20th, 2022 Riccardo Fucile

UN ALTRO DA RINCHIUDERE E BUTTARE LA CHIAVE

Lo hanno raggiunto in strada, poi lo hanno circondato in 4. Quattro adulti contro un giovane poco più che adolescente. Poi le botte e quella serie ripetuta di colpi al corpo e al viso che hanno provocato la frattura di 4 costole, lividi e tumefazioni sparse per tutto il colpo e il setto nasale deviato. Il motivo? Il 16enne è gay e alla sua famiglia tutto ciò non piace. Perché a organizzare il pestaggio è stato lo zio che non si è limitato a organizzare l’agguato, ma ha partecipato attivamente a tutto ciò corredando il tutto con assurde frasi di stampo discriminatorio. Questo ennesimo episodio di omofobia è accaduto qualche giorno fa in provincia di Cosenza.
A riportare la denuncia del 16enne è stato il Presidente dell’ArciGay Cosenza Silvio Cilento. L’aggressione omofoba si è consumata nel giro di qualche minuto, nella giornata di martedì 17 maggio. Un giorno simbolico, trattandosi della data scelta come giornata contro l’omofobia. Il ragazzo era da poco uscito di casa, legando al suo zaino una classica bandierina Rainbow simbolo della comunità LGBT. Ed è in quel momento che inizia quel pomeriggio di inferno per lui.
Il papà del 16enne, come raccontato dal Presidente dell’ArciGay Cosenza che ha parlato a lungo con il giovane, avrebbe avvisato lo zio del ragazzo subito dopo la sua uscita di casa.
E mentre quest’ultimo stava raggiungendo alcune sue amiche è stato accerchiato da quattro persone: lo zio e altri tre uomini. E proprio il parente più prossimo, prima di scaricare contro il giovane una violenza inaudita, gli avrebbe gridato la frase: “Non vogliamo ricchi*ni nella nostra famiglia”. Poi i colpi continui che hanno provocato la frattura di 4 costole, la deviazione del setto nasale e diverse ferite su tutto il corpo. Ma non è finita qui. Il 16enne – come riportato da Silvio Cilento – è stato riportato nella sua abitazione proprio dallo zio che, prima di lasciarlo, gli avrebbe detto: “Ora muori a casa”.
(da agenzie)

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LA STUDENTESSA CHE DAVANTI A CASELLATI ATTACCA I SENATORI CHE HANNO AFFOSSATO IL DDL ZAN

Maggio 20th, 2022 Riccardo Fucile

DURANTE LA CERIMONIA PER GLI 800 ANNI DELLA UNIVERSITA’ DI PADOVA L’INTERVENTO DELLA RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI

“Mi domando come possa considerarsi libero un Paese in cui la libertà è garantita nella sua totalità per alcuni e centellinata per altri. Un Paese in cui i senatori della Repubblica possono permettersi di applaudire pubblicamente l’affossamento di un disegno di legge che, pur in minima parte, mirava a tutelare la libertà di esistere di persone, cittadini, di uno Stato che continua a chiudere gli occhi davanti alla sue evidente transfobia, mentre conta il più alto tasso di omicidi di persone trans in Europa”.
Parlando durante la cerimonia per gli 800 anni dalla fondazione dell’Università di Padova, Emma Ruzzon, rappresentante degli studenti, si è rivolta con un duro attacco ai parlamentari che hanno affossato il Ddl Zan parlando alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Ad assistere all’evento c’erano anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, e la ministra dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa.
Alle istituzioni in generale si è rivolta Ruzzon in un secondo momento: “Non chiedete a noi di avere coraggio, abbiate voi il coraggio di guardare davvero al futuro, di chiederci come stiamo. Abbiate il coraggio di ascoltarci”.
Aprendo il suo intervento, Mattarella aveva dichiarato: “Dobbiamo rimanere uniti nella difesa della libertà e della democrazia. Questo è il patrimonio da difendere che ci spinge a non chiudere gli occhi. È importante garantire la libertà a tutti e la si ottiene pienamente soltanto se la ottengono anche gli altri. Tutto ciò spinge a non chiudere gli occhi, a impegnarsi a riaffermare il diritto internazionale. Sono questi i valori che vanno difesi attivamente. La libertà non è divisibile, né socialmente né territorialmente – ha proseguito il Presidente -, si ottiene pienamente soltanto se ne godono anche gli altri, si realizza insieme a quella degli altri. Non c’è libertà piena se gli altri ne sono privi”.
(da NextQuotidiano)

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GHALI, MARRACASH E LA “FIGURA DI MERDA” DI SALVINI IN POLONIA

Maggio 20th, 2022 Riccardo Fucile

IL “FEATURING” TRA I DUE RAPPER CHE HANNO LO STESSO GIUDIZIO

Salvini unisce quello che la scena rap ha diviso (prima di chiarimenti e nuove collaborazioni). Durante la presentazione del suo nuovo disco, Ghali – già protagonista di uno scontro a distanza con il leader della Lega sulle tribune dello Stadio San Siro di Milano durante il derby dello scorso novembre – è tornato a parlare del segretario del Carroccio.
In particolare ha fatto riferimento a quella figuraccia mondiale nel teatro della città polacca di Przemyśl, quando il sindaco mostrò quella famosa maglia pro-Putin indossata dall’ex Ministro degli Interni in più occasioni. E nel dare un giudizio su quelle immagini, il 28enne milanese sceglie di affidarsi alle parole di un suo collega, Marracash, con cui in passato c’erano state alcune frizioni.
In occasione della presentazione del suo terzo disco, il rapper milanese ha parlato di musica e non solo. Perché, viste le tensioni precedenti, i presenti non hanno esitato a chiedergli un parere su quel che accade in Polonia (al confine con l’Ucraina) lo scorso 9 marzo, quando Matteo Salvini si vide “consegnare” la maglia con il volto di Putin più volte indossata in modo provocatorio davanti alle istituzioni europee quando il leader della Lega era europarlamentare.
Il motivo è semplice: in una traccia del suo nuovo album – il brano “Free Solo” – si fa riferimento proprio a quanto accaduto a Przemyśl: “Solo un’altra figura di merda, Salvini che va in Polonia”. Quella strofa è cantata da Marracash e Ghali dà un giudizio su quelle parole in linea con il suo pensiero sul leader del Carroccio: “Questa volta la citazione è di Marra, ma mi è piaciuta. Lui sa sempre essere fresco, attuale, e racconta la verità”.
Lo scontro a distanza Ghali contro Salvini, dunque, prosegue. Non solo allo stadio, ma anche a livello discografico. E, probabilmente, questo non sarà l’ultimo.
(da agenzie)

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LA LEZIONE DI NICOLA RAINO’ A MYRTA MERLINO CHE AVEVA DEFINITO “BELLA” LA PREMIER FINLANDESE SANNA MARIN

Maggio 20th, 2022 Riccardo Fucile

IL GIORNALISTA ITALIANO IN FINLANDIA “BACCHETTA” MYRTA

La visita in Italia di Sanna Marin, la premier finlandese che ieri ha incontrato Mario Draghi a Roma, ha mandato in tilt il sistema politico e mediatico nostrano abituato all’esatto opposto di ciò che lei è quando si parla di cariche di rappresentanza dello Stato.
Marin ha 37 anni, ed è donna, mentre in Italia non c’è mai stato un Presidente del Consiglio che non fosse uomo, e il più giovane a ricoprire questa carica è stato Matteo Renzi che nel 2014 salì a Palazzo Chigi a 39 anni.
Nel descriverla, la conduttrice de L’Aria che tira Myrta Merlino l’ha definita “una bella eccezione, giovane, bella, in gamba, decisa”.
La giornalista ha poi chiesto a Nicola Rainò, direttore della rivista italiana in Finlandia Rondine, quale fosse il suo indice di gradimento nel Paese. “Credo che nessuno in Finlandia userebbe due volte la parola ‘bella’ riferito a un politico del valore di Sanna Marin”, la risposta dell’ospite in collegamento, alla quale Merlino ha replicato, dopo un attimo di titubanza, con un “Touché”. “A 37 anni una persona non è considerata giovane, è una persona matura”, ha inoltre aggiunto Rainò.
In precedenza altri esponenti del mondo politico o giornalistico avevano fatto apprezzamenti a Marin per i motivi sbagliati: l’ex deputato del Pci, dirigente d’azienda e giornalista Enrico testa (detto “Chicco”) aveva scritto su Twitter di essersi “innamorato” di lei. “Mettiti in coda”, la risposta dell’editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito.
Sanna Marin in Italia fa scalpore perché ci mette a nudo non soltanto il nostro conservatorismo, manifestato dall’assenza di una premier donna nell’intera storia repubblicana o dalle sceneggiate sulla “donna al Quirinale” dell’ultima tornata presidenziale, ma anche perché quelli che dovrebbero spingere affinché un cambiamento accada non riescono ad elogiarla per i motivi giusti. E finché sarà così, nulla cambierà veramente.
(da agenzie)

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