Ottobre 2nd, 2023 Riccardo Fucile
I MIGRANTI SONO STATI RIMESSI IN LIBERTA’ PER MOTIVI DIVERSI DA QUELLI EVOCATI STRUMENTALMENTE DALLA MELONI… LA GIUDICE NON HA MAI SCRITTO CIO’ CHE LE VIENE ATTRIBUITO DALLA MELONI
Un attacco pubblico – frontale – scagliato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni contro la giudice di Catania, Iolanda Apostolico, colpevole di aver respinto la convalida del trattenimento di tre migranti disposti dal questore di Ragusa.
Peccato che l’attacco di Meloni si basi su un completo travisamento del contenuto dei provvedimenti redatti dalla giudice.
“Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania – ha scritto Meloni su Facebook –, che con motivazioni incredibili (‘le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività’) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto”.
COSA HA VERAMENTE SCRITTO LA GIUDICE
In realtà, leggendo i provvedimenti adottati dalla giudice di Catania, in particolare quello citato dalla premier relativo al trattenimento (respinto) di un migrante tunisino, emerge chiaramente la strumentalizzazione politica del provvedimento stesso: la giudice non ha mai sostenuto ciò che Meloni le contesta.
L’affermazione (certo singolare) sui “cercatori d’oro” è semplicemente riportata tra le premesse del provvedimento, insieme alle posizioni espresse dal questore di Ragusa: si tratta di una dichiarazione fatta dal migrante richiedente asilo durante l’udienza in tribunale, ma che non viene in alcun modo ripresa dalla giudice nelle motivazioni del suo provvedimento.
Anche l’accusa mossa alla giudice da Meloni di aver “dichiarato unilateralmente la Tunisia paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura)” è in realtà infondata.
Nelle sue conclusioni, la giudice Apostolico non dichiara affatto la Tunisia come paese non sicuro (al contrario di quanto stabilito dal governo), ma sottolinea che alla luce della Costituzione e della normativa europea “deve escludersi che la mera provenienza del richiedente asilo da paese di origine sicuro possa automaticamente privare il suddetto richiedente del diritto a fare ingresso nel territorio italiano per richiedere protezione internazionale”.
In altre parole un migrante, anche se proviene da un paese classificato come “sicuro”, ha tutto il diritto di chiedere protezione internazionale (sarà poi il paese di accoglienza ad accogliere o meno la domanda).
Infine, non è neanche vero – come sostenuto da Meloni – che la giudice si sarebbe “scagliata contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto”. Nel provvedimento la magistrata si limita a evidenziare il contrasto del decreto con due articoli della direttiva europea n. 33 del 2013, in particolare nella parte in cui prevede il pagamento di una garanzia finanziaria (una sorta di “cauzione”) di circa cinquemila euro da parte del richiedente asilo per non essere trattenuto negli appositi centri.
Gli articoli 8 e 9 della direttiva n. 33 del 2013, infatti, così come interpretati dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, “devono essere interpretati nel senso che ostano, in primo luogo, a che un richiedente protezione internazionale sia trattenuto per il solo fatto che non può sovvenire alle proprie necessità, in secondo luogo, a che tale trattenimento abbia luogo senza la previa adozione di una decisione motivata che disponga il trattenimento e senza che siano state esaminate la necessità e la proporzionalità di una siffatta misura”.
Ciò che più conta, infatti, è che la giudice ha ritenuto che “il provvedimento del questore non sia corredato da idonea motivazione”. Da qui la non convalida del provvedimento di trattenimento del migrante. Dunque, si tratta di una decisione squisitamente giudiziaria.
Resta l’immagine di un governo ormai in preda alla sindrome dell’accerchiamento, alla ricerca del nemico esterno (Germania, Francia, Ong) su cui canalizzare la rabbia dell’elettorato e distogliere l’attenzione dalle difficoltà incontrate in materia economica e sulla gestione del fenomeno migratorio.
(da il Foglio)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 2nd, 2023 Riccardo Fucile
“L’ACCUSA AI MAGISTRATI DI ESSERE ‘NEMICI DELLA SICUREZZA DELLA NAZIONE E DI SCAGLIARSI CONTRO I PROVVEDIMENTI DI UN GOVERNO DEMOCRATICAMENTE ELETTO’ PONE IN DISCUSSIONE LA FUNZIONE STESSA DELLA GIURISDIZIONE IN UNO STATO DI DIRITTO”. .. NEL DOCUMENTO, INOLTRE, SI CENSURA LA “GRAVE DELEGITTIMAZIONE”
Una raccolta di firme per l’apertura di una pratica a tutela della giudice di Catania Iolanda Apostolico, finita nella bufera per non aver confermato il trattenimento di tre migranti richiedenti asilo nei Cpr, è in corso al Csm. Per ora sono una decina i consiglieri che l’hanno sottoscritta. Nel documento si parla di “autentici attacchi all’autonomia della magistratura” venuti da esponenti della maggioranza e “persino” dalla presidente del Consiglio. Nel documento, inoltre, si censura la “grave delegittimazione professionale” di cui è stata oggetto la magistrata.
“Un provvedimento giudiziario in materia di protezione internazionale, emesso da un magistrato della sezione specializzata in materia di immigrazione del Tribunale di Catania, è oggetto fin da ieri di dichiarazioni da parte di esponenti della maggioranza parlamentare e persino del Presidente del Consiglio che, per modi e contenuti, si traducono in autentici attacchi all’autonomia della magistratura”, si legge nel documento che l’ANSA ha avuto modo di visionare
“A prescindere da ogni valutazione nel merito dell’atto in questione, l’accusa ai magistrati, con riferimento al contenuto di un provvedimento giurisdizionale, di essere ‘nemici della sicurezza della Nazione un ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico e di scagliarsi contro i provvedimenti di un Governo democraticamente eletto’ pone in discussione la funzione stessa della giurisdizione in uno Stato di diritto”, sottolinea ancora il testo.
“Nel contempo queste dichiarazioni, realizzando una grave delegittimazione professionale del giudice estensore dell’ordinanza, espongono lo stesso a indebiti attacchi mediatici aventi a oggetto la sua sfera personale”, osservano i firmatari che concludono il documento con la richiesta di aprire “con la massima urgenza” una pratica a tutela.
(da Dagoreport)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 2nd, 2023 Riccardo Fucile
PIOGGIA DI SFOTTO’ SUI SOCIAL
Ha festeggiato il blocco di 62 partenze di migranti da Sfax con un post in cui ha distinto gli africani dai tunisini. E sui social si è scatenata la polemica, visto che – fino a prova contraria – la Tunisia è in Africa.
Non per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, evidentemente, vista l’esultanza: “Una maxi operazione di sicurezza da parte delle Forze tunisine contro i tentativi di migrazione illegale. A largo di Sfax, sono stati ntercettati 1000 africani e 200 tunisini che tentavano di partire per raggiungere l’Italia”.
Quanto è bastato per scatenare gli utenti di X, il nuovo nome di Twitter. In molti hanno ricordato al capo del Viminale come non sia il ministro della Tunisia e, soprattutto, come si tratti di numeri esigui di fronte ai quali esultare – nell’ottica degli obiettivi del governo – visti gli oltre 120mila arrivi registrati da gennaio ad oggi.
Ma soprattutto in molti hanno notato come Piantedosi abbia distinto i tunisini dagli africani. Tecnicamente un errore da matita rossa.
Tra l’altro il messaggio del ministro pare essere una pubblicizzazione dei buoni risultati derivanti dall’intesa firmata con il presidente Kais Saied, in realtà finora fallimentare.
“Quindi i tunisini non sono africani?”, chiede ironicamente un utente di X. “Tu sei ministro dell’Interno e non sai che i tunisini sono africani?”, si interroga retoricamente un altro.
Altri la mettono sull’ironia: “Costruiamo un ponte per unire la Tunisia all’Africa”. Tra i commenti spunta anche un uomo tunisino, che rivendica la propria appartenenza: “Anche noi tunisini siamo africani eh”.
(da Il Fatto Quotidiano)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 2nd, 2023 Riccardo Fucile
PD: “PAROLE DI SALVINI CHE MINACCIA LA MAGISTRATURA SONO EVERSIVE”
Si affida a poche, posate parole, Iolanda Apostolico, la giudice che ha liberato dal Cpr di Pozzallo tre immigrati irregolari appena arrivati, dichiarando illegittimo il decreto Cutro del governo, per replicare alle polemiche che la sua decisione ha sollevato, compresi gli attacchi di stampa e politica di destra e la reazione «basita» resa nota oggi urbi et orbi dalla premier Giorgia Meloni.
«Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda – è il messaggio consegnato oggi all’Ansa dalla magistrata di Catania – Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale».
Breve ma ferma dunque la presa di posizione di Apostolico, che mette in chiaro come non intenda farsi coinvolgere in alcun tipo di personalizzazione dello scontro.
Sul piano prettamente giuridico, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha confermato intanto che «ci sono le condizioni per impugnare la sentenza di Catania. Dalla lettura dell’atto siamo convinti che abbiamo ragioni da sostenere».
Ma nel frattempo l’atto del tribunale ha già determinato conseguenze concrete. Il centro di trattenimento per rifugiati richiedenti asilo nell’area industriale di Modica-Pozzallo, aperto appena sette giorni fa, si è infatti del tutto svuotato. Il centro, che può ospitare fino a 84 persone, è attiguo al Cpr, dove attualmente si trovano invece 141 migranti a fronte di 152 posti disponibili. Nell’hotspot, riportano infine le agenzie di stampa, al momento ci sono 237 migranti, tra dei quali ospedalizzati.
L’indignazione del Pd
Dalle fila dell’opposizione, intanto, dopo le parole della segretaria del Pd Elly Schlein arrivano quelle, ancor più dure, del capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia, sulle dichiarazioni di MelonI: «Sono sconcertato. Pensavo che le parole della premier fossero un fake. Dimostrano un’insofferenza alla terzietà del potere giudiziario e la conferma di quanto questa destra non abbia rispetto della Costituzione che infatti vogliono cambiare. Le parole di Meloni fanno il paio con quelle di Salvini di ieri che diceva “Interverremo sulla magistratura”. Questo è l’anticamera dell’eversione», ha detto Boccia in un intervento al podcast del gruppo Gedi “Metropolis“
(da Open)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 2nd, 2023 Riccardo Fucile
“E’ STATO INTENZIONALE. IO NON HO REAGITO, DIETRO DI ME C’ERA PURE L’ARBITRO. E’ INACCETTABILE. ESORTO LA FEDERAZIONE A PRENDERE PROVVEDIMENTI”… NOSTRO SUGGERIMENTO: REAGIRE SEMPRE, VEDRAI CHE PERDONO IL SORRISO E QUALCHE DENTE
Insulto razzista durante una partita ufficiale di calcio femminile, nella categoria Eccellenza. A riportare sui social l’episodio è l’Alessandria, vittima una sua giocatrice, la diciottenne Awa Sylla, “raggiunta e poi offesa con la frase “Negra di m***a” da un’avversaria”, nel match con il Torino Women.
“E’ un comportamento inaccettabile e non consono ad un luogo come lo sport” scrive la società alessandrina,, che ha lanciato l’hastag #SiamoTutiSylla e “protegge e mostra vicinanza alla propria tesserata condannando questo atto intimidatorio e discriminatorio”.
Sulla pagina Facebook dell’Alessandria calcio femminile è pubblicata un’intervista con la stessa Sylla “Per me lo sport è rispetto e divertimento, io – sottolinea Sylla – non condanno tutta la società, ma solamente l’autrice del gesto, totalmente fuori luogo e inutile. E’ stato intenzionale, in quanto mi ha raggiunto di proposito per denigrarmi e insultarmi nonostante le avessi detto nulla. io non ho reagito, ma quella frase mi ha fatto veramente male, oltretutto dietro di me c’era l’arbitro a cui ho rivolto lo sguardo e gli ho chiesto se avesse sentito, ma lui mi ha risposto di no e che ne avremmo parlato a fine partita. Ovviamente tutto ciò non è avvenuto. E’ inaccettabile – conclude la giocatrice alessandrina – ed esorto la Federazione a prendere provvedimenti”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 2nd, 2023 Riccardo Fucile
“LO SCANDALO È IL DIVARIO TRA SUPER-RICCHI E POVERI: FIORISCONO ALBERGHI A CINQUE E SEI STELLE CON PREZZI SCANDALOSI PER UNA NOTTE. CHI DORME A CINQUE STELLE E CHI SOTTO LE STELLE. UN’ABITAZIONE DIGNITOSA È UN DIRITTO DI OGNI PERSONA. PERCHÉ ALLORA GLI SPAZI COMUNALI RESTANO CHIUSI?”
Fa discutere a Como l’invito a occupare casa per chi non ce l’ha lanciato da don Giusto Della Valle nel suo editoriale sul numero di settembre del periodico Il Focolare della parrocchia della frazione Rebbio. Don Giusto parte analizzando la situazione comasca dove, a suo avviso, se sei migrante non trovi casa.
Il parroco nota con dolore il divario che c’è sul lago tra chi dorme in alberghi a cinque stelle e chi invece dorme sotto le stelle, segnala gli spazi comunali chiusi all’accoglienza e non esita a definire «un’attitudine da Ponzio Pilato» quella di chi li amministra e se ne lava le mani perché – nota – utilizzarli toglierebbe consenso elettorale.
Il passaggio che ha fatto discutere a Como e non solo – «se qualche famiglia avente diritto alla casa si trovasse messa in strada, propongo di passare in casa parrocchiale a Rebbio perché le si dia la lista degli appartamenti comunali vuoti…affinché ciò che ingiustamente non viene dato venga occupato. Darò loro una mano ad entrare, presenterò loro i vicini di casa, li inviterò a rispettare le regole del condominio e se dovessero esserci sospensioni di energia elettrica chiamerò in aiuto l’elemosiniere del Papa Francesco. Saluti cari e buona lotta – si conclude l’editoriale – perché tutti abbiano casa».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 2nd, 2023 Riccardo Fucile
L’EX EUROPARLAMENTARE DI FORZA ITALIA NEL 2019 ERA FINITA AGLI ARRESTI DOMICILIARI PER CORRUZIONE E TRUFFA
L’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi è stata condannata dai giudici del tribunale di Milano a quattro anni e due mesi nel processo ribattezzato ‘Mensa dei poveri’ che vede imputati politici e imprenditori per un presunto giro di tangenti. Lara Comi, difesa dall’avvocato Gian Piero Biancolella, era finita agli arresti domiciliari (poi revocati) nel novembre del 2019 per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Unione europea per circa 500 mila euro per i corsi di formazione dei dipendenti di Afol, agenzia per la formazione, orientamento e lavoro.
Vicenda che aveva visto coinvolto l’ex direttore dell’ente regionale Giuseppe Zingale e l’allora socia della Comi, Maria Teresa Bergamaschi, avvocato e commercialista che inizialmente aveva per parlato di una tangente da 10 mila euro.
Per i tre, nelle brevissime repliche di stamane, il pm Stefano Civardi aveva chiesto una riduzione di pena (da 5 anni e mezzo a 4 anni e 2 mesi per l’europarlamentare) per la derubricazione del reato di corruzione contestato ai tre imputati: l’aggravante di aver commesso il fatto in qualità di pubblico ufficiale va riqualificata in incaricato di pubblico servizio. I giudici hanno di fatto accolto la tesi accusatoria.
Assolti Tatarella, Altitonante e altri 50
L’ex vice coordinatore lombardo di Forza Italia ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella e l’ex consigliere regionale lombardo Fabio Altitonante sono stati assolti, assieme ad un’altra cinquantina di imputati, perchè il fatto non sussiste, nel processo milanese ‘Mensa dei poveri’. Tra gli assolti, anche l’ex patron dei supermercati Tigros, Paolo Orrigoni, come la stessa società. Condannato ad un anno e un mese l’ex deputato di Forza Italia, Diego Sottani.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 2nd, 2023 Riccardo Fucile
I PALAZZI ROMANI VOCIFERANO CHE SAREBBE PRONTA A RITIRARE LA CITTÀ
Alla recente 78esima Assemblea generale delle Nazioni Unite molti si sono meravigliati che Giorgia Meloni, tra una pizzeria e l’altra, non abbia trovato 15 minuti per promuovere la candidatura di Roma all’Expo 2030.
Tutto l’opposto della strategia seguita dalle due rivali di Roma: Busan (Corea del Sud) e Riad (Arabia Saudita). Hanno invece approfittato eccome della platea dell’Onu per promuovere le loro città il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol e il ministro arabo Faisal bin Farhan Al Furhan Al-Saud.
La Ducetta? Nisba. Messo da parte l’ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante Permanente dell’Italia all’Onu, a farsi una vacanza a New York a promuovere Roma, sono arrivati due giganti della politica internazionale come il governatore del Lazio, Francesco Rocca, e il sindaco capitolino, Roberto Gualtieri.
I motivi per cui “Io so’ Giorgia” (e voi non siete un cazzo) sarebbe pronta a ritirare Roma da una Expo che ha dato nuova vita e rilanciato Milano sono vari e avariati. Da una parte, una Expo romana farebbe felice solo il Pd e il suo sindaco; dall’altra, ha capito che la partita per strappare il ballottaggio all’Arabia Saudita è quasi persa.
L’erede al trono saudita Mohammed bin Salman è sicuro, come del resto il suo attivo “ambasciatore” Matteo Renzi, di avere i 120 voti necessari che gli consentirebbero di aggiudicarsi l’Expo senza andare al ballottaggio con Roma (a cui servono almeno 60).
Da mesi, infatti, la democratica monarchia del golfo Persico sta comprando il consenso di tanti stati votanti, promettendo investimenti. (Sarebbe di 25 miliardi di euro la sommetta promessa a Palazzo Chigi in caso di ritiro. E di questi tempi grami, tra finanziaria e Nadef, spread e rating, forse fanno più comodo al governo che a Roma).
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 2nd, 2023 Riccardo Fucile
ANTONIO TAJANI A PAESTUM HA VOGLIA DI RACCONTARE BARZELLETTE, E SI DICE CONVINTO CHE IL PARTITO TRA UN ANNO O DUE ARRIVERÀ AL 20%… PORTA A CASA UNA PACE CON LICIA RONZULLI, A CUI SPETTERÀ NOMINARE DUE VICE (MULÈ E CATTANEO?)
Al termine della tre giorni di Paestum i commenti dei dirigenti di Forza Italia sono all’insegna della ripartenza. Sollecitata da Antonio Tajani che tiene sul palco un intervento conclusivo a tratti duro: si dice disgustato da «un partito scellerato come Afd (l’ultradestra tedesca, ndr ) che pretende che i bambini con disabilità non stiano con gli altri bambini, che vergogna». E sempre galvanizzante: «Sono convinto che tra un anno o due arriveremo al 20% perché abbiamo delle buone idee».
Dalla sua peraltro, Tajani questa volta ha anche la leader della minoranza, Licia Ronzulli, che, dopo molte settimane da defilata, sale sul palco e si impegna: «Tajani ci ha dato l’obiettivo della doppia cifra e noi non possiamo deluderlo. Sono certa che Antonio vuole guardare insieme a noi al futuro di questa creatura politica». Sembra la certificazione della tregua tra le due anime di Forza Italia.
I lavori del Consiglio nazionale a porte chiuse filano veloci senza dibattito, per mancanza di tempo, spiega il segretario. Le modifiche allo statuto passano: il segretario, dopo il congresso di febbraio, avrà dei vice (il numero di 4 non è precisato), il nome di Berlusconi sarà sempre nel simbolo, nessun incarico per chi non è in regola con le quote associative.
Qualche big, meno contento, alla fine del Consiglio nazionale lamenta di non essere riuscito a prendere parola. Avrebbe voluto domandare perché i coordinatori regionali restino fuori dal nuovo corso dell’elezione dei dirigenti prevista per vicesegretari nazionali e coordinatori provinciali. Un altro timore è che la conta per i vice si riveli una procedura rischiosa in un movimento che si apre ora a pratiche congressuali: Renato Schifani, per esempio, si aspetterebbe, in nome della sua storia, una chiamata per il ruolo di vicario che invece Tajani vuole riconoscere al più votato.
La variabile Schifani irromperebbe poi sul patto alla base della tregua interna: accredita due vicesegretari della maggioranza e due alla minoranza. Per la prima pattuglia si fanno moltissimi nomi di meridionali : tra gli altri D’Attis e Occhiuto.
Se uno spettasse al Nord, candidati possibili sarebbero Casasco e Bernini, attivissima a Paestum. Per i ronzulliani, toccherebbe alla leader e a un fedelissimo, come Mulè o Cattaneo.
La parola ora passa alla base per i congressi provinciali che eleggeranno i delegati per quello nazionale. Forza Italia, forte della triplicazione delle adesioni nel 2023 (sono 18 mila, dice Ferrante), crede di poter superare la fase critica della morte del fondatore, trasformandosi in un partito vero, «contendibile», come ribadisce Tajani. Il prossimo passo è scrivere le regole di svolgimento del congresso.
(da Corriere della Sera)
argomento: Politica | Commenta »