Novembre 16th, 2023 Riccardo Fucile
L’INTELLETTUALE PALESTINESE SARI NUSSEIBEH: “MENTRE GAZA VIENE COLPITA IN MODO TANTO CRUDELE, MI SEMBRA CHE LA GENTE SIA TALMENTE DISPERATA DA ESSERE PRONTA A TUTTO. LA FILOSOFIA DEL MARTIRIO PREVALE. NON SENTO PROTESTE, MA APPELLI ALLA GUERRA SANTA”
«Sono preoccupato nell’immediato e anche per il futuro. Posso solo sperare che si torni a ragionare razionalmente. Perché non escludo affatto una guerra generalizzata in Medio Oriente, con il coinvolgimento di Teheran, l’Hezbollah libanese e altri».
Considerato l’intellettuale palestinese più rilevante, docente di filosofia, ex rettore dell’università Al Quds, il 74enne Sari Nusseibeh ci ha ricevuto nella sua villa a Gerusalemme est.
Cosa non ha funzionato dopo gli accordi di Oslo?
«La crescita degli estremismi. I due radicalismi si alimentano a vicenda. In Israele i coloni e la destra religiosa predicano la necessità di scacciare all’estero i palestinesi, che per loro è anche la realizzazione di un disegno divino. Hamas fa lo stesso in nome dell’Islam e ciò ora è rinfocolato dai massacri perpetuati a Gaza, che stringono il cuore».
Lei venne aggredito dai suoi studenti e le ruppero un braccio perché negoziava con il Likud conservatore…
«Avvenne prima dello scoppio dell’Intifada nel dicembre 1987. Si cercava un’intesa tra il nazionalismo israeliano e il Fatah, il gruppo di Arafat. Noi palestinesi allora avevamo un’organizzazione unica che ci rappresentava. Oggi siamo divisi e gli israeliani ne approfittano, ci trattano come gruppi isolati. Non c’è un progetto unico».
Lamenta l’assenza di una sinistra israeliana con cui dialogare?
«Esistono contatti isolati, del tutto personali. E da dopo il 7 ottobre gli israeliani avvertono la necessità di ristabilire la deterrenza, prevale il linguaggio della forza. I coloni vengono armati e hanno la luce verde per colpire a piacimento, i loro crimini restano impuniti».
Non crede che Israele voglia punire come fece con Hezbollah nel 2006, una reazione durissima che tolga ogni popolarità all’opzione militare e screditi Hamas?
«Forse più avanti. Ma adesso, mentre Gaza viene colpita in modo tanto crudele, mi sembra che la gente sia talmente disperata da essere pronta a tutto. La filosofia del martirio prevale. Non sento proteste, ma appelli alla guerra santa. L’essere umano giunge a un grado di sofferenza tale che non si interessa più al suo destino individuale. Le nuove generazioni di Gaza non erano mai andate oltre la rete imposta dagli israeliani. Quei ragazzini considerano i guerriglieri di Hamas degli eroi che hanno aperto la prigione indicando la via della libertà. Vedo molte analogie tra l’ideologia del martirio di Hamas e quella dei coloni ebrei: entrambi hanno una visione del mondo teologica che giustifica il loro radicalismo».
I palestinesi come vedono l’orrore del 7 ottobre?
«È letto in genere come un successo militare che ha infranto il mito dell’invincibilità del nemico e ha riportato la questione palestinese al centro dell’attenzione. In genere pochi credono alla narrativa israeliana degli abusi contro i civili. Molti ritengono che tanti morti ebrei siano stati provocati poi dalla reazione dei soldati».
E le conseguenze?
«Siamo tornati indietro di decenni, siamo alla disumanizzazione reciproca».
(da Il Corriere della Sera)
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Novembre 16th, 2023 Riccardo Fucile
LE NORME PRECEDENTI CONSENTIVANO DI CHIUDERE I CASI PAGANDO TRA IL 5 E IL 20% DELLA SOMMA DOVUTA MA SOLO 4 MILA CONTRIBUENTI HANNO ADERITO… I 100MILA PROCEDIMENTI PENDENTI HANNO UN VALORE DI 40 MILIARDI, SOLDI CHE FAREBBERO COMODO VISTA LA FINANZIARIA LACRIME E SANGUE
Niente scherzi. Il centrodestra ieri si è riunito e ha fatto quadrato intorno alla manovra. Confermando che non ci saranno emendamenti spericolati. Anzi, non ci saranno proprio emendamenti. Le «correzioni» dei partiti con ogni probabilità saranno affidate a ordini del giorno. Fermo restando l’impegno a non alterare i saldi della legge di Bilancio.
La dote resta quella di 100 milioni da suddividere tra i partiti, inclusi quelli dell’opposizione. Per la maggioranza, deciderà una cabina di regia ad hoc. Quale sarà la forma che prenderanno le correzioni, ancora è da decidere: potrebbe essere un maxiemendamento governativo oppure una correzione a firma dei relatori.
Come i partiti del centrodestra intendano utilizzare la quota parte dell’appannaggio parlamentare, ancora non è definito. Si parla dell rafforzamento del bonus psicologo, di cui parla la maggioranza ma anche il Pd
In Consiglio dei ministri, intanto, oggi arriva un altro passaggio importante della riforma fiscale, con le misure per sgonfiare il contenzioso tributario che rischiano di tradursi in una nuova, parziale, sanatoria. Il decreto attuativo, come stabilisce la delega, prevede la «definizione agevolata di tutte le liti pendenti» nella giustizia tributaria.
Sono almeno 100 mila procedimenti pendenti nelle Commissioni tributarie e in Cassazione, con un valore di circa 40 miliardi di euro, e continuano ad aumentare. E la definizione agevolata sembra essere molto attesa dai contribuenti: le norme che consentivano già di chiudere le liti in Cassazione pagando tra il 5 e il 20% delle richieste sono state praticamente ignorate. Solo 4 mila contribuenti avrebbero aderito. E, intanto, si riapre la partita sul salario minimo: il centrodestra intende presentare un emendamento alla proposta di legge delle opposizioni in discussione alla Camera.
(da agenzie)
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Novembre 16th, 2023 Riccardo Fucile
SECONDO LA DIFESA DEPOSITATA AL TRIBUNALE DI CROTONE IL MOTIVO E’ CHE IL CAICCO “RISULTA DEL TUTTO ESTRANEA AL CONCETTO DI NAUTICA DI DIPORTO” … LA MEMORIA DIFENSIVA È FIRMATA DALLA SENATRICE LEGHISTA, GIULIA BONGIORNO, ACCUSATA NUOVAMENTE DI CONFLITTO D’INTERESSI
La memoria depositata al tribunale di Crotone che sta processando i presunti scafisti di Cutro è firmata da Giulia Bongiorno. “Nell’interesse di Consap, concessionaria servizi assicurativi pubblici spa… è di intuitiva evidenza che non sussite alcun obbligo risarcitorio in capo al fondo di garanzia presso la Consap”.
Tra premessa e conclusioni, otto pagine di argomentazioni giuridiche per dire che lo Stato italiano non ha alcuna intenzione di risarcire i superstiti del naufragio del 26 febbraio e i familiari delle oltre cento vittime.
Da qui la richiesta ai giudici di lasciare fuori dal processo la Consap, concessionaria di Stato, partecipata al cento per cento del ministero dell’Economia che il tribunale aveva invece ritenuto di individuare come possibile responsabile civile del naufragio così come richiesto dai legali delle vittime.
Il tutto con la regia della presidente della commissione Giustizia del Senato nonché difensore di Matteo Salvini nel processo Open Arms e ora rappresentante di una concessionaria di Stato. Conflitto di interessi? Inopportunita?
«Giulia Bongiorno continua a giocare disinvoltamente su più tavoli mescolando la sua funzione pubblica con il suo ruolo professionale – sottolinea Pierfrancesco Majorino, della segreteria nazionale del Pd – peraltro siamo di fronte ad un gesto vigliacco e inammissibile di un cinismo sconcertante. Bongiorno pensa che esistano morti di serie a e di serie B?».
Indignati, nel merito della scelta politica, i difensori delle vittime. Che ora insorgono: «Vergognoso, soltanto vergognoso – dice l’avvocato Francesco Verri – Non solo quella notte lo Stato si è lavato le mani, ha lasciato morire le vittime di questo naufragio, non ha ritenuto di dover intervenire neanche con un’operazione di polizia, ha lasciato navigare un’imbarcazione in quelle condizioni, ma ora dice: non intendo neanche prendermi cura di queste persone».
Nell’attesa che la Procura della Repubblica concluda il filone di inchiesta sui mancati soccorsi al caicco, è in corso il processo ai presunti scafisti dell’imbarcazione.
I legali di parte civile hanno ottenuto dal tribunale di chiamare come responsabile civile, in caso di condanna, la Consap a cui fa capo il fondo di garanzia che interviene per risarcire le vittime di incidenti della strada o del mare se provocati da mezzi non identificati o non assicurati, anche in caso di incidenti dolosi e non solo colposi.
Ma il governo mette subito le mani avanti: noi non c’entriamo nulla. Scelta politica ben precisa che si cela dietro quello che i legali dei familiari delle vittime definiscono un cavillo giuridico.
Sostiene infatti Bongiorno nella sua memoria che “la richiesta di citazione del responsabile civile nella vicenda in esame è palesemente erronea”, perché il “natante” per il quale sussiste un eventuale obbligo di risarcimento da parte di Consap deve essere una “unità da diporto” e “l’attività di navigazione” del caicco naufragato a Cutro “risulta del tutto estranea al concetto di nautica di diporto”.
Insomma, quei migranti non erano partiti dalla Turchia per una gita di piacere e dunque “difettano perciò sia i presupposti dell’attività diportistica – da cui scaturirebbe in ipotesi l’obbligo risarcitorio”. Una presa di posizione inattesa in aula che ha suscitato l’indignazione di superstiti e familiari delle vittime: «Dopo le promesse tradite nei confronti dei superstiti e dei familiari delle vittime, ancora una volta lo Stato non intende assumersi alcuna responsabilità», dicono. Il tribunale si pronuncerà nella prossima udienza del 29 novembre.
(da La Repubblica)
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Novembre 16th, 2023 Riccardo Fucile
SMENTITA LA TESI DIFENSIVA CHE FOSSE GIA’ MORTA…INDAGATI ANCHE ALTRI CINQUE SOGGETTI CHE INCITAVANO I DUE DELINQUENTI
La capretta di Anagni non era già morta prima dell’aggressione alla cena in agriturismo. L’animale è stato ucciso a calci dai ragazzi che il 27 agosto scorso parteciparono alla cena di compleanno.
A parlarne è il Corriere della Sera che riporta la chiusura delle indagini e la tesi da parte della Procura di Frosinone, mentre un ulteriore procedimento è stato aperto al Tribunale dei minori di Roma (che si occupa di altri 6 indagati).
Dei maggiorenni uno è indagato per l’uccisione della capretta, gli altri 5 per istigazione. Si tratta di Daniel Riccardi (18 anni di Fiuggi), Nicola Ninni (18 anni di Fiuggi), Gabriele Carbajal Vilcarromero (19 anni di Fiuggi), Damiano Frattali (18 anni di Fiuggi) e Gennaro Esposito (18 anni di Anagni).
La ricostruzione del pm. Due picchiavano l’animale. gli altri riprendevano e incitavano
Secondo quanto ricostruisce la procura a uccidere l’animale sono stati Manuel Pesoli ed un diciassettenne (su cui ora è in carico il fascicolo presso il Tribunale dei minori).
Dopo il pestaggio i due posavano «esanime su una carriola e, quindi, lanciavano l’animale e la carriola nel vuoto, dietro un muretto». A istigare la coppia di amici altri giovani, in particolare – secondo il pm – Damiano Frattali, che avrebbe urlato all’amico minorenne: «Rifallo, rifallo più forte…». Nicola Ninni «riprendeva con il cellulare la condotta che il minore assumeva, con crudeltà, nei confronti dell’animale». Altre immagini sono state girate da Gabriele Carbajal, che riprendeva «la condotta che il minore assumeva, in concorso con Pesoli, ossia il trasporto dell’animale su una carriola e il lancio nel vuoto, dietro un muretto». Infine Daniele Riccardi e Gennaro Esposito secondo il pm «pur essendo presenti all’evento e omettendo di interrompere la condotta crudele nei confronti dell’animale, istigavano, o comunque incitavano».
Purtroppo il corpo dell’animale non è analizzabile. La carcassa della capretta non si trova più.
L’Associazione italiana difesa animali e ambiente ha presentato un esposto alla Procura ed una missiva al ministro della Giustizia Carlo Nordio per chiedere di far luce sul perché un corpo di reato sia rimasto nell’agriturismo senza esser portato fin da subito nell’Istituto di zooprofilassi del Lazio.
La madre assessore di uno degli indagati
Intanto a Fiuggi l’opposizione attacca Laura Latini assessora alle Politiche educative, servizi per l’infanzia, sport e giovani, chiedendone le dimissioni. La donna aveva dichiarato l’estraneità ai fatti del figlio, Nicola Ninni, che secondo la procura ha filmato con lo smartphone l’aggressione.
(da Open)
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Novembre 16th, 2023 Riccardo Fucile
IL DISCORSO PRONUNCIATO IL 28 OTTOBRE 2012, DEDICATO AI MARÒ ALLORA PRIGIONIERI IN INDIA: “SIAMO UN POPOLO DI PUTTANE, TRADITORI E RUFFIANI GOVERNATI DA DEI CIARLATANI INCAPACI DI LIBERARE DUE RAGAZZI DELLA MARINA ITALIANA IMPRIGIONATI DAI BALUBA”
“Sì, è vero, io sono arrivato a Santo Domingo tanti anni fa, solo con uno zaino e una canna da pesca, la mia grande passione”. Oggi è l’italiano più influente del Centro America. Paolo Dussich, padovano d’origini istriane, imprenditore dell’automazione, è stato presidente dei Comites (Comitati degli italiani all’estero) di Santo Domingo prima e di Panama poi, oggi è membro del Consiglio direttivo centrale del Comitato tricolore per gli italiani nel mondo, è responsabile di Fratelli d’Italia nella Repubblica Dominicana ed è stato nominato da Giorgia Meloni nel Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie).
“Finalmente gli italiani del Centro America e dei Caraibi hanno un proprio rappresentante all’interno del Cgie. Era ora”, ha annunciato con entusiasmo Azzurro Caribe, il giornale locale online dei nostri connazionali.
Molto attivo e sempre presente alle manifestazioni e alle feste degli italiani impiantati in Centro America, Dussich ha una passione soprattutto per le feste in camicia nera, con bandiere della Repubblica sociale, effigi di Mussolini, aquile, croci celtiche, bandiere di Forza nuova, saluti romani e canti commossi degli inni fascisti, primo fra tutti Giovinezza. È una tradizione per lui celebrare la Marcia su Roma, il 28 ottobre. C’è chi ancora cita il suo vibrante discorso pronunciato il 28 ottobre 2012, dedicato ai Marò allora prigionieri in India: “Siamo un popolo di puttane, di traditori e di ruffiani. Siamo governati da dei ciarlatani – ha scandito – che non sono neppure capaci di liberare due ragazzi della Marina italiana imprigionati dai baluba”. Molto diplomatico.
Ma oggi va meglio, in Italia, tanto che il governo lo ha nominato rappresentante degli italiani all’estero nel loro parlamentino consultivo presso il ministero degli Esteri. “Io non appartengo ad alcun partito”, dice al Fatto Quotidiano. Ma Dussich non nasconde la sua venerazione per Mirko Tremaglia
Al Fatto, racconta: “Sono molto benvoluto qui a Santo Domingo, dove vivono 50 mila italiani, anche se quelli attivi e iscritti sono 13 mila. Sì, è vero, ho partecipato a qualche festa di quelle che lei dice”, ammette.
Ma minimizza. “Io sono attivo nel volontariato e nell’aiuto ai nostri connazionali”. Eppure le foto non lasciano incertezze su camicia nera e saluti romani, e qualche video toglie ogni dubbio anche sugli inni fascisti cantati a gran voce.
(da il Fatto Quotidiano)
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Novembre 16th, 2023 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE IN COCCA COI SOVRANISTI URLA “DELINQUENTI” ALLA DELEGAZIONE DI + EUROPA
“Delinquenti! Delinquenti!”. Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, attraversa via del Corso e si dirige verso la piccola pattuglia di +Europa che sta posando col proprio cartello pro carne coltivata davanti a palazzo Chigi.
Prandini punta Benedetto Della Vedova, “il delinquente”, e tenta di mettergli le mani addosso.
Il deputato arretra, strabuzza gli occhi sorpreso, i poliziotti intervengono, gran trambusto, come dimostrano i video girati subito dall’entourage dell’esponente di +Europa.
Tutto succede mentre la Camera ha approvato con 159 voti a favore e 53 contrari il disegno di legge . Il provvedimento è stato già approvato dal Senato, diventa pertanto legge.
Succede che in aula si sta votando il disegno di legge (poi approvato con 159 voti e 53 contrari) che vieta la produzione e commercializzazione di carne coltivata, una legge bandiera della destra, e che +Europa e la Sinistra osteggiano perché ritenuto un provvedimento anti-scientifico.“Prandini dovrebbe dimettersi! È un teppista!”, commenta Riccardo Magi, testimone dei fatti. “Sono dei fascisti”, commentano altri che hanno visto la scena. “Meloni cosa ha da dire?” La legge, che il ministro Lollobrigida ha fieramente difeso in aula, nasce proprio da una petizione di Coldiretti.
Quando i protagonisti tornano in Transatlantico Della Vedova mostra il video al ministro Lollobrigida: “Guarda qui! Intimidazione e violenza, questo è il clima! Ma ti rendi conto? Andremo a fare denuncia, non è tollerabile – continua il deputato +Europa – Invito tutta la Camera, ma soprattutto il ministro Lollobrigida, a non andare alla manifestazione di Coldiretti, glielo chiedo da parlamentare a parlamentare. Dopo quello che è successo non può andare a legittimare una aggressione contro il Parlamento sarebbe un riconoscimento alla violenza contro il Parlamento”.
Lollobrigida prende le distanze: “Contrarietà e solidarietà”, dice. “La violenza non è mai uno strumento di battaglia politica”.
Ma Della Vedova continua: “Arriva come un ossesso il presidente di Coldiretti Prandini, corre verso di me, delinquente delinquente, ci sono i video, si capirà, c’erano gli agenti della Digos, cerca di aggredirmi. Fortunatamente gli agenti della Digos lo allontanano e arriva la polizia. Che il presidente di Coldieretti si senta legittimato a attraversare la strada per aggredire fisicamente un parlamentare per le parole che ha pronunciato nell’aula di Montecitorio trovo che sia di una gravità assoluta”.
“Mi dispiace per voi radicali, perché eravate gli unici che mi facevano avvicinare quando ero missino”, dice il ministro.
(da agenzie)
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Novembre 16th, 2023 Riccardo Fucile
“CI SONO PROGRAMMI CHE FOMENTANO ODIO SUI MUSULMANI CONTRIBUENDO COSÌ A CREARE UN CLIMA DI DISCRIMINAZIONE CHE PESA SU 2,5 MILIONI DI PERSONE CHE VIVONO E LAVORANO IN ITALIA”… NON E’ UNA NOVITA’, SONO I SOLITI NOTI SOVRANISTI DI MEDIASET
Il presidente dell’Ucoii (l’Unione delle comunità islamiche d’Italia) Yassine Lafram scrive a Pier Silvio Berlusconi e chiede di arginare la «deriva islamofoba» di alcune trasmissioni delle reti Mediaset, «specialmente di Rete4» e di quei programmi che «sfruttando la guerra in Medio Oriente, sono orientati a dare dell’Islam e dei musulmani una percezione distorta e negativa contribuendo così a creare un clima di discriminazione che pesa su 2,5 milioni di persone che vivono e lavorano in Italia».
Un appello accorato, che spera di ottenere risultati. I vertici della Ucoii si rivolgono al leader di Mediaset anche nel solco dei buoni rapporti che avevano col padre e predecessore, Silvio Berlusconi, «impegnato in un lungo lavoro diplomatico per costruire ponti ed evitare scontri tra civiltà e religioni» e proprio per questo salutato al funerale anche dal presidente Ucoii.
«Lei, uomo di cultura e sensibilità, sa che l’Islam e la stragrande maggioranza dei musulmani vivono in pace ed armonia nella nostra società», dice la lettera. Mentre alcuni programmi «fomentano odio verso un’intera religione ed i suoi fedeli». L’Ucoii ricorda di essere «in prima linea contro fenomeni come la violenza sulle donne, l’infibulazione e i matrimoni forzati», tanto da essere costituita parte civile, per esempio, nel processo in corso per l’omicidio di Saman Abbas.
«Siamo molto preoccupati dalla deriva islamofoba che queste trasmissioni televisive stanno perseguendo. Ci preoccupa anche il fatto che tutto ciò sia ora giunto all’attenzione delle opinioni pubbliche dei Paesi arabi e islamici in un momento così delicato. Paesi che hanno sempre guardato all’Italia come modello di convivenza civile».
«La nostra non è una polemica, non vuole essere un attacco alla libertà di espressione – dice Yassine Lafram – vogliamo soltanto dire “attenzione, questo approccio islamofobo fa male all’Italia”. Dopo il 7 ottobre abbiamo osservato l’insistenza con cui Islam e musulmani vengono associati a parole negative come fondamentalismo, integralismo, minaccia. Oggi interi programmi, intere serate parlano di Islam e musulmani associandoli alla violenza. Mi dispiace che una comunità così pacifica sia rappresentata in una maniera lontana dalla realtà».
Secondo il vertice della Ucoii questi «non sono incidenti. Riscontriamo una volontà di rappresentazione distorta da parte di alcune trasmissioni. I musulmani per queste incarnano odio e violenza. Ma questo crea risentimento in persone che si sentono appartenenti a questo Paese, portano a isolarci ed emarginarci. Purtroppo, alcuni programmi hanno sdoganato il discorso islamofobo che oggi viene legittimato anche da rappresentanti delle istituzioni, politici e pseudo esperti.
E spesso nelle trasmissioni vengono invitati musulmani ben poco rappresentativi, che magari parlano male l’italiano, e che vengono presentati invece come rappresentativi, perché si vuole portare avanti questo tipo di narrazione. Non è così: ci sono 2,5 milioni di musulmani in Italia, di cui un milione cittadini italiani, oltre ai tanti convertiti all’Islam. Non si può scegliere lo scontro di civiltà, che peraltro non c’è. La realtà è un’altra».
La replica di Mediaset
«I programmi giornalistici di Mediaset rispettano ogni punto di vista, i più diversi. In particolare su temi delicati come la questione mediorientale. Ci impegneremo ancor più, se possibile, a garantire ai telespettatori e ai rappresentanti di tutte le comunità, compresa ovviamente quella islamica, il massimo del pluralismo e la migliore informazione possibile».
È quanto si sottolinea da fonti Mediaset, in risposta alla lettera inviata dall’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, all’Ad Pier Silvio Berlusconi per protestare contro la «deriva islamofoba» alimentata da «alcuni programmi», in particolare di Rete4.
(da La Stampa)
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Novembre 16th, 2023 Riccardo Fucile
IN REALTA’ SU QUEL CALENDARIO ERANO SEMPLICEMENTE SCRITTI I GIORNI DELLA SETTIMANA… UN VIDEO PATACCA DELL’ESERCITO DI ISRAELE COSTRUITO AD ARTE E PURE MALE
L’esercito israeliano ha mostrato a favore di telecamere la presunta prova che Hamas utilizzerebbe i sotterranei degli ospedali come basi logistiche per depositare armi e detenere ostaggi. In un filmato diffuso ieri il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce dell’IDF, ha dichiarato in lingua inglese che il gruppo terroristico “si nasconde” nelle strutture sanitarie. Poi ha aggiunto: “Oggi lo esporremo al mondo”.
Il militare, quindi, ha illustrato un seminterrato dell’ospedale pediatrico Rantisi di Gaza City, dichiarando che alcune stanze sarebbero state utilizzate per tenere ostaggi.
Una sala era stata arredata in modo da sembrare un soggiorno: presentava tende alle finestre e appeso al muro vi era un calendario dei presunti turni di guardia rispettati dai miliziani a partire dal 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha lanciato un attacco coordinato in territorio israeliano uccidendo 1.200 persone e catturando almeno 200 ostaggi.
Il filmato girato dal contrammiraglio Daniel Hagari è stato rilanciato sui social anche dall’account ufficiale dell’esercito israeliano: “Sotto l’ospedale Rantisi a Gaza, le forze dell’IDF hanno trovato una stanza dove si ritiene fossero tenuti ostaggi israeliani”, spiega un post su X. “Il calendario trovato nella stanza recava i giorni successivi al ‘Massacro’ del 7 ottobre con il titolo ‘Operazione Al-Aqsa Flood’, il nome che Hamas ha attribuito al terribile attacco contro Israele”. Secondo Hagari su quel calendario sarebbero stati scritti i nomi dei leader di Hamas che avrebbero dovuto controllare gli ostaggi.
I nomi dei miliziani di Hamas nel calendario? Inesistenti
Ma è davvero così? Una più attenta analisi condotta da conoscitori della lingua araba ha clamorosamente smentito le affermazioni dell’IDF e accusato le forze armate israeliane di diffondere notizie false: su quel calendario, infatti, non erano affatto scritti i nomi dei miliziani di Hamas, ma semplicemente i giorni della settimana in lingua araba: domenica, lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato. Insomma, un semplicissimo calendario con una effettiva stranezza: la prima data, infatti, è proprio quella del 7 ottobre, giorno del massacro di Hamas. Tale circostanza ha indotto centinaia di utenti dei social ad accusare l’esercito israeliano di aver organizzato una vera e propria messinscena al solo scopo di giustificare i continui bombardamenti su strutture ospedaliere.
Cosa mostra il resto del video dell’IDF
Anche il resto del video sembra costruito ad arte diffuso dall’IDF sembra costruito ad arte. In un passaggio viene mostrata una stanza all’interno della quale c’è una sedia con una veste da donna e una corda, secondo Hagari la prova delle costrizioni a cui sono stati costretti gli ostaggi. La sedia era posizionata sotto a materiale donato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con sopra un biberon e dei pannolini sul pavimento. “Questo è un crimine di guerra, questo è un crimine contro l’umanità”, ha detto Hagari, accusando le organizzazioni internazionali che finanziano gli ospedali di aiutare il terrorismo di Hamas.
Più avanti il filmato mostra una motocicletta, mezzo secondo Hagari utilizzato da un palestinese per trasportare ostaggi a Gaza. E sempre lo stesso portavoce dell’IDF ha mostrato anche un mucchio di armi, sostenendo che erano nascoste nel seminterrato dell’ospedale e che – naturalmente – si trattava di armi di Hamas. In realtà il video diffuso dall’esercito di Israeliano non dimostra in alcun modo che i sotterranei dell’ospedale pediatrico Rantisi erano utilizzati da Hamas, e l’affidabilità delle ricostruzioni di Hagari (emblematica quella del calendario) lascia alquanto a desiderare. Il sospetto è che si tratti di un video di propaganda girato dall’esercito per motivare i raid aere sugli ospedali della Striscia di Gaza.
(da Fanpage)
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Novembre 16th, 2023 Riccardo Fucile
L’ANELLO DI TOLKIEN E’ L’EGO ED E’ SOLO SACRIFICANDOLO CHE SI DIVENTA LIBERI: TEORIA CHE MAL SI ADDICE AI SOVRANISTI BRAMOSI DI POTERE E COLLUSI CON I POTENTI
Giorgia Meloni ha visitato la mostra su Tolkien vestita di bianco dalla testa ai piedi come Galadriel, la tosta dama elfica del «Signore degli Anelli».
Mi piace pensare che anche Michela Murgia, altra tolkeniana di ferro, si sarebbe presentata allo stesso modo. I capolavori dell’anima uniscono ciò che la partigianeria dei cervelli divide.
Il fatto che, per motivi misteriosi o forse fin troppo evidenti, la sinistra pseudo-colta abbia spesso disdegnato la saga spirituale di Tolkien non autorizza il governo ad appropriarsene, ma neanche l’opposizione a considerarla con sospetto o con sufficienza, né a vivere come un sopruso di regime la decisione di dedicare una mostra al suo creatore (benché rimanga bizzarra l’idea di allestirla alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna).
Il culto delle piccole comunità, la condanna della società di massa, del comunismo e del capitalismo: in Tolkien ogni lettore trova ciò che vuole e ogni politico ciò che gli fa comodo.
Ma la lezione modernissima di quel grande antimodernista sfugge alle lenti dell’ideologia. «Il Signore degli Anelli» è infatti l’unica avventura in cui gli eroi — gli hobbit Sam e Frodo — non rischiano la vita per conquistare un tesoro, ma per andarlo a buttare. L’Anello è l’ego — la brama di possesso e di potere — ed è solo sacrificandolo che si diventa liberi.
Ricordarlo a un’umanità che si accoltella per un telefonino non è un messaggio di parte, ma un segnale d’allarme talmente forte che non lo ascolta nessuno.
(da Il Corriere della Sera)
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