IN EUROPA I JIIHADISTI AGISCONO INDISTURBATI, IN ITALIA CHI HA COMBATTUTO L’ISIS IN PRIMA LINEA DIVENTA “SOCIALMENTE PERICOLOSA”
IL CASO VERGOGNOSO DI MARIA EDGARDA MARCUCCI, VOLONTARIA COMBATTENTE A FIANCO DELLE DONNE CURDE CONTRO L’ISIS CHE, RIENTRATA IN ITALIA, E’ STATA DICHIARATA “SOCIALMENTE PERICOLOSA” SENZA AVER COMMESSO ALCUN REATO …. IL FATTO CHE SIA DI SINISTRA NON CI INTERESSA, LA DEMOCRAZIA E’ LIBERTA’ DI ESPRIMERE LE PROPRIE IDEE E VALE PER TUTTI
Fejzulai Kujtim, il terrorista di Vienna, dopo esser stato condannato a 22 mesi nel 2019 per aver tentato di raggiungere la Siria e arruolarsi nell’Isis, era stato liberato dopo appena 6 mesi per decisione di un magistrato austriaco che ne aveva “appurato” l’avvenuta “deradicalizzazione”.
Negli stessi mesi in cui Kujtim usciva libero, in tutta Europa le autorità arrestavano, sottoponevano a misure restrittive o accusavano di pericolosità sociale o terrorismo decine di persone che, in qualità di volontari internazionali nelle Unità di protezione popolare curdo-siriane, avevano preso parte alla guerra contro l’Isis.
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz dice che l’Europa non farà un passo indietro nella difesa dei propri “valori”.
Forse sarebbe ora di chiedersi di quali valori stiamo parlando se giovedì prossimo, 12 novembre, in Italia dovrà comparire in tribunale, in appello, Maria Edgarda Marcucci che, senza aver fatto male a una mosca nel nostro paese, ma avendo combattuto con le donne curde in Siria contro i jihadisti, è stata dichiarata il 17 marzo scorso “socialmente pericolosa” e in gran parte privata preventivamente delle sue libertà individuali.
Così mentre Kujtim preparava il mitra, il machete, la pistola e la falsa cintura esplosiva nei giorni in cui salutava “come una persona normale” i vicini di casa (lo hanno detto loro), Maria Edgarda, che non ha mai fatto mistero di aderire a manifestazioni e battaglie pubbliche per questioni rispettabilissime e per questo, nero su bianco, è stata dichiarata dal tribunale un “pericolo pubblico“, rincasava ogni sera per obbligo alle 21 e restava a casa fino alle 7, con o senza lockdown, doveva comunicare ai commissariati di polizia ogni suo spostamento e rinunciava il 27 ottobre, per le restrizioni alla libertà di parlare in pubblico che le sono imposte, ad essere audita dalla Commissione Segre del Comune di Torino, che pure avrebbe voluto ascoltare la sua testimonianza riguardo alle donne con cui ha collaborato in Siria contro i fondamentalisti nel 2018 — proprio mentre Kujtim cercava di raggiungere le bande che tentavano di massacrarle.
Sorvegliati davvero speciali dovrebbero essere i Fejzulai Kujtim — e ce ne sono — mentre a donne come Maria Edgarda deve essere restituita la libertà che hanno difeso, a rischio della vita, per tutti noi.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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