ALFANO: “LEGISLATURA VERSO TERMINE, VOTO A FEBBRAIO CON IL CONSULTELLUM”
RENZI SFIDA LE OPPOSIZIONI, FORZA ITALIA ORA PROVA A FRENARE, LA MINORANZA PD SPIAZZATA, LEGA E FDI VERSO IL SUICIDIO
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto a Matteo Renzi di “soprassedere alle dimissioni per presentarle” dopo l’approvazione della legge di Bilancio.
Matteo Renzi ha dunque confermato l’addio in consiglio dei ministri, ma le sue dimissioni arriveranno solo dopo l’approvazione della manovra di Stabilità . “Lo faccio per senso di responsabilità – ha fatto sapere il premier – e per evitare l’esercizio provvisorio”.
Ma contestualmente si delinea la strategia di Renzi: nessun ritorno a casa, contrattacco immediato perchè avra’ pur perso il referendum, ma il 41% degli italiani ha dato fiducia a lui, non al Pd spaccato.
Mentre il bottino dei vincitori, il 59% del No, in caso di elezioni va ripartito tra più di 6 partiti.
E ad avallare la strategia del “voto subito” che Renzi ipotizza a febbraio, ecco il controcanto del ministro degli Interni Alfano: secondo il quale “il fine legislatura è più vicino di quanto si pensi” e a Porta a Porta ha annunciato che la data delle elezioni potrebbe cadere “non in primavera, ma in inverno, a febbraio 2017”.
“Fare un governo dopo questo esecutivo – ha argomentato – è molto difficile”.
Quanto alla legge elettorale con cui votare nel febbraio 2017, secondo Alfano “c’è il consultellum al Senato e l’Italicum alla Camera, e se il presidente della Repubblica lo riterrà , si andrà a votare così. E se la Corte Costituzionale interverrà in tempo, ci sarà un consultellum al Senato e un consultellum alla Camera”.
Questo indubbio colpo da leader di Renzi spiazza tutti: in primis la minoranza interna Pd che già “lavorava” a un proprio uomo a palazzo Chigi per poi votare nel 2018 e ora è costretta a decidere da che parte stare, ma anche Berlusconi che già aveva frenato sulle elezioni anticipate, proponendo un passaggio tecnico intermedio.
Ma la mossa toglie argomenti anche al M5S, ancora impreparato a giocarsi la carta premier, per non parlare di un centrodestra che non ha neppure un leader riconosciuto da tutte le componenti.
Chi rischia di più sono Salvini e Meloni che andrebbero incontro alla dimostrazione della loro ininfluenza, perchè un conto è chiedere sempre le elezioni, altra cosa è vincerle.
Quanti sarebbero gli elettori di centrodestra che potrebbero “slittare” verso Renzi o verso il M5S quando è evidente che non vale pena votare per chi è destinato solo al terzo posto?
Solo la minoranza Pd potrebbe cercare di bloccare il piano di Renzi, ma poi con che faccia si presenterebbe la proprio elettorato?
Insomma, una bella trappola per tutti.
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