ALLUVIONE, DECRETO SPARITO DAI RADAR
2 MILIARDI DI AIUTI ANCORA BLOCCATI, ALTRO CHE EMERGENZA
Mentre il governo di Giorgia Meloni litiga sul nome del commissario alla Ricostruzione, non riesce a stanziare nemmeno i primi fondi previsti per l’emergenza alluvione in Emilia-Romagna. L’annuncio sui 2 miliardi stanziati era arrivato martedì direttamente dalla premier dopo il Consiglio dei ministri che aveva approvato il decreto per rispondere all’emergenza. Ma da allora il decreto è sparito dai radar. Mancano le coperture ed è in fase di riscrittura a Palazzo Chigi. Quindi non è ancora arrivato al Quirinale per la firma del Presidente della Repubblica e non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Questo dovrebbe succedere in settimana, dicono da Palazzo Chigi. Intanto i fondi non arrivano.
Il percorso del decreto è stato piuttosto accidentato fin dall’inizio perché il governo è stato costretto a trovare i soldi per le popolazioni dell’Emilia-Romagna senza ricorrere a uno scostamento di bilancio. I due miliardi riguardano la Cassa integrazione per i dipendenti (600 milioni), un sostegno una tantum fino a 3.000 euro per gli autonomi (300 milioni), sostegno alle imprese dell’export (700 milioni) e il rinvio degli obblighi fiscali. Però le coperture latitano: l’estrazione del Lotto, la vendita dei beni confiscati e l’aumento dei biglietti di 1 euro dei musei non sembrano bastare. Il Tesoro sta facendo le verifiche. A ritardare la pubblicazione del decreto anche la riscrittura di alcuni articoli che riguardano la sospensione dei tributi nelle zone colpite e per gli studenti e la cassa integrazione per i lavoratori agricoli.
A rallentare l’entrata in vigore nella norma è anche una decisione politica: dopo il richiamo di Mattarella ai presidenti delle Camere sull’abuso dei decreti omnibus, il governo sta valutando di stralciare la norma del decreto alluvione che semplifica la capacità di rigassificazione a livello nazionale con la possibilità di spostare le navi.
Un ritardo che stride con la rapidità richiesta per affrontare l’emergenza: Meloni ha convocato il Consiglio dei ministri una settimana dopo l’alluvione del 16-17 maggio e passerà, se va bene, almeno un’altra settimana perché il decreto venga pubblicato in Gazzetta. Così nel frattempo il Presidente della Regione Stefano Bonaccini, in quanto commissario all’emergenza, intanto ha già firmato un decreto per indirizzare i primi 10 milioni stanziati dal Cdm il 4 maggio per i costi di soccorso e assistenza delle popolazioni colpite dell’alluvione del 2-3 maggio.
Continua anche lo scontro politico nel governo sul nome del commissario alla Ricostruzione. Ieri Meloni, in un’intervista al Messaggero, ha confermato la volontà di far passare tutta la gestione sotto Palazzo Chigi come scritto nelle bozze del decreto: “Dobbiamo cambiare l’approccio e pensare a un modello completamente nuovo”. L’idea di Palazzo Chigi è quella di nominare un tecnico sul modello di Figliuolo: sul tavolo della premier c’è anche il nome dell’ex commissario al covid, come quelli di Fabrizio Curcio, Guido Bertolaso e Nicola Dell’Acqua. Salvini sarebbe d’accordo su Figliuolo: “Il nome deve arrivare il prima possibile – ha detto ieri il leghista smentendo la volontà della premier di prendere tempo – Figliuolo sarebbe un nome degnissimo, il commissario va scelto in base alle competenze e non alle simpatie politiche”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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