ALLUVIONE DEL FEREGGIANO, L’EX SINDACO DI GENOVA MARTA VINCENZI INDAGATA PER IL FALSO VERBALE
IL COMUNE ALLE 12.10 PARLA DI BOMBA D’ACQUA IMPROVVISA PER GIUSTIFICARSI, MA L’EVENTO SI MANIFESTO’ IN REALTA’ ALLE 12.53
L’ex sindaco Marta Vincenzi è indagata nell’inchiesta sul falso verbale redatto dopo l’esondazione del rio Fereggiano nel novembre di due anni fa costato la vita a 6 persone.
Alle 17 è iniziato il suo interrogatorio condotto dal procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico e dal sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà¡ titolari dell’indagine.
L’ex sindaco deve chiarire se era al corrente di quella bugia scritta per allontanare le responsabilità dal Comune.
Nel documento scritto dai vertici dell’amministrazione si sosteneva la tesi della bomba d’acqua improvvisa contro la quale nessuna prevenzione sarebbe stata possibile.
Ma la successiva indagine ha dimostrato che la valanga di acqua e fango arrivò alle 12.53 e non alle 12.10 come fu scritto nel documento taroccato.
Per quel verbale falsificato è già inquisito Sandro Gambelli, allora capo della Protezione Civile del Comune (finito agli arresti domiciliari e dopo tre giorni tornato libero da indagato per falso e calunnia), insieme a Gianfranco Delponte (direttore dell’Area Sicurezza), Giampaolo Cha (suo diretto superiore), entrambi finiti ai domiciliari per un paio di giorni, e l’ex assessore alla Protezione civile Francesco Scidone.
In precedenti interrogatori, c’è chi avrebbe assicurato di avere trasmesso la relazione manipolata all’ufficio di gabinetto di Marta Vincenzi e altri avrebbero detto al magistrato che Marta Vincenzi era al Matitone quando è stata ideata la versione fasulla.
Ma lei ha sempre smentito: “Sono nauseata da tutte queste falsità . Mi sono fidata dei miei collaboratori: un sindaco riferisce quello che dicono i tecnci. Non ho fatto altro che ripetere le cose che mi erano state comunicate dalle persone che mi erano vicino e io non ho mai dubitato di loro. In quei giorni li ho visti lavorare duro, li ho visti soffrire accanto a me. Perchè avrei dovuto sospettare di qualche bugia?”
(da “La Repubblica”)
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