ARRIVA IL VADEMECUM DEL DEPUTATO CINQUESTELLE: NON PARLARE DI POLITICA
PER EVITARE FUGHE DI NOTIZIE MEGLIO STARE ZITTI
Un ritorno alle origini. Venerdì più di trecento tra deputati e senatori convergeranno a Roma, e si riuniranno in un hotel della zona Parioli. E si assisterà a un amarcord. Troupe all’assalto degli onorevoli, cronisti che proveranno a intrufolarsi in stanze proibite, comunicazione che proverà a tappare falle e buchi.
La giornata del Movimento 5 stelle sarà un amarcord delle prime, lunghe settimane della scorsa legislatura, partita nel 2013.
Ma lo scopo della riunione del gruppo parlamentare al gran completo è esattamente quello: disinnescare sul nascere tutti quei meccanismi che cinque anni fa non hanno funzionato (“i paradossi”, vengono prudentemente definiti, che hanno sovente creato ilarità ) e rodare la macchina prima che parta.
Con il sacrificio di quello che si spera sarà un unico giorno di vero delirio.
I funzionari del gruppo parlamentare stanno smaltendo un’enorme mole di lavoro. Uscenti e neoeletti vengono contattati uno a uno, ricevono istruzioni sul dove e quando, le prime consegne di massima.
A differenza del passato, i 5 stelle possono contare su uno zoccolo duro che è stato riconfermato e ha vissuto sulla propria pelle le storture del passato.
Gli uomini più vicini a Luigi Di Maio stanno coordinando il lavoro. Sono Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro ma soprattutto Danilo Toninelli a interfacciarsi con gli uffici. Non è strano, soprattutto quest’ultimo è un profondo conoscitore dei meccanismi del Palazzo.
Tutto verrà preparato al millimetro. Almeno nelle intenzioni.
E non è escluso che per tamponare caos e fuga di notizie vengano organizzati punti stampa per aggiornare la stampa. L’incontro sarà organizzativo. “Un tutorial”, viene definito.
Si parlerà della burocrazia d’ingresso, dei regolamenti parlamentari, si inizierà a fare un primo censimento sulle Commissioni.
E verranno date regole d’ingaggio per rapportarsi con i giornalisti, che prevedono, nella prima fase, un suggerimento di evitare qualunque contatto per non incappare nella più classica delle bucce di banana.
I temi politici più scottanti faranno parte dei conciliaboli, sia del vertice sia dei soldati semplici, ma non rientrano nell’ordine del giorno.
Perchè non è ancora il momento di dare in pasto agli oltre duecento deputati nuovi — e che in definitiva non si possono conoscere uno ad uno — informazioni sensibili. Vedersele bruciate da giornali e televisioni sarebbe un attimo.
Certo è che il nuovo frame in cui si è innestato il Movimento, sempre più partito che combriccola di “splendidi ragazzi” (cit.) con il mandato di aprire la scatoletta di tonno, non lascerà le cose inalterate.
A partire dall’elezione dei capigruppo e dalla designazione delle cariche più importanti. I candidati alle presidenze delle Camere, ma anche i vicepresidenti, i questori e coloro che potrebbero guidare le Commissioni, in virtù dei rapporti di forza in Parlamento.
Il metodo assembleare non verrà abbandonato, ma viene messo in soffitta l’antico (eppure eravamo appena un lustro fa) metodo della graticola, secondo il quale le autocandidature dei singoli venivano votate dopo in botta e risposta atto a verificarne competenze e adeguatezza del ruolo.
Oggi c’è un capo politico che guida, che si è presentato al paese come leader e candidato premier, da cui passano tutte le decisioni e gli snodi cruciali del Movimento.
Sarà lui a indirizzare le scelte del gruppo parlamentare.
2013 addio.
(da “la Repubblica”)
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