ASSUNZIONI, MANCANO DUE MILIARDI: IL GOVERNO HA SOTTOSTIMATO I COSTI DEGLI INCENTIVI
IN SEI MESI SUPERATE LE PREVISIONI E SI RISCHIA LA MANOVRA CORRETTIVA
Il giochetto rischia di esplodere nelle mani del governo, se non è già successo.
Si parla dei generosi incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato previsti dalla legge di Stabilità 2015 a partire da gennaio: rischiano di produrre un buco da 2 miliardi — e forse più — per lo Stato, di cui il ministero dell’Economia è ben consapevole.
I pasticci del ministero guidato da Giuliano Poletti sui nuovi posti di lavoro non è casuale: è da gennaio che enfatizza i dati per dimostrare che la decontribuzione totale (fino a 8.060 euro per tre anni) per chi assume a tempo indeterminato nel 2015 e il contratto a tutele crescenti (da marzo) funzionano.
Secondo il Tesoro, il costo degli incentivi vale 1,88 miliardi nel 2015, 3,7 miliardi nel 2016, 3,9 nel 2017, 2,1 nel 2018 e 130 milioni nel 2019.
Totale: 11,7 miliardi, solo in parte compensati dall’abolizione di precedenti sgravi (per chi assumeva al Sud) e dalla riprogrammazione di altre risorse.
Si tratta di: 1,15 miliardi nel 2015; 1,38 nel 2016; 1,69 nel 2017; e 1,3 nel 2018.
A bilancio, quindi, la misura costerà : 731 milioni nel 2015; 2,3 miliardi nel 2016; 2,2 nel 2017 e 760 milioni nel 2018. Totale: sei miliardi.
Per Poletti dovrebbe creare un milione di contratti stabili in più nel 2015.
La Fondazione studi dei consulenti del lavoro (Fscl) nota che per pagare tutti quei contratti mancano già 3 miliardi.
La misura ha un solo limite: ha diritto allo sgravio chi assume, o ne fa richiesta, entro il 2015.
Stando ai dati Inps, a giugno erano 674.874 i posti su cui le imprese beneficiano della misura.
Se il trend venisse confermato, a fine anno saranno 1,2 milioni.
Sulla base della decontribuzione media stimata dallo stesso Tesoro (4.215 euro) il conto fa 5 miliardi.
Al netto delle compensazioni, nel 2015 mancano 2 miliardi (e così fino al 2018).
Che il governo dovrà trovare con una manovra correttiva, anche se a ottobre decidesse di non prorogare gli incentivi.
Non poco mentre si cercano almeno altri 30 miliardi per il 2016: “Più che di buco, parlerei di onere da coprire”, spiega al Fatto il viceministro dell’Economia Enrico Morando.
Ma mancano o no 2 miliardi?
“Per il 2015, se si confermasse questo trend, sarà una cifra significativa, ma è un problema meno insormontabile rispetto alle clausole di salvaguardia”.
Se a ottobre, però, il governo decidesse di non prorogare gli sgravi, ci sarebbe un boom di assunzioni negli ultimi mesi che aggraverebbe il buco già reato dalle stime imprecise della vecchia manovra.
Morando: “Tratteremo con la Ue l’estensione solo per le assunzioni nel Sud e delle donne nel Centro- Nord”.
Il problema è che questi incentivi funzionano a metà : “Visto che l’occupazione è ai livelli del 2014, sono andati a chi avrebbe assunto comunque – spiega Rosario De Luca, presidente della Fscl – anche perchè molti contratti sono stagionali”.
Carlo Di Foggia
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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