BONINO DOPO LA FATWA DI PANNELLA: “MI FA MALE, NON SONO DI LEGNO”
“INGENEROSO” LO SFOGO DEL FONDATORE DEL PARTITO
Come nella famosa battuta scritta da Truffaut in «Effetto notte», per Emma Bonino sembra valere la regola che parlar male di chi ha occupato tanta parte della tua vita è come parlar male di se stessi.
«Non dico niente. Non aggiungerò una parola. E sarà pure un brutto spettacolo, come dite voi. Ma fa male lo stesso. Non sono di legno».
Rabbia, dolore, e la comunicazione si chiude.
La rottura, furiosamente cercata da Pannella, è scoppiata nel rilancio dei media.
Marco è ingeneroso, il senso di quella risposta irata, a caldo domenica sera sulle quote versate mensilmente a un partito cui peraltro la leader storica, magari risparmiandosi le riunioni, dà grande visibilità .
Il silenzio
Già lunedì, Bonino rifiuta di spiccicar parola con Radio Radicale. Comprensibile il dolore, e poi forse – chissà – come si fa a rispondere a uno che protesta di non riuscire a farsi ricevere da Mattarella «mentre lei se vuole ci riesce in 5 minuti», quando proprio lui al Colle c’è già andato due volte?
A uno che dice di aver fatto il tuo nome a Napolitano per la designazione a ministro degli Esteri quando invece quel 27 aprile del 2013 Napolitano chiuso allo Studio alla Vetrata col premier in pectore Enrico Letta ha aspettato 40 minuti il tuo sì perchè prima Pannella voleva rifletterci bene?
Chi scrive se lo ricorda bene perchè raccolse, il giorno dopo, lo stupore estenuato del Colle: nessuno s’era mai immaginato la necessità di un “via libera” di Pannella… Comunque, invece, «Pannella espelle Bonino dai radicali», hanno titolato semplificando i siti web di tutt’Italia.
Ma è dal lontano 1967, grazie allo statuto vergato da Sergio Stanzani Ghedini che dal Partito Radicale non può esser espulso, radiato o anche solo punito proprio nessuno. Sarebbe, ovviamente, un controsenso con la natura stessa dei radicali.
Lo strappo
Ma a Emma quella patente Pannella l’aveva già tolta il 24 aprile: Bonino andò a trovarlo in ospedale, ricoverato in fin di vita s’era rimesso e nel giro di 24 ore aveva indetto un nuovo sciopero della fame, con telecamere convocate in rianimazione.
Lei si imbufalì, cercò di contrastarlo, non ci riuscì e se ne andò sbattendo la porta. «Emma non ha la visione radicale», commentò lui col piglio di chi cerca come Molière la morte in scena.
Lei lo venne a sapere, da allora – pur continuando a ripetere in pubblico «come dice sempre Pannella…» – ha evitato confronti diretti (eccezione, raccontano al partito, quando Pannella fece pressione per avere un contatto diretto con la Santa Sede).
Poi, forse, c’è anche un sottaciutissimo scontro politico: Pannella avrebbe voluto avventurarsi in una lista radicale alle scorse europee, da organizzare al volo e senza un quattrino per la campagna elettorale… Però, dice Emma agli amici, «questo è stato un fulmine a ciel sereno».
Per quanto proprio sereno l’orizzonte non fosse, inutile accumular nubi.
Meglio tacere. Anche se, è il timore diffuso tra i radicali che han pure fatto apposita riunione, non passerà come un temporale estivo.
Son due vite che da tempo han preso strade diverse e non comunicano più.
Antonella Rampino
(da “La Stampa”)
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