CARA MELONI, NOI NON CI FACCIAMO PRENDERE PER IL CULO
DUE GIORNI FA ANNUNCIAVA LA MOZIONE PER “INTERROMPERE I RAPPORTI COMMERCIALI CON GLI STATI CHE PREVEDONO IL REATO DI OMOSESSUALITA'”… OGGI LA PRESENTA MA I RAPPORTI “COMMERCIALI” DA BLOCCARE DIVENTANO “CULTURALI”… I POTERI FORTI CHE RAPPRESENTA DEVONO ESSERSI FATTI VIVI
Due giorni fa, il 4 luglio, Giorgia Meloni puntava il dito contro il governo Draghi e preannunciava la presentazione in Parlamento di un atto per «chiedere di fermare gli accordi commerciali con tutti quei Paesi che considerano l’omosessualità un reato».
Oggi 6 luglio la Meloni annuncia:
“Fdi ha presentato in Parlamento una mozione per impegnare il Governo ad andare in Europa per chiedere che la Ue condanni apertamente gli Stati che prevedono nei loro ordinamenti il reato di omosessualità e non stringa con loro accordi di cooperazione culturale”.
Ovvero due giorni fa avremmo dovuto interrompere gli “accordi commerciali” con 72 Paesi (compresi Egitto e Libia) indicati nella lista di quegli Stati che considerano l’omosessualità un reato, oggi basta una generica condanna verbale e l’interruzione dei “rapporti culturali”.
Una farsa da avanspettacolo: i “valori” sono durati 48 ore, poi qualche intervento dei poteri forti che vedrebbero compromessi i loro “affari” con mezzo mondo ha fatto ripiegare “lady Coerenza” in un generico e patetico “embargo culturale”.
Il “blocco navale” ai prodotti italiani verso i Paesi incriminati e da quei Paesi verso l’Italia si è ridotto al divieto di convegni, bancarelle di libri e prestiti di opere d’arte e ventagli artistici per qualche esposizione.
Altro che il Che, la rivoluzione sta alla Garbatella.
E non ve ne siete accorti…
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