LA SOLITA SEDICENTE DESTRA ITALIANA CHE GUARDA AI PEGGIORI CEFFI
IN FRANCIA E GERMANIA MAI LA DESTRA MODERATA SI INFETTEREBBE CON IL VELENO SOVRANISTA
La destra di oggi in Italia? Avete presente la favola della rana e dello scorpione? Narra di quella rana che decide di dare un passaggio a uno scorpione dall’altra parte di uno stagno. “Se mi punge muore anche lui, è impossibile che lo faccia!”. Come va a finire? Già lo sapete: muoiono tutti e due.
Alla natura non si comanda. Il buon Rino Gattuso la direbbe in maniera più secca: se uno nasce quadrato non può morire tondo…
Ecco, in Italia la destra che si dice liberale ed europea ha fatto e fa proprio come quella rana: si fida degli scorpioni fino a esserne uccisa, si fida di un’estrema destra alleata con le peggiori destre europee al punto di venirne soffocata politicamente e, ancora peggio, culturalmente.
È la sindrome della “gamba moderata” che fa sì che non esista in Italia davvero una destra moderata. Eppure le lezioni che arrivano dall’Europa qualcosa dovrebbero insegnare.
In Francia la destra gollista è da sempre feroce avversaria del lepenismo di qualsiasi gradazione; in Germania la Cdu di Angela Merkel certo non governerebbe mai con un partito nazisteggiante come Alternative für Deutschland.
Anche in Italia, per esistere davvero, per contare davvero, una destra liberale ed europea deve avere il coraggio di dire no a qualsiasi tipo di estremismo.
Deve avere il coraggio di non farsi prendere in giro. Il coraggio di mettere confini. Senza una trincea “a destra” qualsiasi tentativo di costruire una casa solida sarà fallimentare perché non farà che creare alibi e giustificazioni a estremisti che sguazzano in una palude putrida, fatta di promiscuità valoriale, in cui tutto si mischia e tutto si annulla.
Ecco, la buona destra deve saper diventare cattiva. Deve cominciare a essere seriamente “di destra”, sancendo gerarchie valoriali e incompatibilità politiche.
Deve saper schiacciare gli scorpioni per difendersi dal loro veleno. Eppure il patto sovranista e anti europeo siglato qualche giorno fa tra Salvini, Meloni, Le Pen e Orban dovrebbe aprire gli occhi a tutti coloro che si dicono liberali ma in realtà si appiattiscono sugli estremisti di destra per meri interessi elettorali. E invece niente.
Tutto in Italia scorre come niente fosse, come se, oltretutto, la politica italiana non avesse bisogno impellente di una destra capace di prendere decisioni di fonte alla complessità, capace di riformismo, di cultura imprenditoriale, di innovazione; una destra capace di farsi avanguardia per costruire, finalmente, un nuovo rinascimento nazionale senza attardarsi in una politica intimamente reazionaria, recriminatoria e sindacalizzata.
In questo quadro, non può che far ridere (per non piangere) la Meloni che chiede al governo Draghi di interrompere i rapporti con quei paesi che discriminano i diritti degli omosessuali. Rivendicazione tanto sacrosanta, ci mancherebbe, quanto finta, perché la Meloni che in Italia si mostra “paladina dei diritti” poi firma un patto con Orban che in Ungheria l’omosessualità l’ha messa al bando come fosse un reato.
Il paradosso dei paradossi. Quel che serve è una vera e propria ribellione di quegli italiani di destra che non vogliono morire per veleno populista.
Che non vogliono farsi infettare dall’antipolitica. Che sono stanchi di questo doppiofrontismo cialtrone
Filippo Rossi
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