RENZI, IL POLITICO TRANSGENDER CHE GIOCA SULLA PELLE DEI PIU’ DEBOLI PER VENDETTA PERSONALE
ORA E’ CHIARA A TUTTI LA COLLOCAZIONE DI RENZI: ALLEATO DI SALVINI
Nel giorno in cui muore Raffaella Carrà, Matteo Renzi lancia la sua offensiva contro la legge Zan, e la usa per riposizionarsi politicamente.
Queste due notizie non sono scollegate, come si potrebbe pensare a prima vista, perché Raffaella Carrà fu, in sintesi, l’anticonformismo che diventa lingua nazionalpopolare che poi si fa istituzione, e infine che diventa icona gay nel segno della libertà e della gioia di vivere.
Mentre Matteo Renzi è il conformismo che diventa manovra politica, e che nella sua fase crepuscolare si fa propaganda e piccola bugia, in nome della sopravvivenza.
Raffaella fu la semplicità, che è difficile a farsi, Renzi è oggi il politico transgender che passa da sinistra a destra usando come pretesto per il suo transito disinvolto, la legge contro l’omotransfobia.
Notare il dettaglio: il partito di Renzi – Italia Viva – aveva votato la legge alla Camera, solo pochi giorni fa, e adesso il suo leader la ammazza con un paradosso e un trucchetto dialettico degno dell’avvocato Azzeccagarbugli.
Dice Renzi che Italia Viva sta chiedendo di cambiare la legge perché adesso i numeri per approvarla non ci sono più. Ma a far mancare quei numeri è lui, con questa dichiarazione di resa preventiva.
Ed ecco il paradosso: indebolire la legge Zan, dicendo che il fronte che la sostiene si è indebolito. Una nuova piccola balla pinocchiesca, dopo i proclami di lealtà e di intransigenza coerente.
L’uomo è questo, si sa, ormai lo conoscono tutti. Fra l’altro Renzi chiede di emendare la legge al Senato – guarda caso – proprio nei due articoli che non piacciono alla destra.
E ovviamente finge di non sapere che questi due articoli oggi hanno la forma che hanno proprio perché sono già cambiati, e sono cambiati (non tutti lo sanno) perché il relatore ha già accolto gli emendamenti di Italia Viva (!).
Il destinatario della sua offerta, ovviamente, è Matteo Salvini
E quando gli ricordano che lui sta cambiando linea perché il suo partito aveva già votato a favore della legge alla Camera, si incarta: “Lo abbiamo fatto perché lì c’ erano i numeri. Noi siamo a favore della Zan. Ma se al Senato non ci sono i numeri preferisco fare una buona legge modificando qualcosa”.
Nel giorno in cui muore Raffaella Carrà, non si può non ricordare che il suo Tuca Tuca, che oggi consideriamo come una innocua canzonetta, fu – nel 1971 – trasgressione politica e scandalo. Iniziavano gli anni Settanta, si usciva dagli anni della censura e del “comune senso del pudore” e mostrare l’ombelico sembrava un sacrilegio.
Mimare la lingua del sesso in un balletto provocò una scomunica della Chiesa. Ma Raffaella non si piegò. Invitò nel suo programma Alberto Sordi per una ospitata sdoganante. Fu un colpo. Una sdrammatizzazione. Grazie ad Albertone la Rai fu costretta a far cadere la censura del Tuca Tuca (che si era già protratta per due settimane).
Oggi, nei giorni in cui il Vaticano fa sentire la sua voce contro una legge non ancora approvata, nel tempo di un nuovo anacronismo, mentre Renzi subito coglie l’occasione per unirsi al coro neo-confessionale, bisognerebbe ricordare che l’unica colpa della legge Zan è combattere l’omofobia in nome dell’amore.
È una legge per combattere un reato odioso e vigliacco. Oggi, in nome di Raffaella, dovremmo tuttI dire: “A far l’amore comincia tu”.
E mandare a quel paese i bacchettoni.
(da TPI)
Leave a Reply