CARTA D’IDENTITA’, IL GARANTE DELLA PRIVACY BOCCIA L’INTRODUZIONE DI “PADRE” E “MADRE”
ALTRO SCHIAFFONE A SALVINI E ALLA SUA PROPOSTA DI MODIFICA DEI MODULI PER IL RILASCIO DEL DOCUMENTO
Il Garante della Privacy boccia la sostituzione dell’indicazione “genitore 1 e 2” con quella di “padre” e “madre” nei moduli per il rilascio della carta d’identità in formato elettronico per i figli minorenni.
Ad annunciare il ritorno alla definizione che evidenzia il sesso dei genitori era stato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che aveva dato disposizione agli uffici del Viminale di modificare tutta la modulistica a riguardo.
Lo stesso ministero, a settembre, aveva richiesto il parere del Garante sullo schema di decreto che avrebbe introdotto la riforma.
E l’Authority si è pronunciata a fine ottobre in modo negativo, rilevando una serie di criticità .
Per quanto riguarda i profili di protezione dei dati personali, sostiene il Garante, “la modifica è suscettibile di introdurre profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità , per un minore, è presentata da figure che esercitano la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica ‘padre’ o ‘madre’ . Ciò, in particolare, nel caso in cui sia prevista la richiesta congiunta (l’assenso) di entrambi i genitori del minore (documento valido per l’espatrio)”.
Le ipotesi sono quelle in cui la responsabilità genitoriale e la trascrizione nei registri dello stato civile dei figli seguono una sentenza di adozione in casi particolari, la trascrizione di atti di nascita formati all’estero, il riconoscimento in Italia di provvedimenti di adozione pronunciati all’estero, la rettifica di attribuzione del sesso, oppure quando a registrare sia direttamente il sindaco. In questi casi, spiega il Garante, il rilascio del documento “potrebbe essere impedito dall’ufficio – in violazione di legge – oppure, potrebbe essere subordinato a una dichiarazione non corrispondente alla realtà , da parte di uno degli esercenti la responsabilità genitoriale. Infatti, nella richiesta del documento, nella ricevuta rilasciata dall’ufficio e, soprattutto, nel documento d’identità rilasciato per il minore, il dato relativo a uno dei genitori sarà indicato in un campo riportante una specificazione di genere non corretta”. In pratica, si rischierebbe di imporre di dichiarare dati falsi o inesatti oppure di fornire dati di carattere estremamente personale non necessari.
“Condivido interamente il parere del Garante per la Privacy”, ha dichiarato Luigi Manconi, direttore dell’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri.
Secondo Manconi, infatti, la modifica esporrebbe “al rischio di disparità di trattamento” nei casi segnalati dal parere e di violazione della protezione dei dati personali.
“L’Unar – conclude Manconi – chiede al governo di accogliere interamente il parere del Garante per la Privacy nella elaborazione delle modalità tecniche di emissione della carta di identità elettronica”.
(da agenzie)
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