CHE FIGURA DI TERNA: LA DECISIONE DELLA MELONIANA AD, GIUSEPPINA DI FOGGIA, DI SILURARE IL DIRETTORE FINANZIARIO E QUELLO DEI CORPORATE AFFAIRS, SENZA COMUNICARE I SOSTITUTI, FA CROLLARE IL TITOLO IN BORSA
IERI LE AZIONI DELLA PARTECIPATA PUBBLICA HANNO BRUCIATO 478 MILIONI – FURIOSI FAZZOLARI, GIORGETTI E IL CDA, CHE STAREBBE PENSANDO DI SFIDUCIARLA. MA GIORGIA MELONI NON PUÒ ABBANDONARE LA MANAGER, NOMINATA APPENA TRE MESI FA (CON LA CONTRARIETÀ DEL SUO PARTITO) SU CONSIGLIO DELLA SORELLA ARIANNA
Il cda di Terna, sotto la presidenza di Igor De Biasio e alla presenza dell’ad Giuseppina Di Foggia ha rivisto gli assetti organizzativi della società. Terna rende noto che la società e il direttore finanziario, Agostino Scornajenchi “hanno raggiunto un accordo consensuale di risoluzione del rapporto di lavoro che prevede altresì la sua permanenza nel ruolo, sino al 31 agosto 2023, e in azienda fino al 31 dicembre dello stesso anno”.
Inoltre “è stato raggiunto un accordo consensuale per l’uscita di Giuseppe Del Villano, direttore Corporate Affairs, sostituito ad interim da Emilia Rio, in linea con i piani di successione in essere”.
Agostino Scornajenchi “è dunque nel pieno esercizio della sua funzione di cfo e di dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili della società sino al 31 agosto 2023”, sottolinea la nota Terna.
“Le attività proseguono, senza soluzione di continuità e in pieno accordo tra presidente, amministratore delegato e consiglio di amministrazione grazie all’eccellente lavoro e alle competenze delle oltre 5.600 persone di Terna. Sulla base delle informazioni a disposizione della società, – conclude la nota – alla data odierna Scornajenchi detiene 19.897 azioni di Terna e Del Villano 47.752 azioni”.
Il vuoto di potere che si sarebbe creato nelle prime linee di Terna per decisione diretta dell’ad Giuseppina Di Foggia si è tradotto in una pioggia di vendite sul titolo. Ieri a Piazza Affari le azioni dell’azienda ha perso il 3,16%, chiudendo a 7,28 euro. Un valore che non toccava da marzo, un mese prima che la stessa Di Foggia venisse nominata ceo.
Alla chiusura degli scambi la capitalizzazione è scesa a circa 14,6 miliardi di euro: bruciati in una seduta 478 milioni. A provocare le vendite sono state indiscrezioni che riferiscono di una rimozione di Agostino Scornajenchi e di Giuseppe Del Villano, rispettivamente cfo e direttore corporate affairs di Terna, voluti dalla stessa Di Foggia che non disporrebbe di sostituti.
Si tratterebbe -come ha scritto il quotidiano romano- di una mossa senza precedenti, che avrebbe preso alla sprovvista anche gli azionisti Mef e Cdp. Il ministro Giancarlo Giorgetti e Palazzo Chigi avrebbero anche chiesto di inserire la figura del dg in organigramma, invito rispedito al mittente da Di Foggia che avrebbe minacciato le dimissioni.
La neo ad starebbe cercando di trovare all’esterno nuove figure manageriali appoggiandosi ai cacciatori di teste. Secondo Repubblica, Del Villano sarebbe una figura molto vicina all’ex ceo, Stefano Donnarumma, rimasto senza incarico alla fine del giro di nomine ai vertici delle partecipate pubbliche in aprile, quando si è giocato fino all’ultimo il ruolo di ad di Enel con Flavio Cattaneo.
(da agenzie)
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