COME FACCIAMO GIUSTIZIA SE I BRACCIALETTI ELETTRONICI NON FUNZIONANO? -DAI 5700 SISTEMI ATTIVI IN ITALIA, OGNI GIORNO ARRIVANO FINO A 30 FALSI ALLARMI
I CARABINIERI SCRIVONO AL GOVERNO PER CHIEDERE UN INTERVENTO SUI TROPPI MALFUNZIONAMENTI NEI DISPOSITIVI, USATI PER PER CONTROLLARE DETENUTI AI DOMICILIARI O STALKER: “LO STRUMENTO, CONCEPITO PER MIGLIORARE LA SICUREZZA, RISCHIA DI PEGGIORARLA, E PROVOCA UN DISPENDIO DI RISORSE CHE NON POSSIAMO PERMETTERCI”
Ogni giorno in Italia, di falsi allarmi dai 5.700 braccialetti elettronici attivati per controllare detenuti ai domiciliari o stalker, ne suonano continuamente. Centinaia, denunciano i carabinieri aderenti all’Unione sindacale militare interforze, che hanno scritto ai ministri di Giustizia, Interno e Difesa.
«Un dispositivo malfunzionante è in grado di provocare fino a 30 falsi allarmi al giorno — spiega Carmine Caforio, segretario generale dell’Usmia, ma anche comandante di una delle squadre del Radiomobile di Roma —. E questo provoca un dispendio di risorse che non possiamo permetterci. Ogni volta che un dispositivo suona, la pattuglia delle forze dell’ordine che ha in carico il controllo della persona deve subito intervenire, deve anche accompagnare il tecnico dell’ente gestore per l’eventuale verifica. Un’operazione che impiega almeno un’ora e che distoglie le pattuglie dal controllo del territorio, con tutto quello che ne deriva. A parte le conseguenze psicologiche per la potenziale vittima di una violenza di genere ».
All’interno dei braccialetti elettronici c’è una scheda telefonica che chiama in tempo reale la centrale operativa ad ogni spostamento dall’area in cui dovrebbe rimanere. Ci sono quelli dotati di geolocalizzatore, dunque in grado di seguire gli eventuali spostamenti sospetti della persona controllata, e ci sono quelli semplici, senza Gps.
Nel caso in cui vengono utilizzati per garantire la sicurezza di donne minacciate, sono tarati su una distanza minima a cui lo stalker deve attenersi e un dispositivo gemello viene consegnato alla vittima perché possa essere avvisata in tempo reale di una ipotetica minaccia. «Se non verranno adottati urgenti rimedi il dispositivo, concepito per migliorare la sicurezza, rischia di peggiorarla, diventando uno strumento poco credibile e soprattutto incontrollato — sottolinea Caforio».
In Italia, a dicembre, il numero di braccialetti attivi era di 5.695. Di questi, 1.019 sono utilizzati per casi di stalking, 671 sotto il controllo dei carabinieri, 348 dalla polizia. A gestire il servizio ormai da molti anni è Fastweb, la compagnia telefonica che a febbraio 2022 ha nuovamente vinto la gara d’appalto bandita dal Viminale aggiudicandosi per 15,6 milioni di euro la fornitura e il monitoraggio dei braccialetti elettronici richiesti dall’autorità giudiziaria. Spesso dalla richiesta all’effettivo montaggio del dispositivo passa anche una settimana. Ai rilievi mossi nella lettera del sindacato dei carabinieri, Fastweb ha preferito rispondere con un «no comment».
(da agenzie)
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