COMINCIANO BENE: E’ ANDATO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MELONI E TAJANI
FORZA ITALIA HA CHIESTO UN MINISTERO TRA ECONOMIA, INTERNI O ESTERI… TAJANI HA PROPOSTO LICIA RONZULLI, INFERMIERA, MINISTRO DELLA SANITA’ O DELL’ISTRUZIONE E BOCCIATO L’IDEA DI LASCIARE LA PRESIDENZA DELLA CAMERA ALL’OPPOSIZIONE, COME VUOLE LA PRASSI
La corsa di Giorgia Meloni verso palazzo Chigi è in salita, ripida e scivolosa. Un percorso ad ostacoli in cui non dovrà farsi azzoppare dalle paure dei mercati, dallo scetticismo internazionale, dalle difficoltà economiche dell’Italia o dalle minacce degli Europoteri. In questa gincana, la trappola più pericolosa è rappresentata dai suoi stessi alleati.
Lega e Forza Italia, bastonati dagli elettori, hanno un disperato bisogno di coprire i lividi, magari incassando, nei posti di governo, più di quanto i voti gli suggeriscano di chiedere.
Non è un mistero che Berlusconi senta di avere in tasca la “golden share” del governo che verrà. I suoi parlamentari, soprattutto al Senato, sono determinanti. D’altro canto Salvini, dal basso del suo consenso, non puo’ più giocare da playmaker ma deve sgomitare da outsider.
Il ruolo in commedia che gli è rimasto è quello del guastatore capriccioso che puo’ usare quel poco che ha in Parlamento per disturbare il manovratore.
Si capisce allora perché per Giorgia Meloni la strada sia in salita, al netto dei sorrisi di circostanza e delle dichiarazioni confortanti. Il suo faccia a faccia con Antonio Tajani, che le agenzie hanno descritto come “uno scambio di idee”, in realtà è stata una mini-scazzottata.
Tajani ha prima intessuto un pippardone sulla necessaria “rappresentatività” che tutte le forze della coalizione dovranno avere nel futuro governo e poi ha presentato la lista delle richieste: ministeri pesanti per Forza Italia (uno tra Economia, Esteri o Interni).
La Ducetta ha rintuzzato le suggestioni dell’ex monarchico Tajani facendo presente che i tre dicasteri, che rappresentano il cuore del potere dello Stato, vanno “discussi” (e possibilmente concordati) con il presidente della Repubblica Mattarella. Parola d’ordine: evitare subito conflitti con il Colle.
Il coordinatore di Forza Italia si è un po’ stizzito per il rifiuto. Ha masticato amaro e fatto trapelare il suo malcontento. Della serie: così non andiamo lontano. Il boccone è diventato ancora più indigesto quando Giorgia Meloni ha detto di voler seguire la prassi per l’elezione dei presidenti delle Camere, ovvero lasciare la guida di Montecitorio all’opposizione. Tajani si è irrigidito: “Non penso sia il caso, ma ne parlerò con Berlusconi”.
Nel botta e risposta che ne è seguito, l’ex presidente del Parlamento europeo ha provato a scucire alla Meloni qualche nome per il futuro governo. La Meloni si è fatta Sfinge: “Finché non avrò ufficialmente l’incarico, preferisco non sbilanciarmi”.
Tajani ha insistito ma davanti a tanta pervicace ostinazione, il nome alla fine lo ha fatto lui. Ha proposto, tra gli altri, il profilo di Licia Ronzulli, infermiera prestata alla politica, come ministro della Sanità. In alternativa, visto lo spessore culturale della “badante” del Cav, ministro dell’Istruzione.
Risposta della Meloni? Silenzio e gelo.
(da Dagoreport)
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