CON LE PRIMARIE I RONZINI NON DIVENTANO FUORICLASSE, MA SOLO CAMPIONI DEL TAROCCO
SERVONO SOLO A QUATTRO PERDENTI PER DIVIDERSI DUE POLTRONE IN SIMILPELLE…. CON IL PROPORZIONALE NON SERVE UNA COALIZIONE E NESSUNO ARRIVA AL 40%: LE PRIMARIE IN ITALIA SONO SOLO UNA GRAN PRESA PER I FONDELLI DELL’ELETTORE
Il tema delle “primarie” nel centrodestra è uno dei pochi argomenti “concreti” che vengono, più che dibattuti, sbandierati dai partiti della “coalizione possibile”.
In realtà delle primarie in sè non frega nulla a nessuno di coloro che le invocano, se non per una “prova di forza interna” da tradurre in percentuali di potere da dividersi in caso di vittoria.
E qui arriviamo al primo punto: indicare un premier di coalizione, con il ritorno al proporzionale e l’eliminazione del ballottaggio, NON SERVE A NULLA, per un semplice motivo, nessuno arriverà al 40%, quindi nessuna coalizione potrà accedere al premio di maggioranza e governare da sola.
A che serve indicare un candidato premier del NULLA?
E’ più semplice lasciare decidere l’elettore : chi prenderà più voti avrà un maggior peso nel dibattito interno, così funziona in democrazia.
Qualcuno a questo punto obietterà : ma le primarie permettono all’elettorato di centrodestra di “partecipare” alla scelta del leader e della linea politica.
I precedenti dimostrano che sono balle.
Quanti elettori di centrodestra hanno contribuito a far vincere le primarie a Renzi?
Le primarie hanno senso in Paesi ad alto tasso di democrazia partecipata e a prova di inquinamento di lobby e cosche, non in Italia.
Questo è il Paese dove un candidato alle prossime primarie Pd, nonchè magistrato, si appella agli elettori grillini e di destra per andare a votare alle primarie dem per “mandare a casa Renzi”.
In pratica spera di vincere con l’aiuto degli avversari.
Con le primarie, ai tempi del Msi, avrebbero fatto segretario Paietta: bastava che il Pci mandasse a votare i suoi attivisti ai banchetti missini e addio Almirante, Michelini e Rauti.
Poi ci sono i due penosi precedenti di Roma: alle comunali i gazebo della Lega prima e quelli di Forza Italia poi, con esiti già segnati dai vertici e schede mai controllate da autorità terza.
Vi immaginate che tarocchi ci sarebbero in zone “egemonizzate” da questo o quel partito?
Non a caso chi le vuole? Chi ha mano libera al Nord (Salvini), al Centro (Meloni) e al Sud (Fitto).
Se volete inserisco già le percentuali dei risultati in una busta e la apriamo il giorno dei risultati: sono certo che ci azzecchereste anche voi.
E perchè mai dovremmo sottoporci a questa farsa?
E chi vi dice che chi non ha votato per il vincitore delle primarie lo farà poi sulla scheda elettorale?
E chi vi dice che non voteranno elettori di centrosinistra?
E chi garantisce che non ci saranno schede taroccate?
E quale autorità terza controllerà le votazioni?
Chi verificherà che non sia indirizzata al voto manovalanza della criminalià (cosa già certificata per le primarie del centrosinistra) ?
La verità è un’altra: Salvini e la Meloni (con Fitto e Alemanno che cantano “aggiungi un posto a tavola, che c’è un amico in più”) vogliono rappresentare “non il centrodestra”, ma “il polo sovranista”.
Liberi di farlo, ma abbiano le palle di presentarsi da soli, così si fanno contare., come a Roma, dove il leader in pectore Salvini ha raccolto il 2% o come a Napoli dove non è riuscito neppure a presentare la lista.
Troppo comodo pretendere che “Forza Italia” e altri, che non condividono la loro impostazione, debbano fare i “portatori d’acqua” a dei ciclisti spompati.
Sullo Stelvio ci si arriva con le proprie qualità , non a forza di spinte.
Non a caso in Francia, si presentano due candidati distinti che “prendono voti a destra” e l’esito probabile delle elezioni francesi anticipa il destino delle due anime del sedicente centrodestra italiano.
Perderanno entrambi, a vantaggio di chi “prende anche voti a destra, ma non solo”.
Pedalate, gente, pedalate…
Per meditare occorrerebbe anche usare il cervello.
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