CONTRORDINE EX CAMERATI: “BOCCHINO AL SECOLO? FARA’ SOLO IL MANAGER”: ALLORA SIAMO A POSTO
FRATELLI D’ITALIA PRIMA LO NOMINA ORA NEGA QUASI TUTTO… L’EX DIRETTORE DE ANGELIS POLEMICO
Nuova puntata del “Grande fratellastro” sugli schermi degli stabilimenti balneari convenzionati alla catena “duri e puri”, tra venditori di meloni e vu cumpra’.
Dopo la nomina alla direzione del “Secolo d’Italia” di Italo Bocchino e le proteste di donna Assunta Almirante, nuovo colpo di scena che arriva attraverso la precisazione postuma di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale in affitto.
L’esordio del comunicato di FdI non è dei migliori: «Italo Bocchino non è iscritto a FdI e non ricopre alcun incarico nel movimento”. Ricorda tanto quei comunicati che, negli anni di piombo, stilava la federazione milanese (e non solo) del Msi per “scaricare” qualche camerata che, magari per difendersi, era finito nei guai.
Ma veniamo al dunque: “per quanto concerne il “Secolo d’Italia”, il consiglio di amministrazione della Fondazione Alleanza nazionale si è limitato a prendere atto di una lettera del comitato di redazione con la quale si comunicava “la disponibilità del collega Bocchino a realizzare un comparto marketing finalizzato al reperimento di risorse pubblicitarie”, conferendo allo stesso l’incarico di direttore del marketing e dei relativi aspetti editoriali».
Insomma Bocchino, tra un impegno con Romeo e un articolo sotto pseudonimo, passava da quelle parti, ha scritto due righe, il comitato di redazione le ha girate alla Fondazione che lo ha nominato ipso facto direttore del marketing.
Fratelli d’Italia precisa che “stabilire e dirigere la linea politica del “Secolo d’Italia” non rientra nelle competenze di Bocchino, ma è compito che rimane nelle mani del vicedirettore responsabile Girolamo Fragalà o in ipotesi di altro soggetto a cui venisse conferito esplicitamente tale incarico».
FdI-An conclude sottolineando che nessuno ha «assegnato a Bocchino il ruolo di “federatore” del centrodestra» e che «l’organizzazione della festa del Secolo d’Italia, qualora dovesse tornare, spetterebbe ad altri organismi».
A stretto giro arriva il primo commento dell’ex direttore Marcello De Angelis: «La Fondazione ha tutto il diritto di nominare un direttore editoriale che si occupi di reperire pubblicità , cosa che purtroppo non ha fatto quando a chiederlo sono stato io per sostenere economicamente il Secolo che dirigevo».
Il rapporto tra De Angelis e il «suo» Secolo si è concluso in modo burrascoso: «più di quanto detto non aggiungo perchè attualmente ho una vertenza in corso col Secolo e non sarebbe corretto…» dichiara a “il Tempo” di Roma.
Ma vediamo come stanno realmente le cose, al di là degli incarichi formali.
Intanto Bocchino ha rilasciato diverse interviste dalle quali emerge non solo un suo ruolo di addetto marketing ma anche quello prettamente politico di “unificatore” delle varie componenti del centrodestra.
Vi sono, è vero, aspetti di rilancio pubblicitario come il progetto di ritorno nelle edicole romane e quello della trasformazione della sede storica di via Della Scrofa in un caffè letterario.
Ma Bocchino vuole e ha necessità di guardare a tutta la galassia del centrodestra per raccogliere la pubblicità a trecentosessanta gradi e per evitare che i conti (già in rosso) subiscano un ulteriore trauma .
Per questo ha chiesto come condizione, per poter attrarre pubblicità , che Il Secolo abbia attenzione per tutte le componenti di An: da chi ha scelto Fi agli alfaniani, dai meloniani ai larussiani, ovvero “per tutti gli ex An ovunque siano finiti nel centrodestra”.
In sostanza o il Secolo trova pubblicità o chiude.
E per trovarla non può essere solo l’organo di partito di Fratelli d’Italia.
Un progetto peraltro condiviso dai vertici di FdI, ma che gli stessi, per convenienza e per non sputtanarsi con la base che non vuole sentir parlare di Bocchino, vorrebbero nascondere.
E Bocchino è funzionale a Fdi e a quel progetto, salvo il difetto di parlare troppo.
Quindi certi comunicati sono davvero un “tappullo peggior del buco”: chi ha approvato la nomina di Bocchino a direttore editoriale del Secolo?
Parlano i fatti.
A Bocchino è andato il voto unanime di tutto il CdA della Fondazione Alleanza Nazionale in cui figurano La Russa, Alemanno, Meloni (per Fratelli d’Italia), Gasparri, Matteoli, Martinelli (per Forza Italia) e i finiani Donato La Morte ed Egidio Digiglio (questi ultimi assenti al voto).
Se ne deduce che gli unici distinguo sono arrivati dai finiani, non certo dai cocuzzari.
Buon bagno a tutti.
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