COSA CAMBIA L’ACCORDO EUROPEO SUI MIGRANTI E IL BLUFF DELLA MELONI
IL RIFERIMENTO ALLE ONG E’ STATO SEMPLICEMENTE SPOSTATO NELLA PREMESSA, MA RESTA SEMPRE… COME VINCOLANTE E’ IL “NESSUN INDEBOLIMENTO DEGLI STANDARD UMANITARI” (MA I MEDIA SOVRANISTI FANNO FINTA DI NON SAPERLO)
L’accordo sul meccanismo di crisi alla fine è stato raggiunto a Bruxelles e la Germania si dice molto soddisfatta del compromesso raggiunto. “Una svolta storica” la definisce in un twitter il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Come in ogni buon compromesso ciascuno cede qualcosa e guadagna qualcos’altro. La Germania ha consentito a tagliare nel testo dell’ordinamento il punto contestato sulle Ong, che resterà però nella premessa, tra i “Considerando”.
Nella parte iniziale del testo approvato si leggerà che “le operazioni umanitarie di salvataggio non devono essere considerate come una strumentalizzazione dei migranti” per destabilizzare uno Stato membro. In sintesi, se prima il riferimento all’attività di soccorso in mare delle organizzazione non governative compariva due volte, nelle premesse e nel testo del regolamento, ora compare una sola volta prima, e sparisce dal contenuto del testo.
La vittoria che si intesta Berlino invece è “che non ci sia stato alcun indebolimento degli standard umanitari”, come ha detto oggi un portavoce del ministro degli Interni, in conferenza stampa a Berlino.
In pratica questo significa che l’articolo 5x dell’ordinamento – che affrontava la delicata questione delle condizioni materiali della ricezione dei migranti in situazione di crisi nel periodo di tempo che intercorre tra la presentazione della domanda di protezione e la registrazione – è stato cancellato. Il timore del governo tedesco era che si usasse questa scorciatoia per abbassare le garanzie di tutela dei migranti.
“Abbiamo ottenuto che gli standard umanitari minimi, come l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria, non siano indeboliti dalla crisi. Perché senza umanità nella crisi, non c’è nemmeno ordine” ha scritto la ministra degli Esteri Annalena Baerbock.
“Si è fatto in modo che l’ordine di crisi possa essere revocato solo in singoli casi giustificati, in modo che la registrazione, la distribuzione e il rimpatrio ordinati non vengano costantemente ritardati”.
L’altro obiettivo raggiunto, dalla prospettiva di Berlino, è che l’attivazione del meccanismo di crisi potrà essere attivata a maggioranza qualificata e non all’unanimità.
La riforma ora dovrebbe essere attuata entro le elezioni europee del giugno 2024. Un traguardo che molti considerano ancora lontano da raggiungere.
(da La Repubblica)
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