EMERGENZA CASA, BOOM DI SFRATTI CON LA FORZA PUBBLICA NEL 2022
E NEI PROSSIMI 2 ANNI 450.000 FAMIGLIE RISCHIANO DI FINIRE IN MEZZO A UNA STRADA DOPO IL TAGLIO AI SUSSIDI DEL GOVERNO
Che quella della casa fosse una mina vacante in termini di coesione sociale lo si sapeva ma i numeri diffusi oggi dalla Unione inquilini mostrano che la bomba abitativa è già esplosa.
Sono infatti oltre 30mila le esecuzioni con la forza pubblica (+218,60%) mentre si sfiorano le 100 mila richieste di esecuzione (+ circa 200%). Quasi 42 mila le nuove sentenze di sfratto (+ circa 10%).
Questo il bilancio finale per il 2022. Ma quelli dell’anno in corso e del prossimo rischiano di andare molto peggio.
Da un lato ci sono infatti 450mila famiglie che o ci sono già o rischiano di finire in mezzo a una strada perché non essendo riuscite a pagare l’affitto si ritrovano uno sfratto esecutivo già tra le mani o si apprestano a riceverlo. Dall’altro circa un milione di nuclei familiari che temono di non farcela a pagare la rata del mutuo, sempre più salata se a tasso variabile, comunque pesante anche a tasso fisso quando l’inflazione fa lievitare i prezzi del carrello della spesa dei più poveri.
In mezzo 600mila possessori del reddito di cittadinanza che non solo a luglio hanno dovuto dire addio a questo ma anche al collegato assegno fino a 280 euro mensili di sostegno per l’affitto.
Così come altre 400mila famiglie non potranno più contare sui 500-2mila euro l’anno di aiuto da parte dei comuni per pagare il canone, mentre più o meno altrettante dovranno fare a meno al contributo per “morosità incolpevole”, fino a 12 mila euro l’anno per chi è sotto sfratto ed è in serie difficoltà economiche. Tutti fondi cancellati in un sol colpo dal Governo Meloni.
Le case degli italiani sono una polveriera, ma né i partiti di governo, né quelli all’opposizione sembrano accorgersene a giudicare dallo spazio pressoché nullo ritagliato nei loro programmi all’emergenza abitativa. Del resto è dal Piano casa di Fanfani dei lontani anni ’50 che il tema sembra essere uscito dall’agenda politica. Se al massimo si è posta un po’ di attenzione quella è andata a quella stragrande maggioranza del 78% di possessori di casa. Anomalia tutta italiana, visto che in Germania il 66% non è proprietario ma affittuario. In Olanda addirittura l’80% mentre nel resto d’Europa quasi ovunque possessori di casa sono comunque minoritari.
Un popolo di proprietari che poi però non ha risorse per tirar su anche una micro impresa quando si è giovani, che non conosce la mobilità lavorativa e che oggi in un caso su quattro non dorme sonni tranquilli assillato com’è dalle rate del mutuo sempre più pesanti.
Ma in quel 78% si annida anche la tendenza alla speculazione. Perchè mentre c’è chi cerca disperatamente un alloggio, in Italia abbiamo 7 milioni di case sfitte, una megalopoli di circa 20 milioni di abitanti fantasma. Per rimettere in circolazione questo patrimonio abitativo basterebbe tassare maggiormente chi può permettersi di tenere vuota casa, come propone l’Unione Inquilini. Minoranza poco ascoltata ma che sta diventando una polveriera, visto che quasi 900mila famiglie affittuarie hanno redditi al disotto del livello di povertà. E il 90% degli sfatti riguarda proprio chi non ha potuto pagare l’affitto per aver subito tagli alla retribuzione o aver perso del tutto il lavoro. E che ora deve rinunciare anche a quel po’ di sussidi pubblici.
«Uno tsunami che travolge la coesione sociale nelle città, effetto della mancanza di politiche sociali e di qualsiasi forma di intervento pubblico, oltre che della devastante deregulation degli affitti turistici che il Governo lascia senza limiti e controlli», denuncia Silvia Paoluzzi, segretaria nazionale dell’Unione inquilini». «Una situazione insopportabile – prosegue- a cui il Governo risponde con cinica indifferenza, apprestandosi a negare anche in questa legge finanziaria il piccolo ombrellino di protezione del fondo sostegno affitti e per la morosità incolpevole».
(da La Stampa)
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