COSA FARE A NATALE, ECCO I SETTE NODI SUL TAVOLO DEL GOVERNO
DECISIONI ANCORA LONTANE, SI SCONTRANO RIGORISTI E POSSIBILISTI, TRA ZONE ROSSE E ARANCIONI
Come passeremo il Natale? Cosa si potrà o non si potrà fare?
Il governo ritiene che il dpcm sul quale pure a lungo ha discusso due settimane fa, le misure in vigore non siano sufficienti per arginare i contagi.
Al momento la stretta deliberata lo scorso 4 dicembre prevede la conferma delle fasce di rischio a livello regionale (le zone gialle, arancioni e rosse) da poter attivare quando gli indicatori lo richiedono, il coprifuoco alle 22 senza deroghe nemmeno per le funzioni religiose natalizie, oltre al divieto assoluto della possibilità di spostamento fra Comuni nei giorni del 25 e 26 dicembre e per il 1 gennaio. Dal 21 dicembre, inoltre, non ci si potrà più spostare da una Regione all’altra.
Le posizioni in campo
L’ala rigorista del governo spinge per misure estremamente dure. I ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza invocano la necessità di “misure più dure e restrittive” per arginare i contagi anche in vista della terza ondata. Più in generale, è stato il Partito democratico a sollevare il tema che quanto già previsto non sarebbe sufficiente a garantire che la curva non si rialzi, con il segretario Nicola Zingaretti e il capo delegazione al governo Dario Franceschini a sostenere la linea della fermezza. Il Movimento 5 stelle vorrebbe interventi “chirurgici e mirati”, sostenendo che la divisione in fasce e l’impianto generale del dpcm siano sufficienti così come sono, Italia viva chiede che le misure scelte siano “coerenti”.
Italia zona rossa o zona arancione?
Il dibattito su un’ulteriore stretta ruota intorno all’ipotesi di estendere, tutte o in parte, le misure già previste per le fasce regionali all’intero territorio nazionale.
Nell’ipotesi della zona arancione verrebbero vietati gli spostamenti non necessari da un Comune all’altro e verrebbero chiusi bar e ristoranti se non per l’asporto, fino alle 22, e le consegne a domicilio. In quella di una zona rossa nazionale sarebbero vietati tutti gli spostamenti dalla propria abitazione come avvenuto per il lockdown della scorsa primavera, e insieme ai ristoranti e ai bar si decreterebbe la chiusura di tutte le attività commerciali ritenute non necessarie.
Che dicono gli esperti?
Ieri il Comitato tecnico scientifico si è diviso sulle indicazioni da dare al governo. I tre direttori generali del ministero della Salute non hanno sottoscritto il verbale in polemica con la linea assunta, lamentando che nel documento non si sia fatto esplicito riferimento alla necessità di una zona rossa, così come voluto dal ministro e da tutta la struttura ministeriale. I tecnici hanno sì consigliato di “inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel dpcm del 3 dicembre (quello della divisione per zone di rischio, ndr)”, ma hanno lasciato al governo l’onere di “modularle come si ritiene opportuno”.
Da quando scattano le nuove misure?
La discussione è ancora in corso. La prima ipotesi prevede un’ulteriore stretta esclusivamente per i giorni di festa, ovvero 25 e 26, 1 gennaio ed Epifania. L’ala rigorista del governo vorrebbe l’estensione della zona rossa per tutte le feste, dai giorni prima di Natale fino al 6 gennaio. Un compromesso su cui si sta ragionando è prevedere misure più restrittive – non necessariamente da zona rossa, ma che comunque prevederebbe limitazioni alla mobilità e all’apertura degli esercizi commerciali – per i giorni che vanno dal 24 al 27 dicembre, dal 31 al 3 gennaio e nel weekend della Befana.
I piccoli Comuni
Una parte dei Democratici, guidati dal capogruppo al Senato Andrea Marcucci, sostengono una posizione più morbida. È loro, per esempio, la richiesta di una deroga alla mobilità inter-comunale, almeno per quanto riguarda i centri abitati al entro i 10mila abitanti, i cui cittadini verrebbero altrimenti “discriminati” rispetto a chi abita nei grandi centri urbani.
Il prossimo weekend
Alcune limitazioni potrebbero riguardare già questo fine settimana. Vista la chiusura dal 21 degli spostamenti fra Regioni si prevede un robusto esodo di chi si dovrà spostare in vista delle feste. La preoccupazione riguarda soprattutto stazioni e aeroporti, nei quali verranno rafforzate le misure di controllo, ma non è escluso che lo stop alla mobilità possa essere anticipato.
Sì, ma quando decidono?
Le somme dovrebbero essere tirate domani, al massimo venerdì, quasi sicuramente con l’emanazione di un nuovo dpcm. Oggi il governo ha avuto un primo confronto con le Regioni, molte delle quali si sono dette favorevoli al giro di vite, guidate dal governatore del Veneto Luca Zaia. Il collega della Liguria Giovanni Toti ha invece dato voce ai contrari, giudicando incomprensibile l’eventuale scelta della zona rossa di fronte al ritrarsi dei contagi. Giuseppe Conte ha riunito i capi delegazione per fare il punto della situazione. Non è sicuro ma è probabile che in serata indicazioni più certe sulla direzione che vorrà prendere il governo.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply