COSIMO FERRI E GLI SMS PER IL CSM: IL SOTTOSEGRETARIO SCARICATO DA TUTTI A UN PASSO DALLE DIMISSIONI
“INDIFENDIBILE” DOPO AVER PERORATO IL VOTO AL CSM PER UN PAIO DI MAGISTRATI AMICI
Palazzo Chigi aveva fatto filtrare la sua secca irritazione.
A una manciata di giorni dalla presentazione delle linee guida sulla riforma della giustizia, sulla quale aveva già messo in programma di dover rispondere colpo su colpo alle critiche in arrivo dalla magistratura, l’intromissione di un membro del governo sui delicatissimi equilibri delle elezioni del Csm era l’ultima cosa che Matteo Renzi si augurava.
Quel messaggio (“Per le elezioni al Csm mi permetto di chiederti di valutare gli amici Pontecorvo e Forteleoni”) inviato dal sottosegretario Cosimo Ferri, arrivato a via Arenula con il governo Letta proprio dopo un mandato (quasi plebiscitario, 533 voti) al Consiglio superiore della magistratura, è stato definito dal premier “indifendibile”.
Un cortocircuito tra il potere esecutivo e quello giudiziario in una fase delicatissima negli equilibri istituzionali del paese che ha portato Ferri sull’orlo delle dimissioni.
Il sottosegretario era entrato al governo in quota Forza Italia da tecnico, ed era riuscito a sopravvivere anche dopo l’addio degli azzurri alla maggioranza.
Una circostanza che oggi lo lascia “nudo”, privo di qualsiasi copertura politica che lo possa mettere al riparo dalle critiche.
Le pressioni affinchè lasci sono asfissianti.
Il leader dell’unica formazione politica dalla quale sarebbe potuta arrivare una mano tesa l’ha scaricato: “Credo che il sottosegretario Ferri abbia il diritto e il dovere di fare una riflessione e di comunicarla pubblicamente – ha spiegato Angelino Alfano – È una vicenda che va affrontata pubblicamente e senza ipocrisie”.
Certo, il ministro dell’Interno, fedele alla linea critica in materia del centrodestra italiano, ha sottolineato che vede “troppi che si scandalizzano, come se non sapessero come avvengono le elezioni”.
Ma non un dito è stato sollevato per mettere il sottosegretario al riparo sotto l’ombrello della ragionpolitica.
È Andrea Orlando l’incaricato di gestire la patata bollente. Il ministro della Giustizia per il momento fa sapere di avere una giornata lavorativa fitta di appuntamenti, e non si sa se vedrà Ferri già in giornata.
Un incontro che potrebbe essere dirimente per la sopravvivenza – al momento molto incerta – del sottosegretario nella squadra di governo.
E mentre il Movimento 5 stelle, tramite il senatore Mario Giarrusso, ne chiede a gran voce l’allontanamento, la censura dal peso specifico più rilevante arriva dall’Anm, della quale proprio l’ex magistrato era membro del Comitato direttivo al momento della nomina: “Il sostegno esplicito di un membro del governo volto a favorire l’elezione di alcuni dei componenti dell’organo di governo autonomo della magistratura non solo costituisce un’evidente e grave interferenza nel delicato equilibrio tra i poteri”.
Tutti coloro che si dovevano esprimere si sono espressi.
E tutti hanno indirizzato pollice verso in direzione del sottosegretario.
All’appello ne manca solo una: quella di Ferri.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply