CRISTO SI ERA FERMATO A EBOLI, SILVIO PRIMA DELL’AQUILA
SALTA LA VISITA PER LA FESTA DELLA PERDONANZA ALL’AQUILA: IL VATICANO ANNULLA L’INCONTRO E MANDA SILVIO A LETTO SENZA CENA… NIENTE RICUCITURA DOPO L’ENNESIMO ATTACCO ALL’AVVENIRE E AL SUO DIRETTORE… BERLUSCONI VA IN LIBIA, DOVE E’ RIMASTO SOLO A FESTEGGIARE GHEDDAFI
Qualcuno si sta chiedendo: ma chi sta consigliando a Berlusconi la strategia politica in questi ultimi mesi? O è farina del suo sacco, nel qual caso ancora peggio?
Dopo che Gianni Letta era riuscito faticosamente a far accettare la presenza del premier alla cena successiva alla festa della Perdonanza all’Aquila, primo passo per un riavvicinamento al Vaticano, dopo le polemiche degli scorsi mesi successivi all’invito a una maggiore sobrietà ed etica comportamentale, arrivano gli attacchi congiunti al Vaticano dalla Lega e al direttore dell’Avvenire da parte de “il Giornale”.
Giusto in tempo per una rapida retromarcia del cardinal Bertone che non gradisce e fa annullare la cena.
A quel punto Berlusconi fa la figura del pirla, ovvero di colui che non riesce a controllare nè la Lega nè il suo quotidiano, e resta a casa. In compenso la sera prima non aveva trovato di meglio che ricevere Tremonti e ribadire grande solidarietà alla Lega.
Atteggiamento ormai chiaro di chi vive sotto perenne ricatto e ogni tanto prepara il pacchetto regalo da far recapitare a chi deve pagare il pizzo per sopravvivere.
A noi non interessa che il direttore del’Avvenire abbia o meno avuto problemi giudiziari per una sua presunta omosessualità , ne risponderà al suo datore di lavoro.
Cosa ben diversa da un presidente del Consiglio che dei suoi problemi giudiziari e comportamentali ne deve rispondere agli italiani: chi non capisce questo ha perso contatto con la realtà .
E pensare che “la miglior difesa sia l’attacco” innestando un gioco globale di sputtanamento di chiunque osi criticare il premier, non ha capito che non è questa la via d’uscita. Casini farà festa questo fine settimana: se il Pdl continua così, a lui basterà sedersi sulla sponda del fiume.
In compenso, mentre riprendono gli sbarchi dei clandestini in Sicilia, forse perchè Gheddafi è troppo preso per le celebrazioni del quarantennale della rivoluzione e non ha tempo per monitorare le sue coste ( o forse perchè i clandestini ce li manda lui, a seconda di come gli gira), ecco che Silvio va a posare la pietra tombale.
Quella sui 5 miliardi di euro che è la marchetta che paghiamo al leader libico per “danni di guerra”, quella di 100 anni fa.
E inaugura, col suo viaggio a Tripoli, l’autostrada che paghiamo noi italiani, data la nota indigenza della Libia.
Non siamo in grado di completare le nostre di autostrade, ma andiamo a costruire a nostre spese quelle nel deserto libico, tanto per essere coglioni.
Per fare buon peso, gli mandiamo anche le Frecce tricolori, così allietiamo le amazzoni di Gheddafi con una bella scia verde nei cieli di Tripoli.
Un omaggio a chi ci prende per i fondelli da decenni, tanto per cambiare.
Silvio anche qui ne ha combinata un’altra: pensando di fare il primo attore nelle celebrazioni, rispetto ad altri leader europei, si era prenotato un posto in prima fila.
Peccato che sarebbero state più le sedie vuote intorno che quelle occupate. Infatti, mano a mano, tutti i leader di Francia, Germania e Russia si sono sfilati dall’invito alle celebrazioni e alla fine Silvio ha precisato che la sua presenza sarà limitata alla posa della pietra tombale.
Insomma qualcuno sta facendo di tutto per fargli fare brutte figure e non si può dire che non ci stia riuscendo.
Se errare è umano e chiedere scusa agli italiani non va di moda a Palazzo, perseverare è diabolico. Tutta colpa di Fini, sicuramente. Silvio non sbaglia mai
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