DA BRACCIANTI DI ROSARNO A IMPRENDITORI DI YOGURT BIOLOGICO
UNA STORIA ESEMPLARE DI LAVORO E RISCATTO
Chi è nato in terra di pastorizia lo sa: lo yogurt fatto alla maniera antica racchiude in sè un mondo.
E’ il mistero antichissimo della fermentazione, sono le piccole ma fondamentali vite dei batteri che trasformano il latte, è la magia di ciò che rinasce ogni giorno.
Lo sanno anche Suleman, Aboubakar, Sidiki, Cheikh, Modibo e Youssouf, africani di Mali, Senegal e Guinea: ex braccianti agricoli sfruttati, reduci dalle rivolte di Rosarno del 2010, grazie allo yogurt hanno avviato un progetto a micro reddito, un’associazione di promozione sociale e una cooperativa sociale.
E la loro nuova attività di casari è diventata occasione di riscatto, autogestione e inserimento.
Da Rosarno a Roma, 150 litri di latte a settimana
Dal 2011 infatti i sei ragazzi producono e vendono lo yogurt Barikamà , “biologico e buonissimo” e rispettoso di uomo e ambiente.
In lingua bambarà , barikamà significa “latte forte”, e non è un caso.
Inizia tutto dopo Rosarno: “eravamo arrivati a Roma, senza lavoro, senza casa, senza niente. Abbiamo conosciuto una volontaria che faceva lo yogurt per sè. Ci ha insegnato a farlo e ci ha dato l’idea di venderlo. Noi abbiamo detto: va bene, vogliamo lavorare, vediamo cosa riusciamo a fare”.
Hanno iniziato in piccolo, negli spazi del centro sociale ex Snia, con 10-15 litri per volta.
“Lo portavamo ai mercatini per farlo assaggiare. All’inizio la gente era perplessa: ragazzi africani che fanno lo yogurt , sembrava strano — racconta Youssouf. — Poi qualche cliente ci ha dato fiducia” e i sei di Barikamà si sono organizzati per fare di più e meglio: “Oggi produciamo al caseificio del Casale di Martignano, vicino Roma. Abbiamo migliorato la tecnica e trasformiamo 150 litri di latte a settimana”.
Lo yogurt più sostenibile che c’è
Latte biologico dell’azienda Casale Nibbi di Amatrice, no addensanti, no dolcificanti, no coloranti, no conservanti.
Barattoli in vetro vuoto a rendere e trasporto in bicicletta per le strade della capitale. Così da questo progetto a microreddito nasce lo yogurt più sostenibile che c’è.
“Chi lo assaggia ci fa tanti complimenti ed è una bella soddisfazione — sorride Youssouf. — Dal progetto ricaviamo un sostegno economico e alcuni di noi hanno trovato lavoro, ma siamo contenti anche per tanti altri motivi: grazie a questa attività abbiamo stretto amicizie, migliorato il nostro italiano, conosciuto la cultura italiana e fatto conoscere la nostra”.
Nuovi progetti, “Vorremmo aiutare altri ragazzi come noi”
Il desiderio è quello di “essere di aiuto alle persone che come noi hanno vissuto e vivono lo sfruttamento lavorativo” e rappresentare “un esempio positivo”.
Da quest’estate con un passo in più: un piccolo orto biologico, sempre a Martignano. A Roma lo yogurt Barikamà arriva a domicilio e in vari mercati e gruppi di acquisto solidale.
Al progetto si può contribuire donando frigoriferi, barattoli di vetro, biciclette. Oppure segnalando bandi a cui i ragazzi di Barikamà possano concorrere.
Ilaria Romano
(da “il Corriere della Sera“)
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