IL LAVORO NON SI CREA CON I BONUS
OCCORRE RIDURRE IL LIVELLO DI TASSAZIONE E AGIRE SUGLI ONERI ACCESSORI, SUPERANDO LA DIVISIONE TRA TASSAZIONE DELLA PRODUZIONE E QUELLA SUL REDDITO
Non è facile affrontare certi argomenti “stringatamente”: se volessi condensare i pensieri in un concetto di sintesi, magari elaborando un volantino o un manifesto, scriverei, «basta alla politica della sinistra, basta con le “ricette keynesiane”.
Basta con le solite, sterili e mendaci “ridistribuzioni del gettito fiscale” e basta con la “politica dell’emergenza”, quella dei transuenti bonus per le assunzioni.
Il lavoro non si crea coi bonus.
In effetti il lavoro, tra le tante soluzioni possibili, si crea rimettendo in moto l’economia e facendo ripartire le imprese, ponendo fine a quella “sistemica” e sistematica asfissia rappresentata dalla perdurante tassazione otre ogni limite di decenza e dagli oneri “accessori”, oggettivamente eccessivi, soprattutto a fronte di un sistema pensionistico sempre più in sofferenza e che, grazie al sistematico innalzamento dell’età pensionabile, rischia seriamente di non essere fruito dagli aventi diritto all’atto del raggiungimento dell’età pensionabile.
E per ridurre le tasse, tra le tante cose da fare, bisognerà agire soprattutto “sull’interregno degli intoccabili” eliminando gli “sprechi di Stato” (dagli assurdi, abnormi stipendi dei politici e dirigenti pubblici ai vari “premi” per le caste e le variegate lobby e clientele di potere e di “sistema”) – e superando, elidendola, anche quell’assurda suddivisione tra tassazione sulla produzione e tassazione sul reddito che, non solo mortifica e vanifica le intelligenze, ma stritola e distrugge le imprese, soprattutto quelle più piccole: perchè quello che crea precarietà non sono le possibili forme “leggere” del contratto di lavoro ma gli assurdi e sproporzionati gravami di gestione non “compensabili”, in prospettiva, con bonus di breve durata e che rappresentano solo dei meri palliativi al problema.
Altrimenti detto, la tassazione sulla produzione va abolita e quella sul reddito, sia per le imprese che per i lavoratori, adeguatamente ridotta.
Anzi, simpaticamente variando sul tema — quasi a “mò” di ardente provocazione – questo sì che sarebbe proprio un bel “bonus” per il mercato ed un bel calcio di “rigore”, proprio “all’ultimo minuto”, contro ogni sorta di precarietà .
Salvatore Castello
www.rightblu.it
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