DEL RIO FINGE DI CADERE DAL PERO: SE TASSI DI UN MILIARDO LE BANCHE E’ CHIARO ANCHE A UN CRETINO CHE QUESTE SI RIFARANNO SU FAMIGLIE E IMPRESE
OGGI SI DICHIARA “ALLIBITO” DALLE DICHIARAZIONE DELL’ABI: “L’AUMENTO DELLE TASSE SULLE BANCHE COMPORTERA’ UN MILIARDO IN MENO PER IL CREDITO”
Nel primo giorno di audizioni sul Def alla Camera dalle banche arriva un messaggio molto chiaro al governo, in procinto di varare un aumento della tassazione per la rivalutazione delle quote di Bankitalia, dal 12% previsto al 26%:
L’incremento – ha spiegato il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini – “sottrarrebbe un miliardo di liquidità alle banche destinato a fare prestiti a famiglie e imprese”.
Alla domanda del presidente della commissione Bilancio della Camera, se questo incremento potrebbe generare un’ulteriore stretta sul credit crunch, Sabatini ha risposto: “sì, è quello che ha evidenziato anche il governatore Visco”.
A stretto giro, in serata, è arrivata la replica del governo: “È un ricatto che non accettiamo, sono allibito”, ha commentato il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio, fingendo di non sapere che il miliardo spacciato per “tassa alle banche” che serviva per garantire la marchetta elettorale degli 80 euro di Renzi, alla fine sarebbe stato “caricato” dagli istituti di credito sulla clientela.
I rilievi dei sindacati
Tra i primi ad intervenire i sindacati. “C’è stato un cambiamento, ma non la svolta necessaria per il Paese”, ha detto il segretario confederale della Cgil Danilo Barbi, invitando il governo ad “aprire una vertenza con l’Europa” con la revisione del Fiscal Compact.
Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha messo invece in guardia sulla revisione della spesa. “La spending review – ha detto Bonanni – non poggia su una strategia chiara e rischia di tradursi in nuovi tagli lineari, ancora più pericolosi del passato, oppure portare a una nuova manovra”.
Angeletti è stato duro in tema di pubblico impiego, in vista dei tagli che il governo si prepara a varare nei prossimi anni. “l governo italiano è il datore di lavoro di più di tre milioni di dipendenti ed e’ il peggiore datore che abbiamo e anche il peggior evasore perchè non paga i contributi”.
Confindustria: “Bene governo, ma non condividamo scelta sull’Irap”.
Semaforo verde al Documento di Economia e Finanza da Confindustria.
Confindustria ha però mostrato le proprie riserve sull’intervento sul fisco deciso dal governo, spiegando di non condividere “la scelta di concentrare larga parte delle risorse sulla riduzione dell’Irpef per i lavoratori dipendenti a basso reddito e di destinare solo una parte limitata di risorse sulla riduzione dell’Irap”.
Il direttore generale di Confindustria ha criticato poi la scelta del governo di portare la tassazione delle rendite finanziarie al 26%, lasciando invariata perà³ l’aliquota riferita ai titoli di Stato, spiegando che in questo modo il rischio è che si generi una sorta di “concorrenza sleale” nell’accesso al credito, a svantaggio delle imprese.
“Si crea cosi’ uno squilibrio che favorisce il finanziamento dello Stato a spese del finanziamento del sistema produttivo”- ha detto – “i cui costi verranno ulteriormente incrementati. Peraltro, si tratta di un intervento in contrasto con l’obiettivo dichiarato dallo stesso Def che si propone di ampliare i canali di finanziamento delle imprese alternativi a quello bancario”.
(da “Huffingtonpost“)
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