DI MAIO E IL MISTERIOSO SOFTWARE ANTI-EVASIONE
UN ALTRO ANNUNCIO “STRATOSFERICO” DEL GRILLINO: MA NON AVEVA ANNUNCIATO DI TAGLIARE 30 MILIARDI DI SPRECHI AL PRIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI DUE ANNI FA?
«Con Pasquale Tridico abbiamo ideato un software contro l’evasione di tutti quei contributi che si pagano all’INPS. È un po’ complesso il meccanismo ma con questo recupereremo tra i 4 e i 5 miliardi», così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio questa mattina ad Agorà spiegava come il governo intende trovare una fetta importante della manovra da 29 miliardi di euro che si appresta a varare. Grazie alla tecnologia potremo combattere l’evasione, spiega Di Maio.
Il software, che non si sa se esiste ancora, dovrebbe essere «presso l’Inps, sarà applicato all’Inps in collaborazione col MEF e l’Agenzia delle Entrate». Grazie a questo algoritmo secondo Di Maio si dovrebbe recuperare la maggior parte del gettito proveniente dalla lotta all’evasione (in totale il governo spera di riuscire a raccogliere 7 miliardi di euro). Già questa affermazione è in contraddizione con il fatto con chi — sempre nel governo — dice che quei sette miliardi dovrebbero arrivare in gran parte grazie agli incentivi ai pagamenti elettronici.
Il punto però è che le cifre snocciolate da Di Maio sono ridicole se confrontate all’ammontare dell’evasione fiscale in Italia. Nell’ultimo triennio il tax gap — ovvero la differenza tra quanto lo Stato effettivamente incassa e quanto dovrebbe incassare se tutti pagassero tutte le tasse — è stato di 110 miliardi di euro l’anno.
Non solo: il nostro Paese ha il primato europeo per l’evasione dell’IVA. Nel 2017 l’Unione Europea ha calcolato che il tax gap per quanto riguarda l’Iva è pari a 33,5 miliardi di euro.
Se il software ad hoc annunciato da Di Maio è in grado di recuperare appena 4-5 miliardi significa che la nuova tecnologia non funziona poi così bene. O meglio, si sceglie di limitare i controlli solo all’evasione dei contributi Inps per recuperare sostanzialmente le briciole lasciate dagli evasori.
Come tutti gli annunci fatti da Di Maio non si sa nemmeno a che livello di sviluppo è attualmente il software, se si tratta solo di una bozza, di un’idea o se già qualcuno (e nel caso chi ha ottenuto l’incarico e come?) ha già iniziato a scriverlo.
Ma del resto stiamo ancora aspettando la riforma dei centri per l’impiego, dei navigator e di tutto il corollario misure che doveva essere approntato prima di varare il Reddito di Cittadinanza.
Ad oggi infatti i percettori del RdC non hanno ricevuto nessuna delle famose tre proposte di lavoro nè sono stati attivati corsi di formazione o un programma per lavori socialmente utili.
Ma tornando alle cifre che si potranno recuperare dall’evasione il software di Di Maio consentirebbe di trovare appena un decimo di quei 50 miliardi di euro che secondo l’ex ministro dell’Economia Vincenzo Visco potrebbe portare nelle casse dell’Erario addirittura 50 miliardi di euro.
Anche Visco infatti sostiene la causa dei software e degli algoritmi e soprattutto grazie al collegamento diretto con l’Agenzia delle Entrate dei registratori di cassa (che andrebbero quindi sostituiti) in modo da avere in tempo reale i dati delle vendite e delle fatturazioni. Sarebbe poi necessario verificare che l’Iva fatturata dai professionisti venga effettivamente versata e così via. Serve una rivoluzione tecnologica vera e non basta l’annuncio di un software.
Anche perchè dalle parti del MoVimento 5 Stelle di algoritmi “fuffa” ne sanno qualcosa. Nel 2013 — un po’ per ridere ma molto per fare propaganda — Beppe Grillo annunciava che il M5S stava mettendo a punto l’algoritmo SWG 4 Zip War Airganon per fare un “crosschecking” e un “craunoutsurcing” sulle dichiarazioni dei redditi dei politici promettendo di mettere tutto online con un programma fatto dai migliori professionisti. Più di recente Di Maio era quello che aveva individuato un miliardo e mezzo di euro di sprechi nel Comune di Roma (soldi che non sono mai saltati fuori) e che da ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico aveva annunciato che di aver «installato tecnologie a Taranto che riducono del 20% le emissioni nocive» dell’Ilva, ma non era stato installato nulla.
E che dire di quando Di Maio prometteva di tagliare 30 miliardi di sprechi al primo consiglio dei ministri? Pensate, sarebbero soldi necessari a coprire per intero la prossima manovra di bilancio.
Potere della tecnologia che consente di fare annunci stratosferici.
(da “NextQuotidiano“)
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