ELEZIONI SICILIANE, TUTTI A CASA: ARRIVA L’ORA LEGALE E MICCICHE’ NON “TIRA” PIU’
VINCE CROCETTA COI SOLI VOTI DI PD E UDC, SUCCESSO DI GRILLO, PERDE IL PDL GRAZIE A SILVIO… CROLLANO MICCICHE’, MPA E GLI STRATEGHI DEL NULLA
Chi vince e chi perde.
Stavolta non sarà facile taroccare gli esiti delle elezioni siciliane, fermo restando che nei prossimi giorni si assisterà al solito mercato delle alleanze per formare il governo regionale.
E ci sarà chi si venderà al prezzo giusto, come sempre.
Vediamo per adesso, a scrutino ormai giunto al 70%, alcune certezze:
1) Il Movimento di Grillo diventa il prima partito della Sicilia con il 15% dei voti, circa il 3,5% in meno di quanto ha ottenuto il suo candidato Cancellere.
2) Crocetta viene eletto presidente staccando di ben 6 punti Musumeci e senza usufruire dell’aiuto di voti disgiunti.
La somma dei voti dei partiti che lo appoggiavano è la stessa della percentuale che lo premia: quindi nessuno può mettere il cappello sulla sua vittoria, ha vinto da solo, senza voti in prestito.
3) Più che Musumeci, ha perso il Pdl, crollato ai minimi storici: può ringraziare Berlusconi con le sue uscite improvvide a pochi giorni dal voto regionale e le guerre interne che stanno dilaniando il Pdl
4) Escono semidistrutti lombardiani e Miccichè, il quale ha perso circa il 5% di voti sulla sua persona, rispetto alla somma dei voti di coalizione che avrebbe dovuto ottenere.
Solo degli sprovveduti potevano scegliere come candidato colui che da cavallo vincente (il famoso 61-0) è ormai riconosciuto da tutti (a parte i non udenti) come un ronzino.
Doveva giocarsela, a suo dire, con Crocetta, è finito quarto.
5) Come avevamo previsto e denunciato a tempo debito, la scelta di Fli di appoggiare Miccichè è stata suicida: nonostante l’alleanza con l’Mps e il prestito di qualche uomo-traino dall’Mpa, l’obiettivo sbarramento del 5% è stato ceffato.
Un partito della legalità e dell’etica non poteva allearsi con Micciche e Lombardo, l’elettorato non lo ha perdonato.
Tanto valeva andare da soli.
Alla fine Fli ha preso, fatta la tara dei voti prestati dagli autonomisti, intorno al 2,5%, percentuale che corrisponde alla media nazionale, nulla di più.
I grandi strateghi della disfatta dovrebbero stasera rassegnare le dimissioni dai vertici del partito, senza distinzioni, a cominciare da chi lo guida a livello nazionale e regionale.
Altro che le palle che ci hanno propinato in questo mese per giustificare i loro errori.
Per assicurarsi qualche collegio alle prossime politiche hanno snaturato il manifesto di Bastia Umbra.
Neanche l’ultimo patetico tentativo di far votare Crocetta in segreto per poter poi bleffare e reclamare riconoscenza ha funzionato.
Crocetta non ha preso un voto in più di quelli che già aveva, mentre Miccichè ha perso sì il 5%, ma a favore dei Grillini.
E non potranno neanche dire di aver fatto perdere Musumeci che arranca a 6 punti da Crocetta, ben oltre il 4% preso dai Polli della Nazione.
Restano senza argomenti e, cosa più grave, senza idee.
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