FINALMENTE IL PD SCARICA IL JOBS ACT CHE HA DISTRUTTO I DIRITTI DEI LAVORATORI
ELLY SCHLEIN FIRMA IL REFERENDUM PER L’ABOLIZIONE: “E’ UN PUNTO FONDAMENTALE DELLA MIA CAMPAGNA, EROIN PIAZZA CONTRO LABOLIZIONE DELL’ART. 18”
Elly Schlein firmerà il referendum indetto dalla Cgil per abolire il Job Act, uno dei provvedimenti simbolo del Pd infame di Matteo Renzi. Intervistata da Rtl 102.5, la segretaria democratica ha motivato la sua scelta.
«Noi guardiamo con interesse alle iniziative del sindacato. Non è una sorpresa. Ho detto dall’inizio che tanti del Pd avrebbero firmato, nel 2015 ero in piazza con la Cgil contro l’abolizione dell’articolo 18. Era un punto fondamentale della mia campagna alle primarie e di ricucitura rispetto scelte fatte nel passato che anche i nostri elettori non ritengono corrette, visto l’esito delle primarie. Continuiamo anche in Parlamento la nostra battaglia contro la precarietà. Tanti altri nel partito, altrettanto legittimamente, non lo firmeranno»
«Guardiamo sempre con interesse alle iniziative del sindacato, anche se oggi il Partito Democratico è impegnato nella campagna per le europee ed è impegnato in un’altra raccolta firme sul salario minimo».
«L’abolizione del Jobs Act era un punto fondamentale della campagna che abbiamo fatto alle primarie l’anno scorso, un punto anche di ricucitura rispetto ad alcune scelte sbagliate del passato che evidentemente anche i nostri elettori – se ci hanno premiato alle primarie – non ritenevano corrette. Chiaramente noi oggi continuiamo anche in Parlamento la nostra battaglia contro la precarietà e contro il lavoro povero».
«Abbiamo avuto un dibattito per diversi mesi su quale fosse il modo migliore per dare una mano a questa bella squadra che abbiamo messo in campo da mandare in Europa, alla fine ho scelto che la strada giusta fosse mettermi in campo accanto a loro, come il partito mi ha chiesto, guidando la lista al centro e alle isole. Su questa strada ci siamo tutti ritrovati compatti e uniti, non abbiamo più visto quelle lunghe notti dai coltelli affilati, con morti e feriti nei corridoi: è stata una lista fatta con tutto il partito unito, a partire dal nostro presidente Stefano Bonaccini che sarà capolista al nord-est. Stavo riflettendo sull’opportunità o meno di dare una mano a questa squadra, mettendomi anche direttamente in corsa, e alla fine la mia scelta è stata questa».
(da Globalist)
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