FONDI NERI FINMECCANICA, 10 MILIONI DI EURO ALLA LEGA: I DOCUMENTI TROVATI IN SVIZZERA E IL RACCONTO DEI TESTIMONI
I MAGISTRATI IN TRASFERTA IN SVIZZERA TROVANO RISCONTRI SULLE PRESUNTE TANGENTI PAGATA AL CARROCCIO
Erano in una fiduciaria svizzera i documenti che proverebbero il pagamento di tangenti da parte di Finmeccanica per ottenere commesse estere.
E per finanziare la politica italiana.
Milioni di euro versati dopo la sigla dell’accordo per la vendita di 12 elicotteri di Agusta Westland al governo indiano.
È il sistema già accertato in altre indagini per creare «fondi neri».
Denaro che in parte potrebbe essere finito nelle casse della Lega Nord.
I documenti sono stati recuperati dai magistrati napoletani che indagano sugli affari della holding specializzata in sistemi di difesa.
Nei loro fascicoli ci sono i verbali di due testimoni «eccellenti» come Lorenzo Borgogni – ex capo delle relazioni istituzionali – e Francesco Tuccillo, ex presidente di Finmeccanica Africa.
Le verifiche effettuate attraverso una rogatoria internazionale avrebbero consentito di ottenere i primi preziosi riscontri a quanto è stato raccontato.
E di porre al centro della scena un consulente di Lugano specializzato nelle transazioni finanziarie con il governo di New Delhi.
Si chiama Guido Ralph Haschke, è l’uomo che ha consentito all’Agusta di chiudere l’affare.
Ed è proprio nella sua società – la Gadit – e in altre «controllate» che i pubblici ministeri Vincenzo Piscitelli, Francesco Curcio ed Henry John Woodcock avrebbero acquisito ieri gli atti che dimostrerebbero la genuinità dei racconti verbalizzati.
E consentirebbero di ricostruire il percorso di almeno 10 milioni di euro «utilizzati per soddisfare le esigenze dei partiti e in particolare quelle del Carroccio», come ha sostenuto Borgogni, confortato dalle dichiarazioni di Tuccillo.
Haschke è stato già indagato per corruzione internazionale e riciclaggio.
Si torna dunque a due anni fa, quando Agusta Westland, all’epoca guidata da Giuseppe Orsi (attuale amministratore delegato di Finmeccanica) chiude un contratto con il governo indiano per la fornitura di 12 elicotteri, sbaragliando la concorrenza della statunitense Sikorsky Aircraft Corporation che voleva piazzare i suoi S-92.
Si tratta del modello Vip, sono i mezzi allestiti per il trasporto di personalità di governo che per l’azienda italiana sono certamente uno dei punti di forza.
Il prezzo concordato sfiora il miliardo e mezzo di euro. Mediatore dell’affare è proprio Haschke.
Nei suoi numerosi interrogatori Borgogni sostiene che il compenso del consulente, inizialmente fissato in 41 milioni di euro, è stato poi alzato fino a 51 milioni di euro. E spiega che questa variazione si è resa necessaria perchè «Orsi aveva chiesto ad Haschke di rinunciare a 9 milioni che gli sarebbero stati erogati in seguito, ma il consulente ha rifiutato e così si è deciso di bonificare a lui i soldi che sarebbero stati poi destinati ai partiti e in particolare alla Lega, che doveva sponsorizzare la nomina di Orsi al vertice della holding , come poi effettivamente è accaduto».
Vengono effettuate le prime verifiche documentali, si cerca di ricostruire l’affare con l’esame dei contratti e delle «commissioni» pagate a terzi.
Ad effettuare i controlli sono i carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico, gli stessi che indagano sull’attività di Valter Lavitola, il faccendiere accusato di aver utilizzato lo stesso meccanismo corruttivo per chiudere gli affari in Centroamerica, in particolare a Panama.
Mentre Borgogni collabora, i magistrati ricevono una lettera che disegna lo stesso scenario.
Svolgono ulteriori controlli e ottengono un altro tassello per ricostruire la vicenda. Scoprono infatti che oltre ad Haschke sarebbe stato utilizzato come consulente un mediatore inglese che già in passato ha lavorato con Orsi.
E questo nonostante in India sia proibito l’uso delle intermediazioni per operazioni commerciali di natura militare.
Due mesi fa anche la magistratura indiana fa sapere di aver avviato un’istruttoria per verificare la regolarità della gara. E in quell’occasione il vertice di Finmeccanica «smentisce categoricamente di aver pagato tangenti».
Lo ripete la scorsa settimana negando di aver «pagato commissioni di alcun genere a intermediari, sia nella gara (militare) per la fornitura di elicotteri AW101 al ministero della Difesa, sia nella gara (civile) per una possibile fornitura di elicotteri alle forze di polizia».
Sulle commesse estere viene poi interrogato Tuccillo.
Ed è lui a rivelare che in Africa sarebbero state «create società da manager di Agusta Westland che si sarebbero specializzati nella manutenzione di elicotteri affidandosi ad alcuni operatori italiani collegati alla criminalità organizzata».
È una pista che i pubblici ministeri cercano di verificare, ma l’attenzione rimane puntata sulla Svizzera.
E ieri arriva il via libera delle autorità elvetiche per la rogatoria.
A Lugano arrivano Piscitelli e Curcio, agiscono con il procuratore locale Pierluigi Pasi.
Perquisiscono la fiduciaria Gadit Ag, portano via documenti. Poi entrano in altre società , ci sono nuovi atti da controllare.
Alla fine Pasi comincia l’interrogatorio di Haschke.
Nelle scorse settimane il consulente era stato convocato dai magistrati napoletani, ma aveva scelto di non presentarsi.
Ieri, quando le autorità elvetiche gli hanno notificato il provvedimento si è sentito male, ma questo non ha impedito di procedere. Ora si cercano i conti correnti.
L’esame delle carte già acquisite avrebbe consentito di trovare la traccia che porta ai depositi bancari.
Le autorità elvetiche hanno assicurato piena collaborazione per ricostruire il percorso dei soldi e i versamenti effettuati.
Fiorenza Sarzanini
(da “Il Corriere della Sera”)
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