FONDI PER IL TERREMOTO: ORA TASSIAMO I VOLONTARI CHE SONO ANDATI IN ABRUZZO?
SERVONO 12 MILIARDI DI EURO PER LA RICOSTRUZIONE, MA SI PARLA DI PRELEVARE DAL 5 PER MILLE, L’UNICA FONTE DI SOSTENTAMENTO DEL VOLONTARIATO…POI SI PARLA DI TASSA SULLA BENZINA, SIGARETTE E ALCOLICI… INFINE UNA LOTTERIA… CENTRODESTA SVEGLIA: TANTO VALEVA TENERSI VISCO
Il terremoto ha devastato un intero territorio, abbiamo visto le immagini televisive. Ma temiamo che la scossa sia arrivata anche ai Palazzi romani, creando, soprattutto al Ministero dell’Economia, degli scompensi di equilibrio finanziario notevoli.
Di fronte a un lievitare dei costi previsti per la ricostruzione degli edifici e delle infrastrutture rase al suolo dal sisma, che dagli iniziali 7 miliardi ha visto la cifra arrivare agli attuali 12 miliardi, c’e’ stata una giusta preoccupazione da parte del governo su dove e come trovare i denari necessari. Abbiamo così potuto constatare che siamo un Paese con le pezze al sedere, non c’è mai un euro per nulla: sono stati trovati per ora 100 milioni per gli interventi immediati, altri 200 arriveranno dal fondo catastrofi della Ue, di altro non si sa.
In compenso sono state annunciate le seguenti misure capestro. Attingere ai fondi del 5 per mille dell’Irpef, una parte di quei soldi per cui in ogni caso esiste un tetto di spesa che non può superare i 380 milioni totali.
Mossa infelice, sia perchè al massimo puoi recuperare 200 milioni tra 4 anni ( questi sono i tempi di pagamento attuali dello Stato), ma soprattutto perchè vai a colpire le associazioni di volontariato che vivono su questo contributo e che spesso lo hanno già messo a bilancio o dato in garanzia alle banche per dei prestiti.
In pratica si colpiscono le associazioni no profit che aiutano la ricerca, garantiscono pasti caldi, sono impegnate a difesa degli animali abbandonati, gestiscono ricoveri per anziani.
Si arriva all’assurdo che, dopo aver elogiato i volontari della protezione civile, si giunge alla beffa di colpire proprio le associazioni che stanno aiutando di persona i terremotati. Da un lato aiutano e dall’altro gli freghi pure i soldi…
E pensare che queste organizzazioni che il contribuente indica come destinatarie del proprio obolo hanno appena ricevuto, in pieno 2009, quanto loro sarebbe spettato nel 2005.
Ovvero sono quattro gli anni di ritardo con cui lo Stato salda il suo debito, nel frattempo il volontariato rimane senza un euro, visto che lo Stato deve in totale 25 miliardi di euro di arretrati. E non contento gli vuole portare via pure altri 200 milioni? Ma stiamo scherzando?
Va bene prelevare dall’8 per mille la quota che risulta senza beneficiario religioso ed esplicitamente destinata allo Stato: peccato che questo fondo venga utilizzato solitamente per tappare le falle del bilancio statale e quindi si tratti solo di una cifra virtuale.
C’è chi parla poi di un’entrata virtuale di circa 1 miliardo di euro che potrebbe derivare da una legge che permetta il rientro in patria di capitali all’estero, pagando una piccola aliquota, sulla base dello scudo fiscale per la chiusura di taluni paradisi esteri .
A parte che prima bisognerà vedere se rientrano e poi semmai si faranno i conti, anche qui si tratta di entrate ipotetiche e datate negli anni a venire.
Mentre si parla sempre più decisamente di un aumento della tassazione sulle accise dei carburanti, tabacchi e alcolici.
Per fare buon peso poi c’è chi parla anche di una “una tantum” da definire, chi anticipa una lotteria o un’estrazione del lotto pro-terremotati.
Siamo alla frutta, alla fine paga sempre il cittadino, insomma.
Ci ricorda quei vecchi presidenti di società di calcio di provincia che ogni anno, per stare a galla, vendevano il pezzo pregiato e compravano due ragazzini, sperando di rimanere in serie A. Non tiravano mai fuori una lira e speravano nel buon Dio.
Diciamolo chiaramente agli amici del centrodestra: per fare delle operazioni autolesionistiche di questo tipo, tanto valeva tenerci Visco, che di tasse se ne intendeva.
E a chi potrebbe obiettare: ma dite voi allora dove trovare i quattrini.
Rispondiamo: esiste una sentenza della Corte dei Conti che condanna circa 10 società concessionarie delle slot machines ( quelle dei bar per capirci) a risarcire lo Stato di circa 92 miliardi di euro per danni erariali commessi anni fa.
In pratica non tutte le macchinette furono collegate al cervellone dei Monopoli e per mesi lo Stato non incassò un euro e le concessionarie si presero tutto l’incasso.
Dato che esponenti politici di vari partiti risultavano coinvolti nella gestione di queste concessionarie, chissà perchè la causa è ancora in corso e lo Stato avrebbe proposto di “conciliare” intorno ai 10 miliardi, rinunciando alla richiesta di 92 miliardi.
I casi sono due: o le concessionarie hanno ragione ( e ne dubitiamo) e allora fatele tante scuse o hanno torto. In questo caso devono una cifra che coprirebbe otto terremoti e non uno solo. Basterebbe che lo Stato bloccasse le macchinette e incassasse il corrispettivo, fino all’ammontare del credito.
Scusate la solita franchezza ma non ci piace farci prendere per i fondelli.
Sentire che si deve scatenare una guerra tra poveri per trovare due soldi per i terremotati, quando qualcuno ha lucrato miliardi e nessuno mette loro i sigilli alla Ferrari, ci fa un po’ (tanto) incazzare.
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