FUTURO E LIBERTA’: LE COLOMBE VOLANO BASSO E TORNANO AL NIDO, FINI HA VINTO
SE LA CAVANO CON UN “RESTIAMO, MA IL PARTITO SIA DI DESTRA”… NON C’ERA BISOGNO CHE LO SPIEGASSERO LORO, LO SANNO TUTTI DA ANNI… VIESPOLI FA L’ATTO DI RASSEGNARE LE DIMISSIONI DA CAPOGRUPPO… IL GRUPPO ALL’EUROPARLAMENTO INVITA ALL’UNITA’ E A LASCIAR DA PARTE AMBIZIONI PERSONALI
Nessuna fuoriuscita da Fli, malgrado la delusione per le nomine fatte da Gianfranco Fini ai vertici del partito, ma a patto che Futuro e Libertà resti nel perimetro del centrodestra.
E’ questo, a quanto si apprende da alcuni partecipanti, l’esito della riunione svoltasi al Senato e durata tre ore tra le colombe dello schieramento.
Il malumore per le conclusioni dell’assemblea costituente del partito svoltasi domenica a Milano non restano però senza conseguenze.
Uno degli esponenti simbolo del malcontento, il presidente dei senatori Pasquale Viespoli, si è dimesso infatti dall’incarico.
“Mi sono dimesso dalla carica di capogruppo di Futuro e Libertà – ha chiarito – per due ordini di motivi: perchè a suo tempo sono stato “nominato”; perchè l’organigramma definito successivamente all’assemblea costituente non è corrispondente al mandato che ho ricevuto dal gruppo del Senato in quella sede e con il posizionamento strategico di centrodestra emerso dall’Assemblea stessa”.
In pratica basterà insistere un po’ perchè Viespoli torni al suo posto, nessuno se ne vuole andare, altrimenti lo avrebbe già fatto.
Un po’ di sceneggiata napoletana non guasta.
La riunione delle colombe si era svolta proprio nell’ufficio di Viespoli.
Materia del contendere è soprattutto l’organigramma, del quale fanno parte, tra gli altri, Italo Bocchino vicepresidente del partito e Benedetto Della Vedova capogruppo alla Camera.
I tentativi di mediazione svolti ieri dallo stesso presidente della Camera Gianfranco Fini sembrano quindi aver scongiurato almeno per il momento la minaccia di una possibile scissione.
La componente moderata dello schieramento, oltre a non condividere alcuni aspetti della polemica con Silvio Berlusconi (ma perchè non sono rimasti con Berlusconi allora? n.d.r.), si sente marginalizzata dalle scelte del leader e in particolare ha vissuto come un affronto l’esclusione dell’ex coordinatore Adolfo Urso da tutte le cariche di rilievo.
Ma i fedelissimi di Fini minimizzano: “Non appena all’interno di un partito si apre un confronto seppur vivace subito appaiono all’orizzonte gli avvoltoi della politica, sempre i soliti pronti a veder divisioni, frammentazioni, e rotture dappertutto”, spiega il deputato di Fli Aldo Di Biagio.
I parlamentari europei di Fli si sono invece incontrati a Strasburgo ed hanno espresso “preoccupazione per la mancata unità del partito emersa a seguito degli assetti conclusivi dell’assemblea costituente di Milano che hanno ingenerato contrasti”.
A seguito della riunione hanno quindi rivolto un appello al presidente della Camera e a tutta la classe dirigente perchè valutino “l’opportunità imprescindibile di superare ogni contrasto per ridisegnare, nel rispetto della dialettica interna, quel assetto unitario ed equilibrato del partito necessario ad un incisivo rilancio dell’azione politica del Fli”.
“La situazione politica, economica e morale dell’Italia ed i nuovi tragici scenari europei ed internazionali che caratterizzano l’attuale momento – sottolineano ancora gli europarlamentari futuristi – non consentono e non permettono divisioni e polemiche che indeboliscono la crescita, lo sviluppo, l’identità del Fli e la sua azione politica, proprio nel momento in cui gli italiani guardano al nuovo partito con speranza e fiducia”.
Parole sagge da distillare a chi pensava di anteporre ambizioni personali a un progetto politico.
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