GERMANIA, I NEONAZISTI CON LA CDU, PROTESTE IN PIAZZA
I CRISTIANODEMOCRATICI FANNO PASSARE UNA MOZIONE RAZZISTA CON L’APPOGGIO DI AFD… “MERZ SI DIMETTA”… I SOLITI SQUALLIDI DEMOCRISTIANI CHE TRADISCONO LA COSTITUZIONE INVECE CHE APPLICARLA
Due giorni dopo le solenni celebrazioni della liberazione di Auschwitz, la Cdu/Csu di Friedrich Merz ha incenerito il cordone sanitario verso l’Afd. Il partito fondato da Konrad Adenauer ha accettato ieri i voti dell’ultradestra di Alice Weidel per far passare al Bundestag una mozione sull’immigrazione in aperta violazione delle regole europee. La mossa del probabile futuro cancelliere tedesco segna lo sbriciolamento di un tabù che reggeva ormai soltanto in Germania – e per ovvie ragioni storiche. Ed è la cancellazione dell’eredità più sana della lunga era di Angela Merkel, la grande rivale di Merz, che aveva sempre mantenuto fede all’imperativo «mai con l’Afd». Ma quella del leader conservatore sembra anche un inchino all’uomo nuovo trumpiano, a quell’Elon Musk che appena due giorni fa aveva ululato in collegamento a un comizio di Alice Weidel che i tedeschi la devono smettere di vergognarsi del loro passato. La giornata di ieri passerà tristemente alla storia. In serata, non a caso, centinaia di persone si sono radunate spontaneamente davanti alla sede berlinese della Cdu per gridare «vietate la Cdu» e «Merz vattene».
Quanto la mozione approvata ieri con i voti dell’Afd e dei liberali (che Merz intende trasformare venerdì in una proposta di legge da proporre al Bundestag) sia dirompente, lo ha ricordato ieri il cancelliere Olaf Scholz. Se il «pacchetto Merz» passasse, «il più grande Paese in Europa violerebbe il diritto europeo. Finora solo Viktor Orbán osa una cosa del genere». Merz vuole rafforzare i controlli alle frontiere e concedere maggiori poteri alla polizia. Soprattutto: minaccia di respingere i richiedenti asilo direttamente al confine.
La scorsa settimana, sull’onda dell’indignazione per l’attacco di Aschaffenburg, Merz aveva annunciato la sua fuga in avanti, totalmente irricevibile sia per la Spd sia per i Verdi. Peraltro, dopo lo strappo di ieri la domanda nasce spontanea. Con chi si alleerà il leader cristianodemocratico, dopo le elezioni del 23 febbraio? Certo è che l’indisponibilità al dialogo e il neo estremismo di Merz non è la migliore premessa per una grande coalizione con i socialdemocratici. Già ieri qualcuno dal Willy-Brandt-Haus parlava a microfoni spenti di una “fiducia compromessa”. E i sondaggi sembrerebbero suggerire che la virata a destra della Cdu/Csu giovi solo all’Afd: ormai è al 23%, secondo YouGov.
Che si stesse delineando un frankenstein politico, è stato chiaro da subito. Pur di far approvare le sue misure, Merz si è detto da subito disponibile ad accettare il voto di “chiunque”. Compresa, quindi, l’ Afd. Da lì, il leader Cdu è stato travolto dalle critiche: ma lui è andato avanti e ieri il cordone sanitario verso l’estrema destra è caduto.
Critiche erano piovute nei giorni scorsi anche dall’estero, da uno degli alleati storici dei cristianodemocratici tedeschi, l’austriaca Oevp. Il cancelliere Alexander Schallenberg ha respinto l’idea che la Germania blindi i confini: «Se ognuno tira su il suo ponte levatoio, ci ritroviamo tutti più poveri e nessuno è più al sicuro», ha tuonato da Vienna. Secondo una fonte del Ppe, anche il premier greco Kyriakos Mitsotakis sarebbe perplesso sulla proposta del leader della Cdu. Mentre il numero uno del Ppe, il tedesco Manfred Weber, sostiene la fuga in avanti di Merz senza riserve. Del resto, il politico della Csu non si è scandalizzato neanche quando al Parlamento europeo l’Afd ha votato nei mesi scorsi alcune misure presentate dai Popolari europei. A Strasburgo il tabù è rotto da un pezzo.
Nei giorni scorsi si era registrata invece la netta presa di posizione delle chiese protestanti e dei vescovi cattolici contro i respingimenti alle frontiere proposte dalla Cdu. In un comunicato, i vertici delle due chiese hanno criticato «un dibattito che infama i migranti, alimenta pregiudizi e non contribuisce a risolvere i problemi».
A proposito del sostegno dell’Afd, Merz si era affrettato nei giorni scorsi a puntualizzare che «io non voglio questa maggioranza», ma ha insistito che «dobbiamo agire adesso». Al Bundestag, ieri, ha ribadito il concetto: «Una decisione giusta non diventa sbagliata, se la votano le persone sbagliate. Resta giusta».
(da agenzie)
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