GHEDDAFI MON AMOUR
LE DICHIARAZIONI PASSATE DI BERLUSCONI, FRATTINI, CRAXI, D’ALEMA A FAVORE DEL RAIS LIBICO E LA CORRESPONSIONE DI AMOROSI SENSI…SEGNALI DELLA ETERNA POLITICA ESTEMPORANEA DELL’ITALIA
I potenti italiani hanno fatto a gara nello schierarsi a favore del colonnello libico che ora attaccano.
Ecco una carrellata di dichiarazioni per rendersi conto che la nostra politica più che estera è estemporanea
«Gheddafi è disponibile ad ascoltare, appassionato quando parla. signori, è da 33 anni alla guida del governo. Gliel’ho detto: lei è un vero professionista, io sono solo un dilettante…» (Silvio Berlusconi, 28 ottobre 2002).
«Gheddafi mi ha promesso la costruzione di una villa sulla costa libica. ho accettato volentieri, purchè le spese siano a carico mio» (Silvio Berlusconi,10 febbraio 2004).
«Gheddafi è un grande amico mio e dell’Italia. è il leader della libertà ,sono felice di essere qui» (Silvio Berlusconi a Tripoli, 7 ottobre 2004).
«Il ministro degli Esteri libico regala una piccola ma robusta verità : l’Italia avvertì la Libia dell’attacco deciso dagli americani contro Tripoli per “punire” Gheddafi dell’attentato alla discoteca La Belle di Berlino. Una decisione presa dal premier di allora, Bettino Craxi… Il 15 aprile dell’86 45 aerei avevano sganciato 232 bombe e 48 missili contro sei diversi obiettivi… Morti una decina di civili, tra i quali una figlia adottiva di Gheddafi. Ma il leader, avvertito dagli italiani, era riuscito a salvarsi. «Non credo di svelare un segreto», dice Mohammed Abdel- Rahman Shalgam alla Farnesina, «se annuncio che il 14 aprile 1986 l’Italia ci informò che ci sarebbe stata un’aggressione americana contro la Libia» (“Corriere della sera”, 31 ottobre 2008).
«Mio padre era stato avvertito dal premier spagnolo Felipe Gonzà¡lez che gli aerei americani si erano levati in volo… Poi aveva subito fatto avvertire Gheddafi» (Bobo Craxi, ibidem).
«In tempo reale il nostro servizio segreto informò il governo libico dell’imminente attacco » (Francesco Cossiga, all’epoca presidente della Repubblica, ibidem).
«Io ritengo di sì, l’avvertimento ci fu. Del resto quella degli americani fu un’iniziativa improvvida» (Giulio Andreotti, all’epoca ministro degli Esteri, ibidem).
«Caro Muammar, siamo felici per il tuo arrivo in Italia al G-8 della Maddalena. Con l’ambasciatore siamo andati a cercare il posto migliore dove posizionare la tenda… E’ un onore per me essere stato invitato il prossimo anno in Libia il 30 agosto per la Giornata di amicizia tra popolo italiano e popolo libico, e sarò lieto di rimanere con voi per festeggiare il 40° anniversario della vostra grande Rivoluzione» (Silvio Berlusconi, 3 marzo 2009).
«A Gheddafi mi lega una vera e profonda amicizia, al leader riconosco grande saggezza» (Silvio Berlusconi, 10 giugno 2009).
«Non trovo affatto scandaloso che Gheddafi parli in Senato: è il leader dell’Unione africana e di un paese da cui dobbiamo farci perdonare qualcosa» (Massimo D’Alema, prima di ospitare Gheddafi alla fondazione Italianieuropei, 10 giugno 2009).
«Siamo di fronte a una svolta che ci condurrà a una intensa e strutturata collaborazione bilaterale» (Emma Marcegaglia, mano nella mano a Gheddafi, Roma, 12 giugno 2009).
«Credo si debbano sostenere con forza i governi di quei Paesi, dal Marocco all’Egitto, nei quali ci sono regimi laici tenendo alla larga il fondamentalismo… Faccio l’esempio di Gheddafi. Ha realizzato una riforma dei “Congressi provinciali del popolo”: distretto per distretto si riuniscono assemblee di tribù e potentati locali, discutono e avanzano richieste al governo e al leader… Ogni settimana Gheddafi va lì e ascolta. Per me sono segnali positivi» (Franco Frattini, “Corriere della sera”, 17 gennaio 2011).
«Non chiamo Gheddafi perchè le cose sono ancora in corso, non lo voglio disturbare» (Silvio Berlusconi mentre Gheddafi inizia la repressione sui libici in rivolta, 19 febbraio 2011).
«Gheddafi ha ancora un rapporto solido con una parte della società libica e la crisi economica qui non ha colpito come in altri Paesi. La Libia ha pochi abitanti e un Pil pro capite elevato. Cosa può fare l’Italia? Incoraggiare Gheddafi a fare le riforme» (Massimo D’Alema, “Il Sole-24 ore”, 20 febbraio 2011).
«L’Unione europea non deve interferire nei processi in corso in Libia» (Franco Frattini, 21 febbraio 2010).
Marco Travaglio
(da “l‘Espresso“)
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