GLI SCISSIONISTI RISCHIANO LA SCISSIONE, EMILIANO IN BILICO
CREPE NEL FRONTE ANTI-RENZI… EMILIANO DEVE ANCORA DECIDERE
Michele Emiliano è tormentato, è in bilico, non vuole ancora sciogliere la riserva, non vuole imbarcarsi in un’avventura politica che appaia una Cosa rossa ad egemonia ex comunista, ex diessina, con la regia di D’Alema.
Sta cercando di capire se sarà una cosa nuova, se tra militanti e amministratori c’è una vera scissione. Non vuole una bolla di sapone.
«Comunque deciderò nella giornata di martedì con Rossi e Speranza. Rifletterò ancora questa notte perchè qui non si tratta di una scelta semplice: le implicazioni sono tante, nelle Regioni e anche rispetto al governo».
Il governatore spiega che sbagliano coloro che pensano che lui abbia deciso di rimanere nel Pd, come candidato anti-Renzi alla segretaria: «Chi lo scrive è fuori strada».
Intanto la macchina organizzativa della scissione da parte di Rossi e Speranza si è già messa in moto: venerdì potrebbero essere annunciati i gruppi parlamentari e all’inizio di marzo l’evento costituente del nuovo movimento dove in prima fila non ci saranno Bersani e D’Alema che ieri a Benevento ha cercato di fare il modesto.
«Lo spazio di un militante della mia generazione non è quello di essere front-runner. Io sono disponibile a dare una mano. Ci sono tre candidati, Emiliano, Speranza e Rossi».
Emiliano ha sentito tutti i dirigenti del Pd che stanno con Renzi, sta cercando di convincerli a non fissare oggi, alla direzione, una data del congresso. Di aprire una stagione congressuale lunga in cui metterci dentro una conferenza programmatica.
Per poi fare le primarie a fine giugno-luglio, dopo le amministrative.
Renzi non è d’accordo ed è convinto che tenendo duro sfilerà Emiliano dal tridente scissionista.
Ma il governatore vuole tenersi le carte coperte fino all’ultimo secondo. Oggi si riunirà con Speranza e Rossi e deciderà con loro se continueranno insieme fuori del Pd o se le loro strade si divideranno.
Speranza ha fatto ormai la scelta ed è andato a Venezia ad un incontro con l’ex sindaco di Milano Pisapia. «Per me non ci sono le condizioni per stare nel congresso, e non credo andrò alla direzione del Pd. Renzi ha fatto una scelta molto chiara, che va nella direzione di rompere il Pd».
Rossi addirittura sta pensando di consegnare la tessera del partito e chiede a Emiliano di essere «conseguente»: «Spero che andremo avanti insieme. Abbiamo firmato un documento che dice che Renzi ha provocato la scissione. Io penso che bisogna essere conseguenti».
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa”)
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