I FRATELLI D’ITALIA COME GLI SCAFISTI, IMBARCANO ANCHE ITALO BOCCHINO: GLI ITALIANI RESPINGONO IL GOMMONE ALL’1,9%
E’ GIALLO ANCHE SUL “MARCHIO” ALLEANZA NAZIONALE: PER L’USO DEL SIMBOLO MANCA IL VIA LIBERA DEL MINISTERO… IL MOVIMENTO PER ALLEANZA NAZIONALE ANNUNCIA ALTRI RICORSI
Il cda della Fondazione Alleanza Nazionale ha ratificato ieri la delibera che concede l’utilizzo del simbolo di An a Fratelli d’Italia.
Da questo momento il partito di Ignazio La Russa e Giorgia Meloni sarebbe quindi libero di usare il simbolo come meglio crede.
Potrebbe riprodurlo in piccolo all’interno del logo di Fratelli d’Italia, usarne solo una parte (la scritta Alleanza Nazionale al posto di Centrodestra Nazionale?) o, per assurdo, non utilizzarlo in nessun modo.
Al termine di un Consiglio di amministrazione che non ha riavvicinato le posizioni tra i duellanti restano però alcune incognite.
E la prima riguarda la reale possibilità della Fondazione di assegnare un simbolo sulla cui proprietà non si è mai fatta completamente chiarezza.
A rafforzare le tesi di chi – come il Movimento per Alleanza Nazionale – nega alla Fondazione la titolarità del logo arriva un documento svelato dal Tempo ma consultabile da chiunque al sito del Ministero per lo Sviluppo Economico. Si tratta della pratica che certifica la richiesta, da parte della Fondazione, dell’utilizzo del marchio di Alleanza Nazionale. Una richiesta – si legge alla pagina http://www.uibm.gov.it/uibm/dati/stampa_elenco_info.aspx?load=info_stampMain&id=2209298&table=TradeMark – che è stata avanzata solo il 19 novembre del 2013 e che, stando al documento aggiornato al 6 gennaio 2014, è ancora allo stato «in lavorazione».
In attesa del via libera, quindi, la Fondazione non avrebbe nessun diritto a usare il marchio della defunta Alleanza Nazionale.
Ed è probabile che chi ha avversato fin dall’inizio il percorso scelto dai vari Alemanno, La Russa e Meloni, approfitti anche di questa circostanza per chiedere l’invalidazione della delibera.
In termini legali la faccenda è complessa, dato che la legge fa distinzione tra simbolo (il logo in sè), marchio (che copre lo sfruttamento «commerciale») e contrassegno elettorale. A vedersela saranno gli avvocati.
Per il momento, resta la decisione ratificata ieri dal cda.
Un’approvazione tutt’altro che unanime.
A dare il via libera all’assegnazione del simbolo a Fratelli d’Italia sono stati infatti otto consiglieri su quindici. Oltre ai promotori della mozione che ha prevalso all’assemblea – Meloni, La Russa e Alemanno – a dare parere positivo sono stati Antonino Caruso, Roberto Petri, Maurizio Leo, Francesco Biava e – via telefono – Pierfrancesco Gamba. Donato Lamorte ed Egidio Digilio si sono astenuti, così come, per dovere di neutralità , il presidente della Fondazione Franco Mugnai. Non hanno partecipato al voto, invece, gli apertamente contrari Maurizio Gasparri, Altero Matteoli, Giuseppe Valentino e Marco Martinelli.
Gasparri e Matteoli hanno anche fatto mettere a verbale la nota congiunta che affidarono alle agenzie già il 14 dicembre, subito dopo la contestatissima assemblea dell’hotel Ergife.
Nota nella quale si denunciava una «evidente violazione di regole statutarie» e si paventavano iniziative legali contro la votazione che aveva visto soli 290 «sì» sugli oltre seicento aventi diritto al voto e gli oltre mille iscritti alla Fondazione
Chi è già passata dalle parole ai fatti è Adriana Poli Bortone, tra gli animatori del Movimento per Alleanza Nazionale, che lo scorso 23 dicembre ha presentato una diffida extragiudiziaria contro le deliberazioni dell’assemblea.
Per ora i fautori della mozione vincitrice non se ne curano: Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Gianni Alemanno esprimono «grande soddisfazione per questa decisiva tappa di crescita del processo di larga unificazione dell’area politica e culturale che An voleva rappresentare sin dalla sua nascita a Fiuggi nel 1995»
Meno pubblicizzato è l’avvicinamento di Italo Bocchino, che sarebbe pronto a recitare un ruolo da protagonista.
Un entusiasmo che, però, non sembra al momento contagiare gli elettori. Il sondaggio Ipsos svelato martedì da Ballarò ha attribuito a Fdi-An solo l’1,9%, esattamente lo stesso risultato ottenuto alle Politiche 2013.
Il presunto valore aggiunto del simbolo con la Fiamma sembra ridimensionato da litigi e spaccature.
(da “il Tempo”)
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