IL COMUNE LEGHISTA CHE VIETA IL CORSO DI NUOTO PER I RICHIEDENTI ASILO
NON SIA MAI CHE IMPARINO A NUOTARE, POI COME FANNO AD AFFOGARE? ….E IL CAPOGRUPPO LEGHISTA ESULTA SU FB
Il Comune di Novara, amministrato dalla Lega Nord, questa mattina ha revocato l’autorizzazione a Centro sportivo Italiano e cooperativa Pollicino a svolgere il corso di nuoto pensato per otto richiedenti asilo ospitati nel Novarese.
Il progetto era legato a una questione di sicurezza: gli incidenti estivi, spesso mortali, che si sono verificati nelle acque del lago Maggiore e del Ticino e nei canali del Novarese, in almeno tre casi hanno coinvolto richiedenti asilo.
Da qui l’idea di affittare spazio acqua e istruttore al centro sportivo comunale di Novara, con i costi a carico di Cooperativa Pollicino e Csi, e organizzare un corso di nuoto pilota, per un gruppo di richiedenti asilo.
Dagli uffici comunali di Novara è arrivato prima il via libera, poi questa mattina la revoca, quando i ragazzi erano pronti per entrare in vasca per la prima lezione.
E all’impianto si è presentato direttamente l’assessore allo Sport, Federico Perugini: «Il 6 marzo la giunta ha approvato la delibera che istituisce la scuola di nuoto comunale, che ha l’esclusività dei corsi».
In sintesi, niente corsie ai privati se le attività sono in concorrenza con quelle della scuola nuoto
Matteo Marnati, capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale, sul suo profilo Facebook la butta in politica e lascia poco all’immaginazione, spazzando via ogni cavillo tecnico: pubblicando la foto dell’articolo de La Stampa, commenta «Subito revocata!”
Intanto stamattina i ragazzi in acqua sono entrati lo stesso, pagando il biglietto singolo d’ingresso, ma la perplessità fra gli organizzatori era palese: «Se la nostra richiesta non era accoglibile – dicevano – gli uffici potevano dirci subito di no, visto che la delibera di marzo è stata approvata più o meno negli stessi giorni in cui ci è stata data l’autorizzazione».
In più, aggiunge Massimo Barini, della cooperativa Pollicino, «ci sono altre realtà che affittano gli spazi con costi calmierati, fanno attività per fasce protette, mentre noi pagavamo a prezzo pieno. Portiamo lavoro, paghiamo affitto delle corsie e istruttore, riempiamo buchi in orari poco frequentati dell’impianto, non capisco quale sia la razionalità della scelta. Se i conti dell’impianto sono in perdita, quelli sì che li pagano poi i novaresi. Evidentemente a loro interessa di più l’aspetto politico».
Il presidente del Csi Novarese, che ha sostenuto il progetto, si trattiene e cerca di mediare: «Il nostro compito è promuovere lo sport e la coesione sociale, non facciamo concorrenza a nessuno. Facciamo sport per tutti, indipendentemente da disabilità , colore della pelle. Se uno spazio pubblico non è per tutti, è la politica che deve intervenire. Riformuleremo la nostra richiesta, nel rispetto della delibera comunale, e speriamo di riuscire a trovare comunque un accordo. Noi vogliamo restare a fare attività all’interno di quell’impianto».
(da “La Stampa”)
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