IL FIGLIO DI CASALEGGIO A MONTECITORIO, POLEMICA E GIALLO
“E’ QUI PER INSTALLARE DELLE APP” FA SAPERE LO STAFF M5S… MA SI PARLA DELLA CONTESTATA PIATTAFORMA INFORMATICA PER I PARLAMENTARI
A un certo punto si sparge la voce: «C’è Casaleggio alla Camera». Ah, era previsto per settembre, ha anticipato? «No, non Gianroberto, Davide».
E così, per la prima volta, il figlio del guru dei 5 Stelle fa la sua apparizione alla Camera. Lo staff minimizza e si trincera subito dietro un no comment. Poi fa trapelare la sua versione: «È venuto solo ad aiutare i tecnici dei computer a installare delle app nei nostri server».
Non è la prima volta che Davide Casaleggio fa la sua apparizione pubblica.
A maggio, il giovane è stato visto al fianco di Beppe Grillo e Claudio Messora a Bruxelles, nel vertice internazionale dove si decidevano le alleanze.
Una presenza che non era passata inosservata e che poi è stata attribuita a una sorta di supplenza causata dai guai di salute del padre. Ma in molti avevano parlato di un ruolo crescente di Davide, che lavora nella Casaleggio Associati da anni, all’interno del Movimento. Tanto da suscitare ironie e battutine tra gli avversari: «È il Trota dei 5 Stelle» (riferimento a Renzo Bossi).
La visita di ieri, nonostante le smentite, fa crescere i sospetti su un suo ruolo nel Movimento. Ma c’è un’altra spiegazione. Più scottante.
Perchè ieri è scoppiato un caso che covava da giorni tra i parlamentari a 5 Stelle e che riguarda Massimo Artini.
Il deputato toscano era stato incaricato sin dall’inizio di lavorare alla piattaforma informatica che doveva essere dedicata ai parlamentari a 5 Stelle. Lavoro delicato, fatto d’intesa con Casaleggio.
E che ha portato alla creazione, oltre al blog di Grillo, del portale Lex (rivolto anche ai militanti, per intervenire sulle proposte di legge) e di uno specifico dei parlamentari.
Bene, raggiunto il risultato (non per tutti soddisfacente, anche perchè i nuovi sistemi sono rimasti agganciati al server della Casaleggio associati), Artini avrebbe creato un sistema parallelo.
Una piattaforma dedicata alla Difesa, con una pagina inserita nel blog di Grillo che conduceva direttamente a un server di sua proprietà .
Chi votava un sondaggio sul blog di Grillo, usando le sue password, finiva sul server di Artini. Questa l’accusa, tutta da provare. Potrebbe trattarsi solo di un equivoco tecnico.
Così come sono da provare tutte le illazioni e le fantasie galoppanti tra alcuni deputati, che parlano di furti di password, immaginano complotti, infiltrazioni dei servizi e fiancheggiamenti renziani.
Da provare anche che Casaleggio junior sia venuto per sciogliere i dubbi su questa vicenda. Su Facebook erano in parecchi a segnalare problemi sul sondaggio: «C’è una falla nell’autenticazione del sito – scrive Maurizio Manca – Siccome il dominio è registrato a tuo nome mi rivolgo a te. I membri del nostro meetup che ci hanno contattato hanno paura di un caso di phishing».
Artini smentisce tutto e si arrabbia: «Solo stupidaggini. Se ci fosse qualcosa di illecito o di illegale lunedì non avremmo pubblicato i dati del sondaggio sulla rappresentanza militare». Questioni interne a parte, resta il posizionamento esterno.
Luigi Di Maio, dopo l’altalena dei giorni scorsi, rilancia il dialogo: «Aspettiamo fatti dal Pd. siamo disponibili ad altri tavoli ma aspettiamo fatti concreti».
Alessandro Trocino
(da “il Corriere della Sera“)
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