IL FRATELLO D’ITALIA CIRIELLI “SERVITOR DI DUE PADRONI”: NEL 2005 NEL PDL PER RIDURRE LA PRESCRIZIONE, OGGI PER AUMENTARLA
UN ESEMPIO DI COERENZA MELONIANA: IL SI’ ALLA NUOVA LEGGE SULLA PRESCRIZIONE DOPO AVER VOTATO IN PASSATO LA TESI OPPOSTA
Partiamo dal disegno di legge che è passato oggi alla Camera: cosa prevede?
Una prescrizione più lunga per tutti i reati e in particolare per quelli di corruzione.
L’aula della Camera ha approvato la riforma della ex Cirielli con 274 sì, 26 no, 121 astenuti.
Hanno votato a favore Pd, Fratelli d’Italia, Per l’Italia-Centro democratico e Scelta civica.
Pollice verso, invece, da Lega, Forza Italia e Psi.
M5s, Sel e Area popolare (Ncd-Udc) si sono astenuti.
Ora il testo passerà all’esame del Senato, dove il ministro Andrea Orlando non ha escluso modifiche dopo il pressing (e l’ira) degli alfaniani.
Che cosa prevedeva la vecchia normativa per dover essere modificata?
La ex Cirielli tagliava i termini di prescrizione per la gran parte dei reati.
Si tratta della contestata riforma del 2005, che venne approvata dall’allora maggioranza di centro-destra, dopo quattro letture tra Camera e Senato e le proteste dell’opposizione, dei magistrati e degli avvocati penalisti.
Era stata battezzata “salva-Previti”, perchè sembrava tagliata su misura per l’allora senatore azzurro alle prese con il processo Imi-Sir.
Ma all’ultimo momento fu approvata una norma transitoria che escludeva l’applicazione delle nuove norme ai processi in corso (anche se poi Previti ottenne gli arresti domiciliari per effetto di un’altra norma della ex Cirielli che escludeva il carcere per un ultrasettantenne, in presenza di precise condizioni).
La riforma Cirielli aveva cambiato il sistema di calcolo della prescrizione: mentre prima esisteva un termine di prescrizione base per fasce di reati (uguale per esempio per tutti i reati a cui dovesse essere applicata una pena tra i 5 e i 10 anni), con le norme introdotte nel 2005 il termine doveva corrispondere al limite massimo della pena edittale prevista per il singolo tipo di reato.
Si era poi ridotto dalla metà a un quarto l’aumento della prescrizione che ricorre per le varie interruzioni (per esempio dopo la sentenza di primo grado).
Il risultato complessivo è stato che mentre per i reati gravi che hanno pene elevatissime la prescrizione e’ diventata lunghissima, era stata invece drasticamente ridotta per la maggior parte degli altri illeciti penali.
Alcuni esempi: la ricettazione era passata da 15 a 10 anni; la calunnia e la falsa testimonianza da 15 a 7 anni e mezzo, una soglia bassa condivisa allora anche dai reati di corruzione (poi la legge Severino ha cambiato la materia aumentando le pene).
Numeri che fecero parlare l’allora presidente della Cassazione, Nicola Marvulli, di un’amnistia mascherata e il Csm di una riforma “dagli effetti devastanti”.
Ma l’aspetto più divertente della vicenda è che l’intestatario della legge che porta il suo nome, l’on. Cirielli, che allora aveva sostenuto quelle norme per delega del Pdl, oggi ha sostenuto l’esatto contrario per conto di Fratelli d’Italia.
Un caso unico di chi vota per abrogare se stesso.
Non ci credete?
Ecco cosa ha detto oggi in aula il “fratello d’Italia”: “Noi siamo sostanzialmente favorevoli a questo provvedimento e anzi ringraziamo il ministro Orlando perchè nelle condizioni politiche in cui opera sta cercando di fare passi in avanti. Bisogna riconoscere che nel panorama di questi ultimi venti anni è l’unico ministro che sta facendo dei passi avanti anche rispetto ai ministri di centrodestra che non hanno operato nessuna riforma concreta e hanno fatto battaglie mediatiche per evidenti fini secondari”.
In pratica parlava di stesso, ma non era certo l’unico “fratello” ad aver fatto un triplo salto carpiato: nel 2005 erano tutti schierati per ridurre la prescrizione secondo gli imput berlusconiani, oggi, in cerca di una nuova verginità , eccoli pronti a votare per la prescrizione lunga nei casi di corruzione.
Fino all’estremo sacrificio di perdere la faccia.
Forse per rimediare e non farsi riconoscere contano su photoshop.
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